"Io sono Jonathan Scrivener" di Claude Houghton (Castelvecchi) e ne scrive Gianpaolo Serino su Il Giornale: "Houghton racconta l'incredibile avventura di diventare se stessi".
Da domani cominciano giorni durissimi che si protrarranno fino al 6 di gennaio 2015.
Per tirarmi su di morale guardo una foto di mia madre che mi fa il solletico una mattina di Natale. Avevo il morbillo, le occhiaie e ricevetti regali magnifici.
Sorrido anche quando talvolta capito sul telefilm che parte dopo Blob,"Tre mogli per un papà".
E poi c'è da dire che Marcia Gay Harden (quella col vestito viola) mi ricorda la mia ragazza nel carattere, nel volto e nelle sue espressioni casalinghe.
E poi finisco per ascoltare e riascoltare questa canzone. Lo comprai appena uscì. Sono anni che ascolto Elliott ed è anche grazie a Elliott che io e la mia ragazza ci siamo conosciuti.
Perché.
Punto.
Dedicata a mio zio. Un altro che vorrei fosse qui con me.
Perché.
Punto.
Dedicata a mio zio. Un altro che vorrei fosse qui con me.
Come scriveva Laotse: "Lo guardi e non lo vedi, lo ascolti e non lo senti, ma se lo adoperi è inesauribile." Così leggo "del nulla" e mi ritrovo ad uscire "nel tutto", un po' come lo zero in matematica. Cose dimenticate, spunti, cose che amo, pezzi di te, pezzi di altro, pezzi da trovare e ritrovare...
RispondiEliminagrazie.
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