NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS
Anno 20 - n. 7 - 15-02-2020
Contenuti del numero:
1. LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN. NTC PRESENTA IL DOSSIER ‘I VOLTI DELLA REPRESSIONE’ PER UN AGGIORNAMENTO DELLA LISTA UE DEI SOGGETTI A MISURE RESTRITTIVE PER GRAVI VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI
2. NEWS FLASH: TEXAS (USA): STOP ALL’INVIO DI CARTOLINE, SOLDI E CIBO AI DETENUTI NEL BRACCIO DELLA MORTE
3. NEWS FLASH: SOMALIA: DUE FUCILATI E UNO SALVO GRAZIE AL ‘PREZZO DEL SANGUE’ NEL PUNTLAND
4. NEWS FLASH: NIGERIA: IL GOVERNATORE DI GOMBE GRAZIA 31 PRIGIONIERI
5. NEWS FLASH: IRAQ: JIHADISTI FRANCESI FANNO APPELLO ALL’ONU PER EVITARE LA PENA DI MORTE
6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
IRAN. NTC PRESENTA IL DOSSIER ‘I VOLTI DELLA REPRESSIONE’ PER UN AGGIORNAMENTO DELLA LISTA UE DEI SOGGETTI A MISURE RESTRITTIVE PER GRAVI VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI
Il dossier “I volti della repressione” a cura di Nessuno tocchi Caino – Spes contra spem presentato oggi (13 febbraio 2020) al Senato delinea i profili di 23 esponenti del regime iraniano che l’associazione chiede siano inseriti nella lista UE dei soggetti a misure restrittive in ragione delle gravi violazioni dei diritti umani compiute.
Attualmente sono 82 i soggetti iraniani inseriti in questa lista che pone un veto al rilascio di visti ed il congelamento di loro beni economici o finanziari e che deve essere aggiornata entro il 13 aprile 2020.
Per Elisabetta Zamparutti, tesoriera di Nessuno tocchi Caino, “l’inserimento nella lista UE dei soggetti che indichiamo nel dossier è un modo nonviolento per esprimere solidarietà nei confronti del popolo iraniano oppresso da 40 anni dal regime iraniano, per evitare complicità dell’Europa con quel regime e per manifestare coerenza con i principi dello Stato di Diritto e del rispetto dei diritti umani a cui l’Europa dice di credere.” #Bisharaf, che in persiano vuol dire vergogna, è lo slogan che gridano i manifestanti anti regime in Iran a cui si ispira l’hashtag stampato sui braccialetti distribuiti ai partecipanti alla conferenza stampa per criticare non solo il regime iraniano ma anche un’Europa troppo incline alla politica di accondiscendenza come ha dimostrato anche il recente viaggio dell’Alto rappresentante UE per la politica estera J. Borrell, come ha detto l’Amb. Giulio Maria Terzi. Ma i 23 profili sono anche la dimostrazione che l’Iran è il problema della crisi mediorientale e che come tale non può costituire la soluzione. Si va da Ebrahim Raisi, Capo della Magistratura, che nel corso della sua carriera ha accusato, detenuto, torturato e giustiziato moltissimi detenuti dopo aver fatto parte, insieme a chi oggi è suo consigliere, Mostafa Pourmohammadi, di quella "Commissione della morte" che ha messo in atto quel massacro di almeno 30 mila prigionieri politici nel 1988, come ha ricordato Mahmoud Hakamian, della Resistenza Iraniana. C’è il Ministro dell’Intelligence Mahmoud Alavi, tra i fautori della repressione delle proteste anti-regime nel novembre 2019 che ha riconosciuto davanti il parlamento che il regime ricorre alla tortura e alle misure volte a ottenere confessioni forzate da trasmettere poi in televisione. E poi il giovane Ministro delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, il trentenne Mohammad-Javad Azari Jahromi, che ha giocato un ruolo determinante nella campagna di repressione, controllo e censura che il Governo iraniano ha messo in atto durante la rivolta iniziata nel novembre 2019 nei confronti degli attivisti bloccando l’accesso a Internet per diversi giorni. Infine c’è Hossein Ashtari, Capo di quella polizia (LEF) che ha ucciso decine di persone e ne ha arrestate altre migliaia, sparando tra la folla e picchiando i manifestanti durante le rivolte anti regime. Il LEF gestisce anche centri di detenzione non ufficiali, dove si consumano torture e abusi, tanto fisici quanto psichici dei detenuti. A loro sono dedicati i banner presentati in conferenza stampa e che ora Nessuno tocchi Caino utilizzerà nella sua campagna social.
Per il Sen. Lucio Malan è inaccettabile la volontà dell'Iran di cancellare Israele dalla cartina geografica mentre per il Sen. Roberto Rampi inserire nella lista UE questi esponenti del regime non significa mettere all'indice le singole persone ma prendere le distanze da un sistema sanguinario e oppressivo. Per Laura Harth, rappresentante del Partito Radicale all'ONU è urgente che l'Italia si doti di uno strumento come il Magnitsky Act, mentre per Elisabetta Rampelli, Presidente del Tribunale per le Libertà Marco Pannella è urgente che sia conosciuta la vera natura del regime iraniano.
(Fonti: NTC, 13/02/2020)
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
TEXAS (USA): STOP ALL’INVIO DI CARTOLINE, SOLDI E CIBO AI DETENUTI NEL BRACCIO DELLA MORTE
Un’amica di Nessuno tocchi Caino, Daniela Fontana, ci informa di cambiamenti in senso restrittivo nel braccio della morte del Texas.
“Scrivo da 14 anni a un condannato a morte in Texas, Polunsky Unit. Oggi ho letto che dal 1° marzo non solo non sarà più possibile inviare cartoline, ma non si potrà più inviare denaro o cibo se non si è sulla sua visiting list (Commissary Accounts Only persons on an offender’s visitation or OTS call lists may deposit funds or make Ecomm transactions). Io ho sempre cercato quando potevo di inviargli piccole somme di denaro tramite Jpay e di inviargli cibo tramite TDCJ e-comm. A quanto pare, dal primo marzo non potrò più farlo. E come me anche altri pen pal italiani ed europei, che scrivono e inviano denaro, ma non hanno la possibilità di andare negli States. La vita di molti detenuti nel braccio della morte diventerà ancora peggiore di quanto già non sia. Qui è dove ho letto la notizia:
https://www.tdcj.texas.gov/news/inspect_2_protect.html
Queste nuove norme (TDCJ News - Inspect 2 Protect beginning March 1, 2020) sono davvero un colpo al cuore. Non poter più mandare card e greeting card ridurrà la corrispondenza che i prigionieri ricevono, ma il cambiamento più grave è che molti di loro non potranno più acquistare francobolli per mantenere i contatti con l'esterno, potendo contare solo sul supporto economico dei loro visitatori. E per molti di loro, come per il mio pen pal, significherà non ricevere più nessuna somma in denaro. Le lettere portano la vita dentro la cella, e creano legami. Ma serve denaro per comprare francobolli, buste, carta da lettera. Questa norma si tradurrà in un annientamento psicologico per chi riceveva lettere e piccole somme di denaro dall'Europa. Se avete qualche suggerimento da darmi, ve ne sono grata. Grazie. Daniela Fontana”
Purtroppo NtC non ha suggerimenti. Periodicamente registriamo cambiamenti nei regolamenti, alcuni in senso migliorativo, più spesso purtroppo in senso restrittivo... confidiamo che, se una soluzione c'è, il "pen pal" la segnalerà a Daniela, e Daniela ce lo farà sapere, e noi ne daremo notizia. Per altro, l’isolamento che il Texas sembra sia intenzionato ad applicare ai detenuti del braccio della morte, rendendo “economicamente” difficile mantenere i rapporti con l’esterno, è una misura meno severa di quella già da molti anni applicata ai detenuti italiani in regime di 41 bis, i quali possono ricevere denaro solo dai familiari più stretti in possesso dell’autorizzazione al colloquio. Anche per questo, da alcuni anni Nessuno tocchi Caino ha affiancato alla battaglia contro la pena di morte, quella contro gli eccessi di durezza del regime del 41 bis in vigore in Italia.
(Fonti: NtC, 11/02/2020)
SOMALIA: DUE FUCILATI E UNO SALVO GRAZIE AL ‘PREZZO DEL SANGUE’ NEL PUNTLAND
Uno dei tre condannati a morte nel Puntland per lo stupro e omicidio di una ragazzina di 12 anni, avvenuti l’anno scorso a Galkaayo, si è salvato dall’esecuzione l'11 febbraio 2020 a seguito di negoziati tra le famiglie della vittima, Aisha Aden, e quella del condannato, ha appreso HOL.
Una fonte informata ha riferito a HOL che Abdisalan Abdirahman Warsame, che è il fratello del secondo condannato Abdifitah Abdirahman Warsame, non è stato giustiziato a seguito dei negoziati tra le due famiglie.
Gli altri due condannati, Abdishakur Mohamed Dige e Abdifitah Abdirahman Warsame, sono stati invece fucilati l'11 febbraio mattina a seguito del verdetto di un tribunale dello scorso maggio che è stato confermato dalla Corte Suprema del Puntland il 29 agosto.
Fonti hanno detto che le due famiglie abbiano raggiunto un accordo sul “prezzo del sangue”. "La famiglia dei due fratelli condannati ha supplicato la famiglia di Aisha di lasciare vivo un figlio e pagare un risarcimento", ha detto la fonte.
Altre fonti hanno riferito che Abdisalan durante tutto il processo si è dichiarato innocente e di essere stato in classe come insegnante al momento dei crimini.
Tuttavia, i campioni di DNA raccolti dal Bureau of Forensic Science con sede nel Puntland e i risultati successivi dei test condotti in Kenya hanno legato i tre all’omicidio e stupro di Aisha Ilyas Aden, nel febbraio 2019.
Il tribunale di primo grado di Garowe nella sua sentenza del maggio 2019 ha condannato a morte i tre imputati, assolvendo invece nello stesso caso altri sette imputati.
Ad agosto 2019 la Corte Suprema ha confermato le condanne a morte.
NIGERIA: IL GOVERNATORE DI GOMBE GRAZIA 31 PRIGIONIERI
Il governatore dello stato nigeriano di Gombe, Alhaji Muhammadu Inuwa Yahaya, il 12 febbraio 2020 ha graziato 31 prigionieri e commutato in 21 anni di reclusione la condanna a morte di un altro detenuto.
I detenuti hanno ottenuto clemenza per il potere del Governatore sulla Prerogativa della Grazia ai sensi della Sezione 212 (1) della Costituzione del 1999, a seguito della raccomandazione del Consiglio Consultivo Statale di Gombe sulla Prerogativa della Grazia, guidato dal Commissario di Giustizia e Procuratore Generale dello Stato, Zubair Muhammad Umar.
In precedenza il Consiglio aveva ricevuto 71 richieste da parte di detenuti che scontano condanne nella Media Sicurezza di Gombe e in altri centri di custodia di Bajoga, Billiri, Cham e Tula.
Il Consiglio ha preso in considerazione l’età avanzata dei richiedenti (di età pari o superiore a 50 anni), i giovani (di età pari o inferiore a 16 anni) e le persone che scontano tre anni e più con meno di sei mesi da scontare e che hanno mantenuto una buona condotta.
Gli altri sono persone che soffrono di malattie terminali o che scontano condanne di lungo termine e hanno scontato più di 10 anni mantenendo una buona condotta.
(Fonti: This Day, 13/02/2020)
IRAQ: JIHADISTI FRANCESI FANNO APPELLO ALL’ONU PER EVITARE LA PENA DI MORTE
Cinque jihadisti francesi condannati a morte in Iraq hanno fatto appello alle Nazioni Unite affinché spingano la Francia a riportarli a casa, ha detto il loro avvocato, aggiungendo che stanno subendo un trattamento disumano.
I prigionieri stanno subendo "trattamenti disumani e degradanti all'interno delle carceri irachene", ha dichiarato l'avvocato Nabil Boudi all'AFP il 6 febbraio 2020.
Il governo francese è "perfettamente informato della situazione" ma non ha fatto nulla per fermarla", ha affermato, sottolineando che lo stato ha il dovere di garantire protezione consolare a "tutti i cittadini francesi, senza eccezioni".
I cinque detenuti sono Brahim Nejara, Bilel Kabaoui, Leonard Lopez, Fodil Tahar Aouidate e Mourad Delhomme. Sono tra gli 11 jihadisti condannati a morte l'anno scorso in Iraq dopo essere stati accusati di appartenere al gruppo armato dello Stato Islamico.
Boudi ha fatto appello al Comitato delle Nazioni Unite contro la Tortura, che controlla l'attuazione da parte degli Stati membri della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura, affinché "adotti misure di protezione provvisorie (...) per evitare che i denuncianti subiscano danni irreparabili".
Ha anche invitato le Nazioni Unite a condannare la Francia per aver rifiutato di rimpatriare gli uomini e processarli sul suolo francese.
(Fonti: RFI, 07/02/2020)
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