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venerdì 31 gennaio 2020

ossa rotte, Friday Night Lights, il mio amore per Maurizio Milani - "Il verro ruffiano. Il primo vero libro completo sul bestiame, anche se Greta Thunberg non vuole” (Baldoni+Castoldi)



Oggi son tornato dal lavoro con le spalle rotte e medio e anulare della mano destra che mi fanno un male cane. La testa spezzata. Pochissime ore di sonno. Praticamente dalle 4 e 30 a ora ho parlato solo cinque minuti con la mia compagna prima di uscire e poi con uno dei fornitori di materiali. 
Fra pulizie, popcorn, sostituzione pompa dell'olio della macchina popcorn mi sono demolito. 
Adesso cerco di riposarmi come posso e proseguire nella lettura di un libro micidiale, intenso, bellissimo che mi ha dato il coraggio di fare una cosa che, forse, leggerete fra martedi' e mercoledi', e il film tratto dal libro ha una una colonna sonora altrettanto bella. 
Uno dei miei sogni sin da bambino è di vedere prima o poi una partita di football. 
Negli Stati Uniti.






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Adoro Maurizio Milani e per Baldini+Castoldi torna in libreria ""Il verro ruffiano.il primo vero libro completo sul bestiame, anche se Greta Thunberg non vuole”.

Un estratto:

"Inutile nasconderlo: noi che facciamo questo mestiere abbiamo difficoltà a fidanzarci, per cui siamo tutti iscritti all'agenzia matrimoniale.

La psicologa che compila le schede degli iscritti ha l'ordine di esagerare in positivo sulle qualità del soggetto.

Nel colloquio ci chiede: «Che lavoro svolge?»

«Metto i numeri sui fianchi dei maiali!»

Lei: «Prego?»

«È semplice, prendi una bomboletta spray e pitturi il numero che non deve essere uguale al maiale precedente, se capita metto BIS.»

«Che hobby ha?»

Io: «Castrare la soia». Lei: «Castrare la soia?» Io: «Sì!

Perché?»

Lei: «Niente! Non sapevo che tale leguminosa venisse castrata. Ma quando?»

Io: «In prefioritura!»

Lei: «Ok! Qui però mettiamo amante delle passeggiate

in montagna».

Lei: «Altri hobby?»

Io: «Andare fisso a Villa Carlotta a Como».

Lei: «Come fisso a Villa Carlotta?»

Io: «Sì dottoressa. Vado a Como, mi metto davanti a Villa Carlotta e sto lì a fissarla».

Lei: «Capisco, Villa Carlotta è il luogo più romantico della Terra. Ma quanto la fissa?»

Io: «Anche un giorno intero. Spero sempre che una donna si fermi per chiedermi: L'ho vista stamattina fi ssare Villa Carlotta. Sono le 19 ed è ancora qui? Non è mai successo».

Lei: «A questo punto fissi direttamente una donna che le piace poi la porti a Villa Carlotta».

Io: «Ok!»

Lei: «Altre cose che vuole dirmi per trovare l'anima gemella?»

Io: «Ho anche dei malori».

Lei: «Ah! Ma lei è completo, come uomo».

Io: «Sì! Salto per terra all'improvviso, sono poco sano; e per una donna non è il massimo avere un uomo di salute molto cagionevole».

Lei: «Ma non è detto! Se la donna s'innamora va bene tutto. Comunque mettiamo che le piace scherzare e far spaventare apposta la compagna».

Lei: «Poi ha altre cose che vuole metta sulla sua scheda personale?»

Io: «Sudo molto. Come un cane».

Lei: «La smetta di far così, rischia di farmi innamorare, e poi mi licenzio e scappo con lei. Lasciamo perdere, non siamo bambini. Metto nelle note: uomo all'antica».

Lei: «Beve?»

Io: «Sì».

Lei: «Anche liquori?»

Io: «Solo quelli!»

Lei: «Non possiamo mettere grande ubriacone, scrivo maschio amante delle buone usanze. È vero che un suo collega non va più nemmeno dal barbiere?»

Io: «Può scrivere sul profilo che non ho i soldi per pagare l'agenzia fidanzaria e se trovo l'amore le chiedo se può saldare il conto lei?»

Lei: «Questo meglio di no per adesso, ve la vedete voi dopo tra deficienti».

Io: «Dice che troverò una brava ragazza?»

Lei: «Ne sono certa. È vero che da voi lavora un uomo bellissimo che non ha voluto sfruttare questa sua dote? Mi parli ancora un po' di lei».

Io: «Ho il vizio di emettere assegni a vuoto. Adesso è diversi anni che sono fermo. Escludo che alla donna che mi farà conoscere non le rifilerò un bell'assegno non coperto».

Lei: «Che istruzione ha?»

Io: «Finisco le medie inferiori fra tre anni. Inizio la prima domani».

Lei: «Ok! Mettiamo diplomato perito meccanico».

A proposito di snudamenti d'amore. Tutti siamo stati innamorati. Tutti siamo stati rifiutati dall'amata. Tutti presi da Pazzia d'Amore ci siamo snudati e messi a correre per la strada.

Lo sbiottamento d'amore è comune. Mai mi era capitato però di farlo per una diva vista al cinema. Stavo vedendo un film, compare sullo schermo. Che musino: bocca, labbra che occhi! Sono corso fuori dal cinema in preda a Pazzia d'Amore e mi sono snudato. Ho corso per 2 km così. Quando mi sono fermato, già diverse pattuglie di vigili urbani di Comuni diversi mi avevano multato.

Motivo: sbiottamento d'amore.

Causa: non identificata.

In zona nessuna donna infatti si stava compiacendo con le amiche di aver ridotto un maschio così.

Poi compro la rivista degli annunci e vedo:

Deejay di 35 anni, alto, moro, famoso alle Baleari, cerca donna, buona, onesta, anche sui 50 anni, per relazione seria.

Direttore di giornale nazionale, 43 anni, alto 185 cm; amante delle gite in barca (che ho) cerca donna anche sotto il metro e settanta, sincera e romantica il giusto.

Produttore di cinema di altissimo livello, 59 anni, divorziato, cerca donna anche della sua età. Amante passeggiate in spiaggia Costa Azzurra. No perditempo.

Titolare di agenzia matrimoniale, bell'uomo alto 160 cm. Cerca donna alta 170-175 cm per relazione seria.

Noto cantante italiano (notissimo anche all'estero) cerca morosa diplomata, meglio se laureata ma va bene anche solo brava ragazza.

Il mio: Agricoltore di 51 anni, proprietario agricolo diplomato e candidato sindaco Lista Civica, amante teatro e mostre d'arte, cerca compagna per rapporto serio. Ragionamenti molto, ma molto completi."

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Andrea Consonni, From West Texas, 31 gennaio 2020

mercoledì 29 gennaio 2020

Rileggere i classici/Guy De Maupassant; Chris Offutt; Deborah Willis


Quando leggo per la prima volta un classico o torno rileggere i classici che ho amato mi sento sempre un coglione ad aver perso tanto tempo e forze con libri che durano un giorno, due giorni per poi non lasciare più traccia.

Ho provato questa sensazione di bellezza senza tempo rileggendo i tre racconti, famosi e splendidi, di Guy de Maupassant: “Boule de suif”, “La Maison Tellier” e “Mademoiselle Fifi” tradotti da Mario Fortunato e raccolti in volume intitolato “Fanti e puttane”, edito da Bompiani.

Non ho niente da scrivere perché rovinerei la bellezza di questi racconti.
Posso solo invitarli a leggere se non l'avete già fatto.



Non ho potuto fare a meno di riportare sulla scrivania anche quel “Bel-Ami” che lessi per la prima volta alle medie nell'edizione posseduta da mio padre e dal quale ricevetti una ramanzina perché avevo osato sottolineare alcune frasi che mi erano tanto piaciute. 

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“Il posto da dove venite è scomparso, quello dove credevate di star andando non c'è mai stato e quello dove siete non conta nulla a meno che non possiate allontanarvene.
(Flannery O'Connor)

Sto leggendo molto in questo inizio anno e così mi sono dedicato totalmente alla lettura/rilettura di “A casa e ritorno” di Chris Offutt (Minimum Fax, traduzione di Roberto Serrai) che avevo letto in maniera disordinata e che invece oggi ho ripreso in maniera integrale, leggendo i racconti uno dietro e l'altro e ritrovando quel mix mirabile di violenza, malinconia, attaccamento alla terra, Kentucky, faide familiari, alcool, prigioni, dolore, ferite, sangue, disperati ritorni a casa che mi ha colpito al cuore e al fegato.

Racconti preferiti: “Gente tosta”, “Allocco barrato” e “Tiro al bersaglio”.


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Era una vita che non avevo in casa qualcosa della Del Vecchio Editore e  non ho resistito al fascino di questa copertina.

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lunedì 27 gennaio 2020

Anche gli innocenti vanno in galera! , la mia pigna di libri, Caspian e altri dischi; il mio sabato

In questi giorni di Travaglio e Bonafede ho letto e ascoltato un sacco di nefandezze che mi hanno dato il voltastomaco.

Ma Travaglio per tantissimi rimane un esempio di giornalista libero e di opinionista da aperitivo o post cena/durante la cena e Bonafede l'incarnazione del ministro della Giustizia migliore di tutti i tempi, di un governo che ci salverà dal populismo, dai cattivi e che difenderà la Costituzione fino all'ultimo morto.





BONAFEDE - PARTITO RADICALE: LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

Dichiarazione di Maurizio Turco e Irene Testa, Segretario e Tesoriere del Partito Radicale:

L'ultima del ministro (tutto minuscolo) di una cosiddetta giustizia, "gli innocenti non vanno in galera", è il volto del degrado della politica, della giustizia, del diritto, dell'informazione, della democrazia, sono le metastasi del Caso Italia, individuato, denunciato e combattuto per una vita da Marco Pannella e dal Partito Radicale.

Che aveva individuato anche l'antidoto: la transizione verso lo Stato di Diritto democratico federalista laico e il diritto alla conoscenza.

Il Partito Democratico a forza di giustificare di tutto, nel nome della lotta al pericolo Salvini, ha finito con il rappresentare esso stesso un pericolo.

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La mia pigna di libri presi in prestito e domani prendo quello sotto:



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-qui-

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Mi hanno detto in queste settimane: 

- sabato sono stata in giro a fare shopping e poi discoteca
- sabato ho lavorato e poi pub
- sabato ho lavorato e avevo degli amici a casa, ci siamo sbronzati
- sabato pomeriggio al museo, poi cena in un ristorante etnico e poi film in un cinema alternativo
- sabato ho lavorato fino a mezzanotte e poi in giro per la città
- sabato sono andata al mare e poi a mangiare pesce
- sabato ho portato le mie figlie a un workshop di arte, poi pizza e infine nanna
- sabato ho lavorato e poi ho scopato tutta notte
- sabato ho scopato e bevuto dalla mattina fino al pomeriggio e la sera ho studiato per l'esame di greco

e poi oggi mi hanno chiesto Cos'hai fatto sabato?

- ho lavorato dalle 5 alle 15, poi sono tornato a casa e ho scritto un post, ho letto, ho scritto tre pagine, sono stato a mollo nella vasca e poi la sera abbiamo guardato i Campionati europei di pattinaggio che ci hanno trasmesso tanta pace.



sabato 25 gennaio 2020

Due righe su "Jocelyn uccide ancora" di Lo Sgargabonzi (Minimum Fax) e mia madre



Ero sul set che stavo facendo l'amore con l'attrice hard Michelle Ferrari, quando mi è tornata in mente la situazione che ho a casa, con mia mamma da mesi su un materasso antidecubito che non sa che sta morendo. E allora sono scoppiato a piangere e anche Michelle ha pianto con me, abbracciando forte e intuzzando col bacino perché comunque voleva venire.” (da “9 giorni nel porno” pag. 98)


Prima di una delle sue ultime sedute di chemioterapia mia madre fu avvicinata dai parenti di un'altra paziente che si misero a discutere di lei della lotta contro il tumore, delle prospettive di vita, eccetera. Insomma i soliti discorsi. Ma mia madre quel giorno diede libero sfogo alle sue emozioni in un modo che lasciò senza respiro, irritati, disgustati quei parenti e divertiti, perplessi, toccati me e mia sorella. Semplicemente mia madre imbastì un monologo sui regali che le aveva donato il tumore: aveva perso chili, finalmente riusciva a dormire tante ore di pomeriggio senza svegliarsi,  sua cognata le stava molto più alla larga perché era convinta che il tumore fosse contagioso (adesso lei ha 89 anni e supera ogni malattia, con la mente sempre lucidissima), stava guardando un sacco di serie tv (gliele compravo io) senza che qualcuno la disturbasse e soprattutto che finalmente si sentiva parte di quella famiglia di sue amiche che si erano tutte ammalate di cancro, erano morte, altre erano sopravvissute ma sarebbero morte dopo di lei. Per tanti anni si era sentita esclusa e la malattia aveva distrutto amicizie perché lei era sempre in forma, mai un acciacco ed era esclusa da molte discussioni/drammi/valutazioni di terapie e medicine. Si era espressa col volto radioso e gli occhi bassi verso il paio nuovo di mocassini che le avevo regalato il giorno prima. L'infermiera che stava accanto a lei era scoppiata a ridere dicendole Adriana, Adriana almeno lei ci tiene su il morale. Ma lei non l'aveva fatto per tener su il morale di nessuno. Era il suo modo di fare. E c'era sempre qualcosa di molesto, inafferrabile nelle parole di mia madre. Come se non volesse farci per niente ridere pur riuscendo a farci ridere. Era come quando certe volte mi diceva Un giorno di questi Andrea ti prendo e ti taglio la gola e se la guardavi in faccia sapevi che c'era nulla di metaforico o immaginario in quella minaccia. No, aveva davvero pensato di tagliarmi la gola.


-la Michelle Ferrari di cui si parla sopra-

Ecco, non mi va più di scrivere recensioni e quasi mai di leggerle e so di essere noioso nel continuare a ripeterlo ma alla fine “Jocelyn uccide ancora” de Lo Sgargabonzi (Minimum Fax) mi è ritornato fra le mani e come quando lo lessi la prima volta è come stato respirare nuovamente il monologo di mia madre e mi sono sentito rapito, perplesso, divertito, irritato, incazzato nero, perso totalmente, innamorato, furioso. Potete cercare in rete Lo Sgargabonzi per godervi appieno questo mix di Donald Barthelme, Louis C.K., Cochi e Reanto, George Saunders, Woody Allen, Woobinda e tutto quel cazzo che va a voi ma vi avviso che se aprite questo libro precipiterete in un universo di contraddizioni, invenzioni linguistiche, ribaltamenti del quotidiano (e della Shoah), bordate contro il perbenismo, contro l'assuefazione, contro lo star system de' noantri. 

Niente viene risparmiato in questo libro dissacrante, incendiario, oro puro.

Vi ritroverete a leggere di un'Anna Frank che spedisce il padre in un campo di concentramento, riscritture di fiabe (“Hans e Gretchen”), troverete un David Bowie morente e deriso e la miserevole folla presenzialista dei funerali delle star e Gesù Cristo che scappa in motorino, bambine insopportabili che uccidereste anche subito, quello stronzo di Nanni Moretti, Osama Bin Laden che risponde alla posta, una “Ballata per Asia” che siete fan del #MeToo vi incazzerete quasi sicuramente, le avventure di Christian Raimo, una roba che si chiama “20 cose che non sai sull'aborto” che a qualcuna metterà voglia di spaccargli la faccia con un passaggio che fa così “Se il cranio del piccolo dovesse essere così resistente da danneggiare la superficie del martelletto prima dello sfondamento, la riparazione viene fatta pagare alla madre.” (pag. 135), una bella rasoiata ai fans dei Baustelle e allo stesso gruppo di Montepulciano e molto molto altro tipo un Leopardi che si risveglia “E una volta ripresa conoscenza, per prima cosa, gli venisse messo in mano un libro di Massimiliano Parente. Chissà se Leopardi sarebbe felice di essersi ridestato in un mondo tanto diverso. Un mondo in cui apri un libro e invece di parole come glicine o ginestra trovi un vecchio che si fa fare un pompino da una giovane sordocieca con del prosciutto arrotolato al pene.” (pagg. 189-190)

Insomma probabilmente moltissimi di voi non vorranno avere niente a che fare con materiale del genere. 

Lo considererete volgare, eccessivo, sessista, antisemita, fascista, volutamente provocatorio, senza decenza, immondizia.

Liberissimi di farlo.

A tutti gli altri lo consiglio vivamente.

Per quanto mi riguarda mentre sto scrivendo queste due righe ho spento la musica di Tim Hecker di sottofondo perché la tossica che vive sotto di me che sta ascoltando/cantando a sguarciagola canzoni anni '80, gridando Porco Dio al suo cane, a chi le telefona, alle vicine che discutono sulle scale.

Ogni tanto grida: Porco Dio Andrea quando cazzo me li porti i popcorn.

E non so perché penso a mia madre e a quanto le piacevano i popcorn.
Quanto mi piacerebbe che lei fosse viva anche solo per portarle a casa un sacchettino di popcorn e farglieli assaggiare.
Anche solo per tornare a vedere quel suo sorriso assassino.


NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS - IRAN: 106 DONNE IMPICCATE SOTTO LA PRESIDENZA DI ROUHANI

NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS

Anno 20 - n. 4 - 25-01-2020

Contenuti del numero:

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN: 106 DONNE IMPICCATE SOTTO LA PRESIDENZA DI ROUHANI
2.  NEWS FLASH: INDIA: 102 CONDANNE A MORTE NEL 2019
3.  NEWS FLASH: BANGLADESH: 10 ISLAMISTI CONDANNATI A MORTE PER ATTENTATO ESPLOSIVO
4.  NEWS FLASH: TUNISIA: 8 CONDANNATI A MORTE PER LE UCCISIONI DELLE GUARDIE PRESIDENZIALI
5.  NEWS FLASH: TEXAS (USA): GIUSTIZIATO JOHN GARDNER
6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


IRAN: 106 DONNE IMPICCATE SOTTO LA PRESIDENZA DI ROUHANI
Ncr-iran, il “ramo” femminile della Resistenza iraniana, il 20 gennaio 2020 ha pubblicato la lista delle 106 donne giustiziate da quando, nell’agosto 2013, Hassan Rouhani è stato eletto presidente dell’Iran, incarico confermatogli per un secondo mandato nel maggio 2017.

I dati sono stati raccolti da materiale pubblicato dalla stampa filogovernativa iraniana, dagli attivisti per i diritti umani e dai loro siti Web o da fonti private in contatto con la Resistenza iraniana.
Nella titolazione della notizia le donne giustiziate sono indicate in 105, ma il conteggio dei nominativi indicati e il raffronto con il database di Nessuno tocchi Caino (dal gennaio 2018 ad oggi) porta il totale a 106. Come sempre in questi casi Ncr-iran indica che le cifre effettive potrebbero essere decisamente più elevate, poiché la maggior parte delle esecuzioni in Iran vengono eseguite in segreto, e le fonti indipendenti non sempre riescono ad averne notizia.

No.; Name, Last Name; Date of Execution; Place of Execution
1; unk.; 10/09/2013; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
2; unk.; 19/09/2013; Ardakan Prison (in Ardakan, Yazd Province)
3; unk.; 19/09/2013; Ardakan Prison (in Ardakan, Yazd Province)
4; unk.; 19/09/2013; Ardakan Prison (in Ardakan, Yazd Province)
5; Z. S.; 22/09/2013; Ardakan Prison (in Ardakan, Yazd Province)
6; N. S.; 22/09/2013; Ardakan Prison (in Ardakan, Yazd Province)
7; S. H; 22/09/2013; Ardakan Prison (in Ardakan, Yazd Province)
8; unk.; 25/09/2013; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
9; unk.; 25/09/2013; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
10; unk.; 25/09/2013; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
11; Kobra Kabiri (age 48); 25/09/2013; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
12; unk.; 26/09/2013; Shahab Prison (in Kerman, Kerman Province)
13; Nastaran Safari (age 26); 21/10 2013; Dizel Abad (Dizelabad, Diesel Abad) Prison (in Kermanshah, Kermanshah Province)
14; Jazi Darvishzadeh; 26/10/2013; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
15; Mitra Shahnavazi; 30/10/2013; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
16; unk.; 30/10/2013; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
17; unk.; 30/10/2013; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
18; A. A.; 21/11/2013; Ardakan Prison (in Ardakan, Yazd Province)
19; R. A.; 21/11/2013; Ardakan Prison (in Ardakan, Yazd Province)
20; unk.; 26/01/2014; Nurabad-Delfan (Delfaan) prison, (in Delfan, Lorestan Province)
21; Farzaneh Moradie (age 26); 04/03/2014; Dastgerd Prison (in Isfahan, Isfahan Province)
22; unk.; 10/05/2014; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
23; Behjat …; 10/05/2014; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
24; S. T.; 28/05/2014; Amol prison (in Amol, Māzandarān Province)
25; unk.; 20/07/2014; Birjand Central Prison (in Birjand, South Khorasan Province)
26; unk; 20/07/2014; Birjand Central Prison (in Birjand, South Khorasan Province)
27; unk.; 20/07/2014; Birjand Central Prison (in Birjand, South Khorasan Province)
28; unk.; 20/07/2014; Birjand Central Prison (in Birjand, South Khorasan Province)
29; unk.; 07/08/2014; Dizel Abad (Dizelabad, Diesel Abad) Prison (in Kermanshah, Kermanshah Province)
30; unk.; 09/08/2014; Zahedan Central Prison (in Zahedan, Sistan and Baluchestan Province)
31; unk.; 23/08/2014; Zahedan Central Prison (in Zahedan, Sistan and Baluchestan Province)
32; unk.; 26/08/2014; Shahab Prison (in Kerman, Kerman Province)
33; unk.; 10/09/2014; Gharchak (Qarchak) Prison (in Varamin, Teheran Province)
34; unk. (age 60); 11/09/2014; Lakan Prison aka Rasht Central Prison (in Rasht, Gilan Province)
35; unk.; 20/09/2014; Zahedan Central Prison (in Zahedan, Sistan and Baluchestan Province)
36; unk.; 20/09/2014; Zahedan Central Prison (in Zahedan, Sistan and Baluchestan Province)
37; Reyhaneh Jabbari (age 26); 25/10/2014; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
38; Akram Hosseini (age 43); 02/12/2014; Gharchak (Qarchak) Prison (in Varamin, Teheran Province)
39; Marzie Ostovari; 02/12/2014; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
40; F. Gh.; 10/12/2014; Choubindar Prison, aka Qazvin Central Prison (in Qazvin, Qazvin Province)
41; Nahid Ghiasvand; 16/12/2014; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
42; unk.; 17/12/2014; Tabriz Central Prison (in Tabriz, East Azerbaijan province)
43; Nahid …; 24/12/2014; Ghezel Hesar Prison (in Karaj, Alborz Province)
44; unk.; 27/12/2014; Zahedan Central Prison (in Zahedan, Sistan and Baluchestan Province)
45; unk.; 01/01/2015; Bam Prison (in Bam, Kerman Province)
46; unk.; 01/01/2015; Bam Prison (in Bam, Kerman Province)
47; unk.; 01/01/2015; Bam Prison (in Bam, Kerman Province)
48; unk.; 01/01/2015; Bam Prison (in Bam, Kerman Province)
49; Marzie Hossein Zehi; 28/02/2015; Shahab Prison (in Kerman, Kerman Province)
50; Mehrnoush Ghavvassi; 07/03/2015; Ghezel Hesar Prison (in Karaj, Alborz Province)
51; unk.; 07/03/2015; Ghezel Hesar Prison (in Karaj, Alborz Province)
52; F. Yousefi (age 48); 25/04/2015; Lakan Prison aka Rasht Central Prison (in Rasht, Gilan Province)
53; Batool A.; 13/05/2015; Arak Central Prison (in Arak, Markazi Province)
54; Fateme Mehrabani (age 39); 30/05/2015; Gharchak (Qarchak) Prison (in Varamin, Teheran Province)
55; unk.; 30/05/2015; Gharchak (Qarchak) Prison (in Varamin, Teheran Province)
56; unk. (age 32); 09/06/2015; unk
57; Paridokht Molaie Far (age 43); 29/07/2015; Ghezel Hesar Prison (in Karaj, Alborz Province)
58; unk; 30/07/2015; Shahab Prison (in Kerman, Kerman Province)
59; Fatemeh Hadadi (age 39); 10/08/2015; Gharchak (Qarchak) Prison (in Varamin, Teheran Province)
60; Fatemeh Salbehi (age 23); 16/10/2015; Adel Abad Prison (in Shiraz, Fars Province)
61; Hajar Safari; 12/11/2015; Tabriz Central Prison (in Tabriz, East Azerbaijan province)
62; F. Zanjanian; 06/12/2015; Choubindar Prison (in Qazvin, Qazvin Province)
63; Zahra Nemati; 06/01/2016; Tabriz Central Prison (in Tabriz, East Azerbaijan province)
64; Ameneh Rezaiian (age 43); 14/04/2016; Kashmar Central Prison (in Kashmar, Razavi Khorasan province)
65; unk; 14/04/2016; Birjand Central Prison (in Birjand, South Khorasan Province)
66; unk; 14/04/2016; Birjand Central Prison (in Birjand, South Khorasan Province)
67; Zeinab Chamani (age 27); 25/04/2016; Sari Central Prison (in Sari, Mazandaran Province)
68; unk.; 02/06/2016; Choubindar Prison (in Qazvin, Qazvin Province)
69; unk.; 17/07/2016; Ghezel Hesar Prison (in Karaj, Alborz Province)
70; unk.; 25/08/2016; Ardakan Prison (in Ardakan, Yazd Province)
71; Moluk Nouri; 29/09/2016; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
72; unk.; 14/01/2017; Karaj Central Prison (in Karaj, Alborz Province)
73; unk.; 14/01/2017; Karaj Central Prison (in Karaj, Alborz Province)
74; unk.; 04/03/2017; Lakan Prison aka Rasht Central Prison (in Rasht, Gilan Province)
75; unk.; 05/03/2017; Lakan Prison aka Rasht Central Prison (in Rasht, Gilan Province)
76; unk.; 03/05/2017; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
77; unk.; 03/05/2017; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
78; Zeinab Sa’adanlou; 01/07/2017; Lakan Prison aka Rasht Central Prison (in Rasht, Gilan Province)
79; unk. (age 25); 26/07/2017; Mati Kola Prison (in Babol, Mazandaran Province)
80; unk.; 26/07/2017; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
81; N. A.; 19/09/2017; Zanjan Prison (in Zanjan, Zanjan Province)
82; Mahboubeh Mofidi (age 25); 30/01/2018; Noshahr Central Prison (in Noshahr, Mazandaran Province)
83; Goli Hajipour (Hajipur); 04/07/2018; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
84; Zeinab Sekaanvand (age 24); 02/10/2018; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
85; Soudabeh …; 26/10/2018; Maragheh (Maragha, Maraga) Central Prison (in Maragheh, East Azerbaijan Province)
86; Sharareh Almassi (age 27); 13/11/2018; Sanandaj Central Prison (in Sanandaj, Kurdistan Province)
87; Noushin … (age 25); 22/12/2018; unk
88; M. A.; 30/01/2019; Noshahr Central Prison (in Noshahr, Mazandaran Province)
89; Fatameh Nassiri; 19/06/2019; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
90; Fariba …; 19/06/2019; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
91; Maliheh Salehian (Salhyan); 16/07/2019; Mahabad Prison (in Mahabad, West Azerbaijan Province)
92; Zahra Safari Moghaddam (age 43); 17/07/2019; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
93; Arasteh Ranjbar; 23/07/2019; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
94; Nazdar Vatankhah; 23/07/2019; Urmia Central Prison (Darya) (in Urmia, West Azerbaijan Province)
95; Unk (age 38); 25/08/2019; Vakilabad (Vakil Abad) Prison (in Mashhad, Razavi Khorasan Province)
96; unk; 25/09/2019; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
97; Leila Zarafshan (age 37); 26/09/2019; Sanandaj Central Prison (in Sanandaj, Kurdistan Province)
98; unk; 09/10/2019; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
99; Somayyeh Shahbazi Jahrouii (age 33); 04/12/2019; Ahvaz Prison (Karoon or Sepidar Prison) (in Ahvaz, Khuzestan Province)
100; Fatemeh Ghezel Safarlou (age 26); 04/12/2019; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
101; Nargess o-Sadat Tabaii (Tabaei) (age 50); 04/12/2019; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
102; Maryam … (age 32); 08/12/2019; Vakilabad (Vakil Abad) Prison (in Mashhad, Razavi Khorasan Province)
103; Fatemeh R. (age 21); 09/12/2019; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
104; Eshrat Nazari; 18/12/2019; Raja’i Shahr Prison, aka Gohardasht Prison (in Gohardasht, near Karaj, Alborz Province)
105; Maliheh Haji Hassani (Haji-Hosseini) (age 29); 14/01/2020; Adel Abad Prison (in Shiraz, Fars Province)
106; Sara M. (age 35); 14/01/2020; Vakilabad (Vakil Abad) Prison (in Mashhad, Razavi Khorasan Province)
(Fonti: ncr-iran, NtC, 20/01/2020)


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

INDIA: 102 CONDANNE A MORTE NEL 2019

I tribunali indiani hanno emesso 102 condanne a morte nel 2019, oltre il 60% in meno rispetto alle 162 condanne a morte del 2018. I tribunali hanno in particolare sanzionato gli omicidi con violenza sessuale - la percentuale di condanne a morte emesse nel 2019 per omicidi che coinvolgono reati sessuali è stata del 52,94% (54 su 102 condanne capitali), la più alta degli ultimi quattro anni.
Il 2019 ha visto anche il maggior numero di conferme da parte delle Alte Corti negli ultimi quattro anni; 17 delle 26 conferme (65,38%) riguardano reati di omicidio con violenza sessuale. La Corte Suprema, principalmente durante il mandato del precedente capo della magistratura indiana Ranjan Gogoi, ha ammesso e trattato 27 casi capitali, il numero più alto in un anno dal 2001.
Questi sono i dati principali contenuti nella quarta edizione di The Death Penalty in India: Annual Statistics, presentato dal Progetto 39A presso la National Law University (NLU), Delhi. Il Progetto 39A è un'iniziativa di ricerca focalizzata sul sistema giudiziario penale e in particolare sulle questioni di assistenza legale, tortura, pena di morte e salute mentale nelle carceri.
Il Rapporto contiene notizie di condanne a morte pronunciate da tribunali pubblicate online da testate giornalistiche in inglese e hindi e ha verificato questi numeri con quanto pubblicato su siti Web di alte corti e tribunali distrettuali.
(Fonti: indianexpress.com, 18/01/2020)


BANGLADESH: 10 ISLAMISTI CONDANNATI A MORTE PER ATTENTATO ESPLOSIVO

Un tribunale del Bangladesh ha condannato a morte 10 militanti islamici il 20 gennaio 2020 per l'attentato esplosivo contro un raduno comunista che due decenni fa uccise cinque persone.
Nel gennaio 2001 diverse bombe furono fatte esplodere a Dhaka ad un meeting del Partito Comunista del Bangladesh e la polizia ha accusato un gruppo legato al fuorilegge Harkat-ul-Jihad al Islami (HUJI) dopo un'indagine durata diversi anni.
L'attacco è stato uno dei tanti realizzati da gruppi militanti i cui membri tornavano in Bangladesh dal conflitto in Afghanistan all'inizio degli anni 2000.
Il 20 gennaio, il procuratore della città di Dhaka, Abdullah Abu, ha riferito all'AFP che 10 membri dell'HUJI sono stati riconosciuti colpevoli e condannati a morte.
"Hanno effettuato l’attentato come parte della loro jihad per stabilire un governo islamista. Volevano sporcare l'immagine del governo secolare e creare l'anarchia", ha detto.
Due membri del partito comunista che erano accusati di coinvolgimento sono stati assolti.
(Fonti: AFP, 20/01/2020)


TUNISIA: 8 CONDANNATI A MORTE PER LE UCCISIONI DELLE GUARDIE PRESIDENZIALI

Un tribunale tunisino il 17 gennaio 2020  ha condannato a morte otto persone per un attentato suicida che prese di mira un autobus della guardia presidenziale a Tunisi nel novembre 2015.
L'attacco, rivendicato dallo Stato Islamico (IS), uccise 12 guardie presidenziali e ne ferì altre 20.
Il vice procuratore Mohsen el Daly ha comunicato che la quinta camera del Tribunale di primo grado di Tunisi - specializzata in crimini terroristici - ha emesso otto condanne a morte, un ergastolo e una pena detentiva di 10 anni.
Gli imputati sono stati giudicati colpevoli di "omicidio volontario e appartenenza a gruppi terroristici", ha detto Daly, precisando che solo quattro degli imputati sono stati presenti durante il processo.
Gli altri sono stati condannati in contumacia, ha detto all'agenzia di stampa tunisina TAP.
Il tribunale ha inoltre stabilito risarcimenti per le famiglie delle persone uccise e ferite nell'attacco.
(Fonti: middleeasteye.net, 18/01/2020)


TEXAS (USA): GIUSTIZIATO JOHN GARDNER

John Gardner, 64 anni, bianco, è stato giustiziato in Texas il 15 gennaio 2020.
Era stato condannato a morte nella Collin County il 14 novembre 2006 con l’accusa di aver ucciso la moglie Tammy Dawn Gardner nel gennaio 2005, 2 settimane prima che il divorzio divenisse definitivo.
Gardner nel 1983 aveva già ucciso una ragazza che all’epoca era sua moglie, Rhoda Gay Gardner, che aveva 18 anni ed era incinta. All’epoca Gardner aveva 26 anni e, arrestato, aveva confessato.
Nelle sue dichiarazioni finali Gardner si è scusato più volte con il figlio, la figlia e la madre della moglie, che guardavano attraverso una finestra a pochi metri di distanza. Poco dopo l'inizio della dose letale del pentobarbital, Gardner ha fatto 3 respiri profondi, ed ha iniziato a russare. Dopo alcuni secondi, tutti i movimenti si sono fermati. È stato dichiarato morto alle 18:36 CST, 16 minuti dopo l’inizio della procedura.
Gardner diventa il primo detenuto giustiziato quest'anno in Texas, e il 568° in totale da quando lo stato ha ripreso le esecuzioni nel 1982. Gardner diventa il primo detenuto giustiziato quest'anno negli Stati Uniti e il 1.513° in totale da quando la nazione ha ripreso le esecuzioni il 17 gennaio 1977. L'anno scorso, 22 detenuti sono stati giustiziati negli Stati Uniti, nove dei quali in Texas, confermando il “record” del Texas come stato che compie più esecuzioni.
(Fonti: Associated Press e Rick Halperin, 15/01/2020)


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Per maggiori informazioni: http://www.nessunotocchicaino.it

venerdì 24 gennaio 2020

Centomila gavette di ghiaccio, Storie della farfalla, Gianpiero Mughini, La vie est dégueulasseOoy, il parente fascistello, i bulli



Ho letto “Centomila gavette di ghiaccio” di Giulio Bedeschi ai tempi delle medie con una rilettura veloce alle superiori e purtroppo è una di quelle letture inficiate dagli obblighi scolastici e dai relativi riassunti da consegnare alla professoressa di turno. 

Nei giorni scorsi sono incappato in un bell'articolo di Gianpiero Mughini su il Foglio "La ritirata nel gelo dell’inverno russo, dove più delle pallottole poté il gelo. Leggere per la prima volta "Centomila gavette di ghiaccio" e non so perché mi è tornato in mente un cugino della mia nonna paterna che conobbi da bambino. 
Un vecchietto (ma neanche tanto vecchio ai tempi, avrà avuto 66-67 anni) che aveva combattuto come Alpino nei Balcani e poi con l'Armir in Russia dove ci aveva lasciato tre dita della mano sinistra, la gamba sinistra oltre alla parte sinistra del volto semiparalizzata. 
Apparteneva alla linea materna di mia nonna: mezzadri mezzi socialisti e repubblicani che poi si erano fatti tutti fascisti dopo la marcia su Roma e quel vecchietto non aveva mai rinnegato la sua fede fascista così come sua sorella che aveva prestato servizio come ausiliaria per la Repubblica di Salo'. 
A quei tempi (i miei ricordi risalgono a metà anni' 80 fino ai primissimi anni '90) quando andavamo nel legnanese e milanese a trovare le zie e gli zii di mio padre capitava spesso di incontrarlo e io ero felicissimo di vederlo perché la sua stanza era piena di tesori e a differenza di mio nonno che non parlava mai di guerra, lui era un oratore incredibile e quando, al terzo calicetto di vino, si metteva a raccontare le sue avventure di guerra io e tutti gli altri restavamo a bocca aperta anche se quelle storie le  avevamo già ascoltate mille volte. 



Sorridevo quando magari mio nonno partigiano e il resto dei parenti gli dicevano di non esagerare e stare buonino con gli elogi del Duce perché altrimenti lo avrebbe buttato per strada. 

Appena sapeva che saremmo passati da quelle parti mandava qualcuno a  comprarmi un sacchetto di soldatini di plastica perché sapeva quanto amavo giocare coi soldatini e una volta notai che quel fascistello aveva aperto il sacchetto e trasformato la bandiera italiana in una bandiera strana che non conoscevo. 

Fu mio padre a spiegarmi di cosa si trattava e a gettarla nell'immondizia. Indomito andai a recuperarla di nascosto e la rimisi nella scatola col resto dei soldatini e le bandierine. Il giorno dopo era scomparsa nuovamente. Il fascistello lo rifece una seconda volta e questa volta la portai in salvo. Quattro giorni dopo che ci giocavo il pennarello sbiadì e tornò ad essere la solita bandiera italiana.


...


La mia mente mi fa sempre brutti scherzi e se sopra pensavo al mio parente fascistello rileggendo “Storie della farfalla” di William T. Vollmann (Minimum Fax, traduzione di Cristiana Mennella) ho ricordato tutti i soprusi che ho subito da bambino perché ero gracile, silenzioso, timido, saccente, bruttissimo, noioso. 
E perché portavo l'apparecchio e ne ho portati di tutti i tipi e quanti soldi hanno speso i miei genitori per sistemarmi la bocca... e quanti soldi hanno speso inutilmente loro due per farmi accettare questa esistenza di merda... la scimmia che mi porto dentro da sempre.
Una volta a Milano me la vidi brutta col baffo addosso.
Quando hai finito dal dentista te la senti di venire in Corso Buenos Aires al solito negozio di vestiti che devo comprare un po' di cose per tua sorella? ,i aveva chiesto mia madre.
Ovvio che ce l'avrei fatta.
E invece appena uscito dal portone ecco due prostitute di sessant'anni che mi pigliroano subito per il culo mentre adescano clienti e che non contente mi colpirono con due mozziconi di sigaretta e ricordo che mi urlarono in dialetto milanese qualcosa del tipo che con quel coso in bocca sembravo un'affettatrice arrugginita e che la figa non me l'avrebbe fatta leccare mai nessuna ragazza ma il peggio fu quando per attraversare il parcheggio mi scontrai con un gruppetto di adolescenti che mi sbarrarono la strada e cominciarono a darmi del mostro, del ritardato, mi sollevarono da terra prendendomi per lo zaino per poi sbattermi a terra, uno mi sputò sui capelli. 
Si dileguarono solo per l'arrivo di un paio di vecchietti che però mi diedero pure loro della femminuccia quando scoppiai a piangere prima di correre da mia madre.
Non le raccontai nulla se non che ero inciampato in un tombino e mi ero sporcato i calzoni nuovi.
Tempo fa ho raccontato questo episodio a mia cugina che mi ha detto che in un video dei Blink 182 c'è una ragazza col baffo che fa una brutta fine.
Mia cugina per tutto quello che ha subito da ragazzina ha ancora gli incubi.



E mentre leggevo ho pensato anche a te Ooy, amica mia, augurandomi che le persone che stai accompagnano, adescando in Thailandia non sia troppo schifose. 
Conoscendoti, posso solo augurarmi che tu stia bene.
La vie est dégueulasse è il titolo di un romanzo di Malet che fa parte di me e ho quasi sempre sentito la mia vita come qualcosa di schifoso, disgustoso, insopportabile, un peso e non chiedo nulla ai giorni che vengono se non che le persone buone come te Ooy possano essere preservate dal Male e conservare quegli occhi e quei sorrisi che mi hai regalato per tutto il tempo che ci siamo frequentati.


Andrea Consonni, 24 gennaio 2019

giovedì 23 gennaio 2020

Valter Vecellio sul digiuno di Salvini; ci mancava pure il libro delle Sardine; Le Alpi in movimento



"Salvini pensa di essere Pannella, ma il digiuno è una cosa seria

Un digiuno politico è cosa molto seria, non un gioco: lo sapeva bene Marco Pannella; anche quando apparentemente “gigionava” accettando d’esser dipinto da pagliaccio. Si preparava con cura gli obiettivi politici concreti, il “dialogo” con le istituzioni: “Rischio la vita perché la vita, con tutte le sue declinazioni è la posta in gioco”. Digiuni anche estremi: come quando si “disseta” con la sua stessa urina; digiuni per il diritto al diritto: il diritto alla conoscenza. Un digiuno politico è strumento da maneggiare con grande cura. Non è quello che si coglie nell’iniziativa annunciata dal leader della Lega Matteo Salvini e dai supporter. È piuttosto un digiuno (con quali regole?) annunciato per sostenere un “particulare”. Si può apprezzare che per una volta non si ricorre a espressioni supponenti, tracotanti. Piccolo passo in avanti; ma davvero piccolo.

Più utile riflettere sul perché tanti digiuni di Pannella e di altri radicali sono stati ignorati (e ignorate le ragioni che li motivavano), mentre qui si pubblicizza qualcosa che al momento è solo un annuncio. Ricordo un digiuno del 1974 durato un centinaio di giorni. Ignorato da tutti, fin quando Pier Paolo Pasolini, sul Corriere della Sera, apre un dibattito sul “caso” che Pannella incarna. Lettura, ancor oggi attualissima, istruttiva.  «Mi trattano da vivo come fossi morto, pronti, da morto, a trattarmi da vivo», diceva Pannella. Sbagliava. Ora Checco è morto è gara a chi lo seppellisce e rimuove più in fretta. Anche persone che gli devono, letteralmente, tutto quello che sono. La nonviolenza (non solo il digiuno), deriva da Gandhi, Martin Luther King, César Chavez (non Hugo, per carità), Danilo Dolci, Aldo Capitini… Si associa ad altre pratiche: sit-in, disobbedienza civile, sciopero in quanto tale (a prescindere che si digiuni o meno): per affermare un diritto violato; perché l’istituzione rispetti la sua stessa legge: la applichi, se la ritiene giusta; la muti, se si rivela sbagliata.

Non esiste, insomma, lo sciopero della fame “per solidarietà”. Salvini se vuole usare questo strumento, muti l’obiettivo: digiuni per essere processato, giudicato da un tribunale. Può benissimo accadere quello che capitava a Pannella quando pubblicamente “fumava” uno spinello ritenendo sbagliata la legge che ne puniva uso e detenzione: trovare un giudice a Roma, e non solo a Berlino, che gli dà ragione. Ma così come l’iniziativa è “offerta”, no: non pare cosa seria. Del resto: poco serio è anche un Partito Democratico che vuole rinviare il voto della Giunta, per paura di ripercussioni sull’esito elettorale in Calabria e in Emilia-Romagna; per impedire che Salvini si possa presentare come vittima per avere difeso “i confini dell’Italia”. L’avrebbe comunque fatto.

Come spiegare al Pd che così facendo ha offeso gli elettori di Calabria ed Emilia-Romagna? Davvero il Pd pensa che possano fare presa quelle fanfaluche gridate da Salvini: che a bordo della nave militare italiana c’erano pericolosi terroristi tagliagole, e non poveracci da salvare? Se questo è il timore, meglio farebbero a riflettere sul perché si è giunti a questo punto; e pensare su cosa fare per arginare questa deriva. Capire insomma che è tempo di immaginare politiche con un vocabolario nuovo di sapore antico: sforzarsi di parlare col popolo, nel popolo, per il popolo. Ci provino a dirlo: “PO-PO-LO”. All’inizio faranno fatica; poi è possibile che si rendano conto che è una bella parola, importante… Finalmente saranno capiti; soprattutto capiranno…"

Dovesse suonare un giorno a me io lo farei salire Salvini, senza telecamere ovviamente, e ci litigherei pesantemente, sicuramente mi manderebbe a fanculo e mi darebbe della zecca comunista e già spiegargli che non sono comunista sarebbe durissima ma due chiacchiere con lui sarei disposto a farle. Perché discutere lo faccio con tutti. E visto la vita che ho fatto ho discusso con persone molto ma molto ma molto peggiori e pericolose di Salvini.
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Ho ascoltato Santori e gli altri portavoce delle Sardine, superando un'antipatia a pelle che proprio mi faceva rizzare i peli sulle braccia.
Li ho ascoltati e mi hanno lasciato freddo e indifferente ma come scritto sopra per Salvini discuterei anche con loro e litigherei di brutto pure con loro.
E poi vengo pure a scoprire che l'Einaudi pubblicherà a marzo il loro libro.
Che dire... 
Magari fra un po' avranno anche una bella striscia televisiva oltre a tutta l'attenzione dei media di cui hanno goduto, che hanno cavalcato e che li ha sponsorizzati a dovere.
Lasciamo stare.
Sul declino delle case editrici soprassiedo perché è meglio.
Mi immagino comunque cosa accadrà al prossimo Salone del Libro di Torino.


E per ripulirsi da questa schifosissima aria che tira sempre meglio ascoltare Brahms:


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"Francesca Chiesi Ermotti
Le Alpi in movimento
Vicende del casato dei mercanti migranti Pedrazzini di Campo Vallemaggia (XVIII s.)
Collana «Itinerari»

anno 2019 - pp.568 - ISBN 9788877138118 - Eu 60.00 - CHF 64.00

ECA 1617

Seguendo gli itinerari di altri emigranti originari dei baliaggi svizzeri a sud delle Alpi, che si dirigevano verso centri del Sacro Romano Impero Germanico, a inizio Settecento membri del casato Pedrazzini di Campo Vallemaggia si spinsero fino nella città di Kassel, dove fondarono un negozio di prodotti coloniali.

Sotto l’insegna «Gaspard Pedrazzini & Fils» nacque così un’attività imprenditoriale di successo destinata a durare per più di un secolo fino agli anni 1830. L’indagine sulle vicende dei mercanti migranti si basa sullo spoglio di un ricco archivio familiare, un unicum nel panorama alpino, la cui documentazione inedita è composta soprattutto da corrispondenza. Le fonti attestano come per i Pedrazzini il villaggio alpino e il centro di emigrazione non costituissero due momenti separati, bensì due poli interdipendenti di un unico sistema. La reputazione e l’agiatezza  raggiunte a Kassel andarono infatti a confermare nel tempo la loro appartenenza alla comunità natia, dove essi assunsero un ruolo di peso quali esponenti del notabilato locale, divenendo interlocutori  rispettati dalle autorità balivali ed elvetiche. I loro possedimenti nei baliaggi sudalpini, la rete creditizia, il mecenatismo, le caratteristiche del loro insediamento a Campo con l’edificazione delle imponenti dimore gentilizie, sono tutti indizi di un investimento considerevole nel luogo d’origine. Da tale radicamento trasse a sua volta slancio e vigore l’avventura imprenditoriale dei Pedrazzini nella città tedesca,  in un continuo interscambio che invita a riconsiderare l’opposizione tra mobilità e appartenenza.

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mercoledì 22 gennaio 2020

Houellebecq/Cahier; Simone Pagiotti; Piero Ciampi; The Girlfriend Experience; Cosmetic


Unico giorno libero prima di un'altra bella campagna d'inverno ma lo stesso mi son svegliato alle 4 e 30, letture, due caffè, qualche biscotto e fuori a sfidare il freddo per ritirare Michel

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Che bello quando i libri arrivano per posta.
Ne scriverò prossimamente.

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Il 19 gennaio son stati quarant'anni che Piero Ciampi se ne è andato e mentre leggevo alcuni articoli su di lui e ascoltavo alcune sue canzoni mi chiedevo cosa avrebbe mai scritto e cantato uno come Piero in anni come questi pieni di volgarità e perbenismo, di censure e stili di vita sani, di ipocrisia e finti ribelli.
Chissà.

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Mi è capitato di vedere alcune puntate di questa serie a me prima sconosciuta e l'ho trovata molto interessante.

E ieri mattina prima di uscire per andare al lavoro mi sono ritrovato su una scena di sesso orale


che non so perché ma mi ha ricordato una ragazza che, ormai quasi vent'anni fa a Barcellona, avevo conosciuto da mezz'ora senza chiedermi nulla mi si inginocchiò davanti e mi fece un incredibile pompino con ingoio. Poi pero' si porto' via il giubbetto e lo zaino con tutte le mie birre. 



lunedì 20 gennaio 2020

Craxi e l'amico Gabriele Maestri

Erano un po' tutti libri che mi apprestavo a comprare/prendere in prestito e a leggere ma è arrivato prima l'amico e compagno Gabriele Maestri che me li ha spediti tutti via mail in pdf:


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Gabriele ne ha scritto in maniera approfondita sul suo blog: "Craxi, pagine (simboliche e non) da sfogliare vent'anni dopo"


sabato 18 gennaio 2020

Attualità, Roma, Nicola Manuppelli, Budd Boetticher, Memorie di una contadina, Vic Chesnutt/Kristin Hersh


In questi giorni sto seguendo sì e no la politica italiana perché più coinvolto da alcune questioni svizzere come le discussioni sull'accordo coi frontalieri, i prossimi referendum, le liste per le comunali.

Restando all'Italia: da un lato sono disinteressato, se non del tutto alieno, a quanto sta accadendo fra Pd/Sardine e compagnia bella e dall'altra molto preoccupato per una coalizione di destra che si traveste da mille facce da bar sport. 




Per fortuna esistono ancora quotidiani come Il Riformista e Il Dubbio che mi offrono qualche boccata d'aria e una radio come Radio Radicale.

Di sicuro i prossimi saranno giorni/mesi impegnativi per tutti quelli come me iscritti al Partito Radicale.


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Leggendo “Roma” di Nicola Manuppelli (Miraggi) ho cominciato a pensare a tutto un certo cinema dimenticato. Non ho pensato a Fellini, Pasolini ma mi è venuto in mente un grande regista statunitense come Budd Boetticher. Domani ho visto che mandano un film in tv come Seminole con dentro Rock Hudson e che è un film con spunti molto interessanti. Considerato, a torto, un regista di serie B è stato per me un incredibile regista. Sarà di serie B per qualcuno ma per me uno che gira film come I sette assassini o L'albero della vendetta è un regista che mi tengo stretto al cuore.


E poi questo pomeriggio, restando a Fellini, ho pure visto su Radio Radicale la conversazione di Maria Antonietta Farina Coscioni a Sandra Milo.


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Poi qui c'è “Memorie di una contadina”.

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Andrea Consonni, 18 gennaio 2020

NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS - SOMALILAND (SOMALIA): SEI GIUSTIZIATI PER OMICIDIO E TERRORISMO

NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS

Anno 20 - n. 3 - 18-01-2020

Contenuti del numero:

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : SOMALILAND (SOMALIA): SEI GIUSTIZIATI PER OMICIDIO E TERRORISMO
2.  NEWS FLASH: BIELORUSSIA: EMESSE LE PRIME DUE CONDANNE CAPITALI DEL 2020
3.  NEWS FLASH: ARABIA SAUDITA: 184 GIUSTIZIATI NEL 2019
4.  NEWS FLASH: PAKISTAN: ANNULLATA CONDANNA A MORTE DELL’EX PRESIDENTE MUSHARRAF
5.  NEWS FLASH: MYANMAR: CONDANNATO ALL’IMPICCAGIONE PER OMICIDIO
6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


SOMALILAND (SOMALIA): SEI GIUSTIZIATI PER OMICIDIO E TERRORISMO

Sei uomini che erano stati condannati per omicidio e terrorismo nel Somaliland sono stati giustiziati a Hargeisa il 15 gennaio 2020.

Attivisti per i diritti umani hanno confermato l'esecuzione dei sei detenuti nella prigione di Mandheera, situata nella capitale Hargeisa.
Il funzionario del Somaliland Human Rights Center, Guleid Ahmed Jama, ha detto che i sei sono stati giustiziati il 15 gennaio mattina.
“Il Somaliland ha giustiziato questa mattina sei uomini. Le esecuzioni sono avvenute mediante fucilazione nella prigione di Mandheera. Due erano presumibilmente legate ad al Shabaab ", ha detto Jama.
Secondo l'attivista per i diritti umani, questa esecuzione è la prima per un caso relativo ad Al-Shabaab in Somaliland dal 2016.
Il Somaliland, ufficialmente la Repubblica del Somaliland, è uno stato auto-proclamato considerato a livello internazionale come una regione autonoma della Somalia.
(Fonti: hiiraan.com, 15/01/2020)

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

BIELORUSSIA: EMESSE LE PRIME DUE CONDANNE CAPITALI DEL 2020

Il tribunale regionale di Mogilev il 10 gennaio 2020 ha condannato a morte due fratelli che sono stati giudicati colpevoli di aver commesso un omicidio in modo particolarmente violento, ha reso noto il Centro per i Diritti Umani Viasna.
"Oggi, 10 gennaio, un giudice del tribunale regionale di Mogilev ha condannato a morte due fratelli, Ilya Kostin e Stanislav Kostin, in un'udienza fuori sede a Cherikov. Sono stati accusati di aver ucciso la loro insegnante, che era anche loro vicina, dando fuoco alla sua casa", ha detto il Centro.
La sentenza può essere impugnata presso un tribunale superiore.
Nell'aprile 2019, mentre spegnevano un incendio in una casa a Cherikov, gli addetti dei servizi di emergenza trovarono il corpo della sua proprietaria di 47 anni. Numerose ferite da taglio furono trovate sul cadavere. I presunti autori dell’omicidio furono identificati poco dopo; erano due fratelli con precedenti penali, di 19 e 21 anni, che avevano litigato con la donna il giorno prima.
 (Fonti: interfax.com, 10/01/2020)


ARABIA SAUDITA: 184 GIUSTIZIATI NEL 2019

L'Arabia Saudita ha messo a morte 184 persone nel 2019, il numero più alto in un anno solare da sei anni, ha reso noto l'organizzazione per i diritti umani Reprieve, definendola una "tragica pietra miliare" per il Regno.
Delle esecuzioni annunciate dall'agenzia di stampa saudita l'anno scorso, 88 sono state di cittadini sauditi, 90 di cittadini stranieri mentre sei persone erano di nazionalità sconosciuta, secondo quanto dichiarato da Reprieve il 13 gennaio 2020.
Il gruppo per i diritti ha riferito che 37 persone sono state messe a morte dal governo saudita in un solo giorno il 23 aprile, inclusi tre prigionieri che erano minorenni quando hanno commesso i loro presunti reati.
"Questa è un'altra tragica pietra miliare per l'Arabia Saudita di Mohammed bin Salman. I sovrani del Regno credono chiaramente di avere totale impunità nel violare il diritto internazionale quando pare a loro", ha affermato la direttrice del gruppo per i diritti, Maya Foa.
La dichiarazione di Reprieve ha sottolineato che il principe ereditario saudita, noto anche come MBS, aveva dichiarato in un'intervista televisiva nel 2018: "Abbiamo cercato di ridurre al minimo [la pena di morte] ... E crediamo che ci vorrà un anno, forse un po' di più, per porre fine ... Non lo otterremo al 100%, ma la ridurremo notevolmente".
(Fonti: aljazeera.com, 13/01/2020)


PAKISTAN: ANNULLATA CONDANNA A MORTE DELL’EX PRESIDENTE MUSHARRAF

Un tribunale pakistano il 13 gennaio 2020 ha annullato la condanna a morte pronunciata nei confronti dell’ex presidente del Paese Pervez Musharraf.
L'Alta Corte di Lahore ha stabilito che il tribunale speciale istituito per processare l'ex presidente non fosse legale. Il collegio di difesa di Musharraf aveva presentato una petizione all'Alta Corte in seguito alla condanna a morte emessa lo scorso dicembre dal tribunale, secondo cui l'ex generale dell'esercito era colpevole di aver imposto leggi di emergenza in violazione della Costituzione durante il suo governo.
Musharraf prese il potere nel 1999 quando estromise il governo eletto dell'ex primo ministro Nawaz Sharif con un colpo di stato militare. Otto anni dopo, impose leggi di emergenza e mise diversi giudici chiave agli arresti domiciliari. Queste mosse provocarono condanne e proteste a livello nazionale che portarono alle sue dimissioni nel 2008.
"La condanna a morte pronunciata contro Pervez Musharraf è annullata dopo l'odierna sentenza della Corte", ha detto ai giornalisti il procuratore pakistano Ishtiaq Khan.
L'avvocato di Musharraf, Azhar Sadique, ha accolto positivamente il verdetto del tribunale, tuttavia ha dichiarato: "Vediamo come reagisce il governo". L’avvocato ha sostenuto che Musharraf fosse un obiettivo politico e fosse stato falsamente accusato di tradimento dal governo nel 2014 dopo che l'ex premier Sharif è tornato al potere.
(Fonti: AP, 13/01/2020)


MYANMAR: CONDANNATO ALL’IMPICCAGIONE PER OMICIDIO

Un tribunale della regione di Ayeyarwady nel Myanmar il 13 gennaio 2020 ha condannato all’impiccagione un ex assistente sanitario per aver ucciso un insegnante e aver nascosto il cadavere dopo che nel 2016 un triangolo amoroso era diventato violento.
L'ex assistente sanitario Than Zaw, che lavorava in un centro sanitario rurale nel villaggio di Payagon nella township di Hinthada, è stato dichiarato colpevole di aver cospirato con la sua ragazza per uccidere il suo ex fidanzato Ko Aye Naing, un insegnante di 34 anni della scuola primaria del villaggio di Mayan Lay nella stessa township, secondo il Tribunale Distrettuale di Hinthada.
Il processo è durato tre anni e nove mesi. Il 13 gennaio il tribunale ha stabilito che ai due imputati debbano essere applicate le massime punizioni previste dalla legge.
L'ex assistente sanitario è stato condannato all’impiccagione ai sensi dell'articolo 302 (1.b), del codice penale, per omicidio premeditato. La sua fidanzata, Hnin Cherry, è stata condannata a sette anni di prigione con lavori forzati ai sensi dell'articolo 201 per aver nascosto le prove dell'omicidio, secondo il giudice distrettuale U Aung Thein Oo del Tribunale Distrettuale di Hinthada.
(Fonti: irrawaddy.com, 15/01/2020)

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