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venerdì 23 maggio 2014

L'età del petrolio - Ultimo aggiornamento

E questo è il penultimo aggiornamento del blog. Uno ancora, non so quando, e poi nient'altro. Intanto ciao e fate buone vacanze. Se le fate. Io ho altro da fare. Tra l'altro, in questi mesi non cercatemi nemmeno su Lankelot.

Aveva ragione Il Grande Vuoto di Syd.
Dovevo ascoltarlo.
Gli amici servono a questo.
Dopo giorni e giorni di riflessioni sono arrivato a comprendere cosa mi stesse dicendo.
Poi è arrivata la canzone dei Gazebo Penguins, "Riposa in piedi".

"Cambiano i fiori sulla lapide, ma non cambia che sto male
Ho chiuso gli occhi sperando che tu mi potessi dir qualcosa
Non hai più voce, un po' come me, o non ascolti
Parlo da solo contando che poi ci sia qualcuno che ti aggiorni
Vorrei spiegarti la difficoltà di chiamarla col suo nome
Dovrei usarla, ma non riesco mai, la parola fine.
La paura della parola fine."

E il cerchio si è chiuso.
Domenica avrebbe compiuto gli anni mia madre e questo blog, riaperto per lei, si chiude praticamente qui.
Non ho nient'altro da comunicare via internet.




Copertina

Questa copertina mi fa pensare a mia madre. Due giorni a quello che sarebbe stato il tuo compleanno.


Sigmaringen










Prima di andare in vacanza riusciro`finalmente a ritornare a Sigmaringen alla ricerca dei miei fantasmi. 

giovedì 22 maggio 2014

Uomini che stimo




Vicine di casa

La mia vicina di casa più simpatica è una prostituta. E quando ci incontriamo ce la spassiamo sempre. Talune volte mi parla dei suoi clienti, dei suoi guadagni, delle sue difficoltà, dei dolori fisici che il suo lavoro comporta. Indossa spesso un pigiama che fa abbastanza schifo.

L'intervista di Teresa Ciabatti a Annalisa Chirico: 





(Shirley Jackson significa tantissimo per me)

Un disco:




E domenica, se siete italiani, andate al mare, al lago, in montagna, state a casa a guardare il Giro, sbronzatevi, drogatevi, scopate furiosamente, dormite, correte, giocate.
Non andate a votare.

mercoledì 21 maggio 2014

Il mio Zivago



La mia edizione de "Il dottor Zivago" non è quella che ho letto da ragazzo, di proprietà di mio nonno e alla sua morte finita nella libreria di mio zio. Una prima edizione logorata dalle varie letture. Gliela regalo` sua moglie per non so quale occasione. La dedica fa: "Al mio Zivago. Antifascista e anticomunista!" Ho cominciato a rileggerlo. I romanzi russi necessitano di tempo, attenzione, dedizione per entrare in circolo ma alla fine mi travolgono sempre. 

"Lei non ha nulla da temere, la sua coscienza è netta. Vergogna e paura deve provarle lui, se lei lo smaschera. Ma lei non lo farà mai. Per farlo le manca l'abiezione, la forza che Komarovskij ha nei confronti dei sottoposti e dei deboli. Ecco qual è la differenza fra loro. Ed è questo che rende spaventosa la vita. Con che cosa colpisce la vita? Col tuono e col fulmine? No, con gli sguardi obliqui e i mormorii delle calunnie. Tutto in essa è perfidia e doppiezza. Le basta tendere un filo, esile, come una ragnatela, ed è finita, prova a tirarti fuori dalla rete! Ti ci invischi sempre più. E sul forte hanno la meglio il debole e l'abietto."



Non vedo l'ora di vedere il nuovo film dei Dardenne (e anche "Still the Water"), anche perché di novità strabilianti non ne sto vedendo in questo periodo. Il sempre grande Boris Sollazzo lo ha recensito:

Cannes, i Dardenne contro questo mondo bastardo





Angela Azzaro è una grande e a breve, non so bene dirvi quando, proprio qui sul blog potrete leggere una mia intervista che toccherà vari argomenti. 





"Losing My Edge" è dedicata alle mie braccia, alla mia schiena e ai miei polsi totalmente distrutti dal lavoro.

martedì 20 maggio 2014

La vita è un’altra cosa #eutanasialegale #Welby



"Mi chiamo Mina e nel lontano 1980 ho sposato Piergiorgio, Piergiorgio Welby, un uomo affetto da distrofia muscolare.
Piergiorgio prima di morire mi ha detto: “Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche."
Queste e altre parole contro l'accanimento terapeutico e per il diritto all'eutanasia Piergiorgio le pronunciava in un discorso del settembre 2006 al Presidente Napolitano. Un discorso, fatto dal letto al quale era inchiodato, in cui aggiungeva: “Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude”.
In Italia, chi aiuta un malato terminale a morire - come un genitore o un figlio che vuole smettere di soffrire - rischia fino a 12 anni di carcere. Il diritto costituzionale a non essere sottoposti a trattamenti sanitari contro la nostra volontà è costantemente violato.
Il 13 settembre 2013 abbiamo consegnato in Parlamento una legge di iniziativa popolare che regola l'eutanasia e il testamento biologico.
Oggi chiedo, in memoria di Piergiorgio e per il diritto di tutti, la calendarizzazione in aula della proposta di legge sull’eutanasia e il testamento biologico.
Piergiorgio amava la vita, ma per lui la vita era altro dall'essere condannato a stare inchiodato a un letto. Se anche per te la vita è un’altra cosa, aiutaci firmando la petizione."

Mina Welby, co-presidente Associazione Luca Coscioni
Carla Welby, sorella di Piergiorgio Welby
Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni

domenica 18 maggio 2014

Fuori fa bello

Due articoli verso cui mi sento molto vicino, uno di Filippo Facci: "In morte del garantismo" che comincia così:

"La prima pagina dell’Unità che si compiace dell’arresto di un parlamentare del Pd, a questo punto, dovremmo appendercela in camera e rimirarla ogni mattina, così da capirlo una volta per tutte: abbiamo perso. Noi garantisti – garantisti veri, quattro gatti sputtanati che siamo – abbiamo perso e dobbiamo capacitarci che questo Paese non è cambiato, oppure è cambiato irrimediabilmente. Il caso di Fracantonio Genovese non è neppure molto significativo: il Pd l’aveva candidato già da indagato, è chiaro che sarebbe finita così, anche se certa disinvoltura – la gara di forca elettorale tra Renzi e Grillo – lascia comunque attoniti." 

e uno di Christian Raimo: "In galera!" che comincia cosi:

"Non avrei mai pensato di far parte di una nicchia di persone, di una nicchia sempre più ristretta del resto, composta essenzialmente di persone di destra. Ma il pezzo di Guido Vitiello oggi sul Foglio e l’articolo di Filippo Facci sul Post, giornalista di una testata che ho per anni considerato un fogliaccio come Libero, convergono su una verità tanto evidente che la loro disillusione non è più nemmeno provocatoria: in Italia il garantismo è morto. “In galera! In galera!” è l’unico valore condiviso sul quale, in quella ottusa cultura politica che è stato l’antiberlusconismo, abbiamo trovato a sinistra un collante comunitario. (Andate a rivedervi le immagini del 2009 del No Berlusconi Day, per vedere qual è stato in tempo recente il milieu di questa anti-educazione politica). Così il garantismo – diventato a sinistra una cultura ultraminoritaria, ancora di più nel Pd azzerato dalla canonizzazione dei pm da Tangentopoli in poi e da vent’anni di deriva persecutoria di giornalisti che hanno trovato erotizzante la mostrificazione degli indagati – viene di fatto associato con la connivenza."


E questi sono due libri di Filippo Facci che ho trovato usati:



sabato 17 maggio 2014

Cose.

Un film serbo che ho visto (sottotitolato in italiano): "Odumiranje" di Milos Pusic. Niente di eccezionale ma comunque begli spunti e l'aria dei Balcani fa sempre bene.


Un film capolavoro, girato in Unione Sovietica nel 1926. "La madre" di Vsevolod Pudovkin.










Libri che leggero`a breve:





E quando qualcuno mi scrive che un romanzo che gli ho regalato gli è piaciuto tantissimo com'era piaciuto a me, io sono strafelice. E' il caso di "Che fanno le renne dopo Natale?" di Olivia Rosenthal (Nottetempo). Due righe su Il Foglio. E le renne sono animali bellissimi. Una volta da piccolo ne ho baciata una.



E un libro bello, bello, con una copertina bella bella: "Teppa" di Valerio Marchi (RedStarPress):



E quando leggo di Meriam, condannata per apostasia, mi ricordo di un passaggio di Oriana Fallaci che ho ritrovato nel libro di Annalisa Chirico e che era tra l'altro uno dei punti cardine di mia madre. Trascrivo il passo velenosissimo tratto da "La rabbia e l'orgoglio":



"Ricordate gli anni in cui anziché ringraziarmi d'avervi spianato la strada, cioè d'aver dimostrato che una donna puo` fare qualsiasi lavoro come un uomo o meglio d'un uomo, mi coprivate di insulti? Ricordate gli anni in cui, anziché portarmi ad esempio, mi definivate sporca-maschilista e mi lapidavate perché avevo scritto un libro dal titolo Lettera a un bambino mai nato? "Quel libro durerà una sola estate". Ed anche: "Quella ha l'utero nel cervello". Ebbbene, dov'è finito il vostro livoroso femminismo? Dov'è finita la vostra presunta bellicosità? Com'è che sulle sorelle afghane, sulle creature assassinate seviziate umiliate dai maiali-maschilisti con la sottana e il turbante, imitate il silenzio dei vostri ometti? Com'è che non organizzate mai un'abbaiata dinanzi all'ambasciata dell'Afghanistan o dell'Arabia Saudita o di qualche altro paese musulmano? Vi siete tutte innamorate del fascinoso Osama Bin Laden, dei suoi occhiacci da torquemada, vi attira quello che sta sotto la sua sottanaccia? Lo trovate romantico, sognate d'essere stuprate da lui? Oppure delle sorelle musulmane non ve ne importa un accidenti perché le considerate inferiori? In tal caso, chi è razzista qui: io o voi? La verità è che non siete nemmeno cicale. Siete e siete sempre state galline cui riesce soltanto starnazzar nel pollaio, coccodè coccodè. O parassite che per tentar d'emergere avete avuto bisogno d'un uomo che vi tenesse per mano. Col che chiudo il discorso."

Se a qualcuno interessa gli spedisco il pdf.





giovedì 15 maggio 2014

Prossimi giorni

- Ognuno fa il suo lavoro e risponde alla sua natura. Ma chi vota per un arresto, chiunque sia l'imputato, ripeto, chiunque sia l'imputato, non si potrà mai sedere a tavola con me.

- Sto seguendo mio padre nella sua avventura "politica". Lo osservo da lontano. Perché il 25 maggio non andro`a votare. E condivido pochissimo del programma della sua lista., E non voterò nemmeno per lui, per la sua lista e nemmeno per l'altra lista. Anche a un livello del genere, piccolo paese di provincia, le bassezze  e stupidaggini di ogni sorta sono sconfortanti e sto male per la pochezza delle persone coinvolte, per il grado di leccaculaggine, invidia, livore, scemenza che circonda queste persone. 

- Recarmi in un seggio mi dà letteralmente il voltastomaco.

- E il 25 maggio 2014 mia madre avrebbe compiuto 68 anni. E uno dei pochi modi che mi resta per volerle bene e rimanere quello che sono, in libertà e spensieratezza, è non infangare quel giorno entrando in un seggio.

- L'idea di entrare in un seggio, mentre sto scrivendo questo post, mi ha messo i brividi addosso.

mercoledì 14 maggio 2014

La gemella H - Giorgio Falco (Einaudi) + Arcadia



"La gemella H" di Giorgio Falco (Einaudi) è uno dei romanzi più belli, intensi, travolgenti, dolorosi, sorprendenti, istruttivi che io abbia letto negli ultimi anni. Ci sto pensando tantissimo di questi tempi. Anche perché mi ha fatto ricordare Fritz, soldato della Wermacht, che combatté sul fronte orientale e fini` per frequentare l'albergo dei miei nonni dove fece amicizia con mio nonno partigiano. Un'amicizia duratura la loro. Mio nonno mi racconto`che riuscì a parlare con lui della guerra solo dopo qualche anno che si conoscevano. Mio padre mi racconta che Fritz e mio nonno rimanevano svegli fino a tardi in giardino a discutere seduti intorno a un tavolo. Lui, un prussiano alto due metri, mio nonno alto uno e sessanta. C'è una bellissima foto che li ritrae con un bicchiere di vino bianco in mano. Le due mogli che fumano sullo sfondo. Mia madre che beve una birra chiacchierando con mio zio quindicenne. 

Giuseppe Genna si è fatto travolgere come me da questo romanzo: 




"Arcadia" di Lauren Groff è invece un romanzo leggero`fra qualche giorno. Intanto vi lascio un articolo di Tommaso Pincio:


Tree pezzi, uno dei Gazebo Penguins che mi rivolta il respiro, uno dei The World che mi sento letteralmente nel cuore e quei corpi che si ammassano contro il gruppo mi fanno lacrimare e l'altro degli The Hotelier che letteralmente mi spacca in due lo stomaco:

Aspetteremo:  https://www.youtube.com/watch?v=NW35Z-0Yfo8








La vita è una merda.

E non vedo l'ora che finisca questa agonia.

martedì 13 maggio 2014

The Go-Between / Messaggero d'amore




"The Go-Between"/ "Messaggero d'amore" è un film di Joseph Losey che vidi tantissimo tempo fa e che finalmente ho ritrovato. Le emozioni sono le stesse. Un film tratto da un romanzo di L.P. Hartley , "l'età incerta", che lessi da adolescente e che non ho mai più riletto. Tra l'altro con l'aggiunta di una S ci sono anche i The  Go-Betweens: "Spring Rain" e poi si naviga fra scaffali, cuscini, caffè scadenti, canzoni dei Camera Obscura come Troublemaker (adoro i Camera Obscura) e si riceve dal fratello di un'amica un libro che sta sul cazzo a tantissime persone ma io leggo ogni cosa e non mi faccio fermare da nessuno, perché ho letto di tutto nella mia vita (anche libri nazisti come quello di Léon Degrelle, "Militia", che se lo avessi spurgato dal nome dell'autore sono sicuro che sarebbe piaciuto a tanti di sinistra che si dicono antinazisti e sono di sinistra senza sapere nemmeno perché) e il libro che ho ricevuto è questo:



"Ebrei contro Israele" di Giulio Meotti (Belforte Editore) e so già che mi farà scazzare, litigare, concordare, sorridere con il mandatario di questo libro.

E comunque "leva universale per la difesa della Patria" che cosa vi ricorda? L'avesse proposto uno di destra l'avrebbero inchiodato al muro ma visto che sei di centro-destra te la fanno passare liscia.

lunedì 12 maggio 2014

Da un libro all'altro

Da un libro passo a un altro. Da un libro ritorno a un altro. Da un libro inizia una ricerca su alcuni argomenti che mi porta a scoprire altri libri. "Siamo tutti puttane" di Annalisa Chirico (che mi ha preso moltissimo e che mi rappresenta anche molto ma che purtroppo sconta un pessimo editing)  mi ha portato alla scoperta di queste autrici, pensatrici femministe, e dei loro libri:


"Le gambe della libertà. Una difesa della libertà" di Wendy McElroy (Leonardo Facco Editore, prefazione di Roberta Tatafiore) e Paolo Marcon ne scrive qui. Il sito di Wenddy McElroy: http://www.wendymcelroy.com/news.php. L'autrice della prefazione di questo libro, Roberta Tatafiore,  si è suicidata nel 2009 ed è l'autrice, fra gli altri, de "La parola fine. Diario di un suicidio", uscito postumo nel 2010 per Rizzoli e credo ormai fuori catalogo.















La copertina di "Overdue", disco di "Circuit des Yeux" che potete ascoltare qui.





venerdì 9 maggio 2014

Giro d'Italia



Comincia il Giro d'Italia. Il ciclismo è parte della mia vita. Il ciclismo è uno sport che mi diverte, commuove, addolora, appassiona in generale ma visto che anche si tifa, io tiferò per questi due, Ivan Basso e Domenico Pozzovivo:







Un libro che mi arriverà fra un po`: "Le catene della sinistra" di Claudio Cerasa (Rizzoli) e trovate una lunga anticipazione uscita su Il Foglio.




E un libro veramente bello di cui scrisse anche Gianfranco Franchi qui:


Un tempo piccolo - Franco Califano

giovedì 8 maggio 2014

Ex

Perché non c'è niente di nuovo nelle inchieste su Expo & Co. Perché Expo è stato bramato per questi motivi per spartirsi denaro, per conquistare spazi di territorio, per deregolamentare il mondo del lavoro, per fare i fichi sulle questioni ambientali, per offrire festicciole e tanti squarci per scatti fotografici. Dietro tutto questo marciume risplende la stupidaggine di questo mega evento del cazzo. Inutile, dannoso, prevaricatore, specchietto per le allodole.  Un evento che si farà, non dubitate poveri stronzi che sgomiterete per farci un salto, si farà, prenotate il biglietto, cercate un albergo, andate a sentirvi fichi. E Roberto Maggioni ci ha scritto sopra un bel testo che seppur uscito qualche tempo fa resta ancora attuale proprio per la sua impostazione di fondo: "Expopolis" (Agenzia X) e io ci sarei andato giu`ancora più`pesante.


Ma visto che sono un incorreggibile rompicoglioni che va per la sua strada a queste inchieste si intrecciano tante altre riflessioni che scaturiscono da discussioni e letture. E una delle letture più`intense di questi ultimi mesi è stata stata sicuramente quella del libro di Claudio Martelli "Ricordati di vivere" (Bompiani) perché è un libro che mi ha fatto riflettere e discutere di questioni politiche e familiari. Discussioni accese che c'entrano poco con la figura di Martelli e molto di più con i movimenti di sinistra, col mio bisnonno che fu socialista durante il fascismo, con cio`che fu Mani Pulite, le stragi, con mio zio che dibatteva con mio nonno di riforme del lavoro e scioperi e avanzava proposte che avrebbe poi portato avanti nelle trattative con le parti sociali visto che mio zio si inscriveva proprio nella tradizione riformista socialista/repubblicana, eccetera, eccetera. 

E se ci sono cose che odio dal profondo sin da quando ero bambino sono lo sventolare delle manette, il tifo da stadio per i magistrati, l'augurare la galera a qualcuno, la pubblicazione/lettura delle intercettazioni, le piazze urlanti. 

E questo pur sentendomi totalmente distante da uomini come quelli arrestati oggi.

E sentendomi invece vicino al tono/sentimento espresso in questa lettera da un uomo come Sergio Moroni

E se non avete capito cosa sto cercando di comunicare, non importa.

Era solo un atto dovuto verso mio zio Antonio morto nel 1997, il giorno dopo aver compiuto cinquanta anni e aver trascorso vari giorni in coma in una sala rianimazioni dell'Istituto Tumori di Milano. Mio zio Antonio è stato uno straordinario politico mancato, un socialista-repubblicano, un viveur, un folle, un fanatico dei cani, un amante e profondo conoscitore del greco, del latino e di Tex Willer. Un consulente del lavoro sempre disposto al dialogo. Un umo che mi regalava libri, che mi parlo`di Nenni e Matteotti, che mi disse "Stai vicino a tuo padre". 

E fu proprio lui che mi parlo`di Sergio Moroni.

"Egregio Signor Presidente,
ho deciso di indirizzare a Lei alcune brevi considerazioni prima di lasciare il mio seggio in Parlamento compiendo l’atto conclusivo di porre fine alla mia vita. È indubbio che stiamo vivendo mesi che segneranno un cambiamento radicale sul modo di essere nel nostro paese, della sua democrazia, delle istituzioni che ne sono l’espressione. Al centro sta la crisi dei partiti (di tutti i partiti) che devono modificare sostanza e natura del loro ruolo. Eppure non è giusto che ciò avvenga attraverso un processo sommario e violento, per cui la ruota della fortuna assegna a singoli il compito delle “decimazioni” in uso presso alcuni eserciti, e per alcuni versi mi pare di ritrovarvi dei collegamenti. Né mi è estranea la convinzione che forze oscure coltivano disegni che nulla hanno a che fare con il rinnovamento e la “pulizia”. Un grande velo di ipocrisia (condivisa da tutti) ha coperto per lunghi anni i modi di vita dei partiti e i loro sistemi di finanziamento. C’è una cultura tutta italiana nel definire regole e leggi che si sa non potranno essere rispettate, muovendo dalla tacita intesa che insieme si definiranno solidarietà nel costruire le procedure e i comportamenti che violano queste regole.
Mi rendo conto che spesso non è facile la distinzione tra quanti hanno accettato di adeguarsi a procedure legalmente scorrette in una logica di partito e quanti invece ne hanno fatto strumento di interessi personali. Rimane comunque la necessità di distinguere, ancora prima sul piano morale che su quello legale. Né mi pare giusto che una vicenda tanto importante e delicata si consumi quotidianamente sulla base di cronache giornalistiche e televisive, a cui è consentito di distruggere immagine e dignità personale di uomini solo riportando dichiarazioni e affermazioni di altri. Mi rendo conto che esiste un diritto d’informazione, ma esistono anche i diritti delle persone e delle loro famiglie. A ciò si aggiunge la propensione allo sciacallaggio di soggetti politici che, ricercando un utile meschino, dimenticano di essere stati per molti versi protagonisti di un sistema rispetto al quale oggi si ergono a censori. Non credo che questo nostro Paese costruirà il futuro che si merita coltivando un clima da “pogrom” nei confronti della classe politica, i cui limiti sono noti, ma che pure ha fatto dell’Italia uno dei Paesi più liberi dove i cittadini hanno potuto non solo esprimere le proprie idee, ma operare per realizzare positivamente le proprie capacità e competenze. Io ho iniziato giovanissimo, a solo 17 anni, la mia militanza politica nel Psi. Ricordo ancora con passione tante battaglie politiche e ideali, ma ho commesso un errore accettando il “sistema”, ritenendo che ricevere contributi e sostegni per il partito si giustificasse in un contesto dove questo era prassi comune, ne mi è mai accaduto di chiedere e tanto meno pretendere. Mai e poi mai ho pattuito tangenti, né ho operato direttamente o indirettamente perché procedure amministrative seguissero percorsi impropri e scorretti, che risultassero in contraddizione di “ladro” oggi così diffusa. Non lo accetto, nella serena coscienza di non aver mai personalmente approfittato di una lira. Ma quando la parola è flebile, non resta che il gesto. Mi auguro solo che questo possa contribuire a una riflessione più seria e giusta, a scelte e decisioni di una democrazia matura che deve tutelarsi. Mi auguro soprattutto che possa servire a evitare che altri nelle mie stesse condizioni abbiano a patire le sofferenze morali che ho vissuto in queste settimane, a evitare processi sommari (in piazza o in televisione) che trasformano un’informazione di garanzia in una preventiva sentenza di condanna. Con stima.
Sergio Moroni »

martedì 6 maggio 2014

Mangia Bicchieri

"Il fascismo era lo spirito, Upim era il corpo." (Leo Longanesi) perché "La gemella H" di Giorgio Falco mi è restato dentro e perché Leo Longanesi era immenso.

Lo chiamavano Mangia Bicchieri e mio padre mi ha detto che è morto in questi giorni. Mangia Bicchieri perché beveva come una spugna. Negli ultimi anni girava sempre con Antonio che per un pezzo ha continuato a guidare anche se gli avevano tolto la patente. Uomini e donne che si fanno il giro dei bar del paese e di quelli dei paesi vicini, che stazionano in pianta stabile in un'osteria fino a quando vengono allontanati perché son diventati molesti o non pagano mai, che te li ricordi che hanno sempre bevuto. Gente come Bacio che vive ancora con la tazzetta di vino rosso e grande intenditore di calcio che mi stimolava sempre a dare il meglio di me stesso prima delle partite o come Carlina che fumava stecche di Centos dialogando col Campari spruzzato di bianco e che con mia madre poteva parlare per ore di figli, tessitura, Rimini, wc sul balcone e maestre cattive o Carlo che vuole sempre offrirmi un giro se mi vede e che ha pianto come un bambino quando gli ho detto che mia madre era morta. Persone che hanno combinato casini a volontà, che hanno sfasciato famiglie, che si sono riempiti di debiti, che hanno riempito di vergogna i propri figli ma che ho sempre trovato delle persone buone, di una bontà che solo sedendosi vicino a loro si riesce a percepire in tutta la sua travolgente umanità.

E questa canzone sotto perché unisce due pilastri per me: Crystal Castles e Robert Smith:


E domani esce ufficialmente il nuovo libro di Annalisa Chirico: "Siamo tutti puttane" (Marsilio Editori)


«Prostituirsi è uno scambio intrinsecamente morale. È la sublimazione del godimento della propria indipendenza privata». Così Annalisa Chirico, che si definisce «femminista pro sesso, pro porno e pro prostituzione», in questo libro si schiera a favore di chi valorizza un invidiabile décolleté, di chi adopera abilmente un carisma innato, di chi punta su una mente brillante (tratti che, si badi bene, non si escludono tra loro). «L’essere puttana - sostiene l’autrice - è uno stato esistenziale, comune a maschi e femmine. Siamo tutti puttane, in senso figurato, perché cerchiamo, ognuno a suo modo, di districarci nel complicato universo dell’esistente». Dalle Olgettine al «bunga bunga» di Pasolini, dalle Sacerdotesse del Sacro Canone Femminile alle teorie controcorrente di Camille Paglia e Wendy McElroy, dall’icona pop Madonna all’esaltazione di Cleopatra. Il libro smonta con arguzia gli argomenti di chi interpreta la «farfalla di Belén» o l’esibizione del corpo della donna in pubblicità come forme di degradazione della dignità femminile. Sullo sfondo, una visione laica dello scambio libero e volontario tra esseri adulti e consenzienti. Fino all’estrema provocazione: la prostituzione non esiste, ma «possediamo tutti quanti, maschi e femmine, un pizzico di quella “furbizia orientale” che ci rende profondamente liberi di sgomitare per autodeterminare la nostra vita».

lunedì 5 maggio 2014

Ce lo chiede l'Europa "Il corpo è mio e ci faccio quello che voglio io!"



Perché è ora di svegliarsi. Perché con i bacchettoni non ho niente da spartire. Perché l'estate è splendida. Perché di questa foto a me colpisce soprattutto il sorriso sbarazzino. Perché non vedo l'ora di rivedere il mare e manca meno di un mese al giorno che mi ci tufferò. Perché questa è una foto che almeno fa sorridere. E rilancio e magari arriverà anche una mia foto in onore delle mie nonne e di mia madre:

http://abbattoimuri.wordpress.com/2014/05/04/ce-lo-chiede-leuropa-il-corpo-e-mio-e-ci-faccio-quello-che-voglio-io/

e poi questo:

http://abbattoimuri.wordpress.com/2014/05/05/le-critiche-ai-culi-scoperti-e-il-femminismo-moralista/

e Angela Azzaro oltre ad aver regalato una sua foto ha scritto un articolo:

http://www.glialtrionline.it/2014/05/05/tutte-e-tutti-nudi-perche-ce-lo-chiede-leuropa/ e ne parla anche qui su youtube.




(Una scoperta, "Inferno e paradiso" e una riscoperta, "Le rose di Versailles", finalmente nelle mie mani anche grazie al romanzo di Eleonora C. Caruso, "Comunque vada non importa", pubblicato da Indiana e che ho recensito oggi su Lankelot qui)