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venerdì 13 novembre 2015

Due righe su "Dopo la guerra" di Hervé Le Corre (edizioni e/o)



“Dopo la guerra” di Hervé Le Corre (edizioni e/o, traduzione dal francese di Alberto Bracci Testasecca), vincitore del Premio Le Point del romanzo noir europeo nel 2014, è un romanzo avvincente, violentissimo, angosciante e insieme commovente. Una sorta di incontro di boxe dove si incontrano eleganza e precisione dei colpi. Ridurlo semplicemente a un romanzo noir sarebbe un errore perché questo romanzo fuoriesce dalle gabbie del genere facendo confluire nella narrazione eventi bellici, introspezione psicologica, ricostruzione d’epoca e molto altro, con forse qualche eccesso di verbosità in alcuni passaggi. La storia è ambientata a Bordeaux sul finire degli anni ’50. Infuria la guerra d’Algeria e le ferite, le tragedie, gli orrori della Seconda Guerra Mondiale  sono state seppellite sotto uno spesso strato di ipocrisia perchè la nuova Francia non ha tempo da perdere con storie di collaborazionisti e miliziani riciclatisi in un batter d’occhio, di partigiani rimasti senza l’agognata rivoluzione, con reduci dei campi di concentramento che al ritorno hanno trovato le case saccheggiate e i delatori che camminano indisturbati per le strade. L’ordine categorico è seppellire, voltare pagina, guardare al futuro, prestare fedeltà a una Repubblica che si sostiene sugli scheletri e su un corpo di polizia corrotto e rimasto in gran parte lo stesso della Francia di Vichy. In questa Bordeaux nera, fredda e piovosa vivono Daniel, un ventenne che ha perso i genitori nei campi di concentramento, è stato adottato da una coppia amica della madre, lavora come meccanico in un garage ed è destinato a partire per combattere in Algeria; il commissario Darlac, un poliziotto corrotto che si è arricchito durante l’occupazione e che gestisce la giustizia con metodi feroci e facendosi aiutare da feccia umana scampata ai partigiani; Jean Delbos, il padre di Daniel, che è sopravvissuto ai campi e che torna, con la mente squassata da fantasmi e orrori, dopo tanti anni, in incognito, a Bordeaux per vendicarsi di Darlac e soprattutto per ricosprirsi padre e uomo vivo. Intorno a questi tre personaggi principali l’autore dipinge una galleria di personaggi apparentemente minori ma decisivi a rendere indimenticabili questo affresco doloroso: Irene, la sorellastra di Daniel e vero suo grande amore; i poliziotti corrotti, gli amici e poi i commilitoni di Daniel; i traffichini, le prostitute, i boss della malavita in fin di vita, gli alcolizzati, le spie; la moglie di Darlac, ancora innamorata dell’ufficiale nazista che frequentava durante l’occupazione; i genitori adottivi di Daniel, simbolo della parte migliore della Francia. Le Corre è bravissimo nell’intrecciare le storie di questi personaggi, le vicende d’amore, i momenti d’azione, restituendo con partecipazione e vigore il dramma di un sopravvissuto all’Olocausto che dentro di sé non ha la forza e le parole per rivivere ma solo un desiderio di vendetta che gli permetta di rendere onore a una storia d’amore, quella con Olga, la madre di Daniel, vissuta veramente solo nei pochi giorni di trasferimento verso il lager ma anche l’ambiguità di un uomo come Darlac, mostruoso nella sua dedizione al male o il dilemma esistenziale di Daniel, un ragazzo che sin da bambino conosce la paura, che vive di cinema e avventure sognate e che in Algeria si scontra con l’orrore vero, con la difficoltà di conciliare ideali e cruda realtà. Le Corre fa sí che la Grande Storia si fonda splendidamente con i personaggi e questa storia di vendetta fino che il romanzo diventa un girone infernale carne squassata e torturata negli interrogatori della polizia/Gestapo/militari francesi, cadaveri abbandonati nel deserto, donne stuprate, crani fatti saltare in aria, corpi divorati dal cancro, anime sconvolta dai fantasmi. “Dopo la guerra” è un romanzo di carnalità genuina, di sentimenti puri che a leggerli fanno un male cane, perché questa violenza, mai gratuita, che vive in questa storia, che sta dentro di noi,  si dirige come un treno carico di corpi stremati verso un orizzonte di dolore per ricercare la pace, la verità, l'amore perduto, il meritato silenzio. 

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