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lunedì 31 marzo 2014

sabato 29 marzo 2014

We Were Skeletons + Alessandro Piperno


Una scarica di adrenalina depressiva: http://wewereskeletons.bandcamp.com/album/blame-aging




"Pubblici infortuni" di Alessandro Piperno e' un emozionante libro/memoir/rivisitazione di articoli che mi commuove e mi stimola a ogni passo e a ogni rispolverata. E' un inno alla lettura, quella che piace a me.

giovedì 27 marzo 2014

Di barriere

Adesso le sentiro' le solite chiacchiere ma quando leggo di notizie come questa: "Milano, una barriera al campo rom abusivo: anche la sinistra vota con il centrodestra" personalmente mi limito a un: Andate a cagare voi e le vostre barriere. Occhio, so benissimo le difficolta' del caso, so benissimo cosa significa vedersi svaligiare la casa, farsi rubare la macchina, avere a che fare con mendicanti, spacciatori, lavaggi macchine ai semafori, scippi. E facendo parte del proletariato/sottoproletariato/precariato ogni questione del genere crea qualche casino. 
Ma.
Ecco. 
Io vado oltre. 
Mi hanno educato a fermarmi e pensare e pensare a momenti di rottura, condivisione, crisi.
Mi piacciono le difficolta', muovermi in quei frangenti, al di la' del buonismo e della retorica qualunquista che fa parte poi di quegli appartenenti di quella sinistra li' che sono poi gli stessi che gridano contro la Le Pen.
Meritate di essere spazzati via.

mercoledì 26 marzo 2014

-invisibili-


Volete scoprire di cosa si tratta? Andate qui.

Poi dal 25 marzo al 29 aprile 2014: "Un po' di cinema svizzero" e il programma sta qui.

Per stare poi sul pezzo, ecco che mi e' arrivato un libro della francese, "Controcorrente" insieme a "Guareschi e Celine. Due grandi del '900" di Rodolfo Vivaldi.


Poi un libro di cui ho letto recensioni contrastanti: "Americani" di John Jeremiah Sullivan (Sellerio)


E poi "Nel ventre delle bestia" di Jack Henry Abbot (Derive Approdi):



(Sondaggio: quanto vi costa cambiare gomme? Non acquistare 4 gomme ma l'operazione di smontare 4 gomme e rimontarne delle altre primaverili, con convergenza)

martedì 25 marzo 2014

British Museum - Vikings

Al British Museum di Londra è stata allestita una mostra sui Vichinghi che forse riuscirò a vedere o almeno ci spero:



Questo dipinto e' "L'incendio delle Camere dei Lord e dei Comuni" di William Turner (1835, olio su tela) che sta in copertina di un libro che adoro: "Bello come una prigione che brucia" di Julius Van Daal, composto da due testi: il primo e' la traduzione di "Beau come une prison qui brule", un testo francese del 1994 che racconta della rivolta di Londra del 1780 e l'altro un testo di Quattrocentoquindici dal titolo "Brutto come una prigione che non brucia". Cercatelo, i due testi sono ambedue bellissimi. 

"Che la storia del sacco proletario di Londra del 1780 sia pressoche' sconosciuta ai piu' non ha certo niente di misterioso, e non solo perche' il corso delle vicende viene tramandato da chi aveva armi migliori. C'e' qualcosa nelle grandi rivolte come questa, senza particolari "motivi sociali", siano essi ideologico-politici, ideologico-religiosi, o ideologici-etnici - e in quella swinging London tasse e protestantesimi furono palesemente dei meri pretesti - che risulta indicibile all'organizzazione sociale, alla societa' precisamente intesa in quel senso dove Stato e societa' civile sono falsamente contrapposti."

La prevedibile vittoria di Marine Le Pen ha innescato ieri una bella discussione con la mia amica francese sostenitrice da sempre del FN. Abbiamo litigato e discusso in maniera molto accesa per quasi un'ora al telefono e poi l'atmosfera si e' quietata e siamo finiti a parlare di cimiteri, cani, padri, vacanze, fratelli, sorelle, libri, medicine, ristrettezze economiche. Su una cosa eravamo perfettamente d'accordo, ovvero sulla totale distanza da questa fantomatica lista per un'altra Europa e da personaggi come Casarini, Spinelli, Ovadia, Rodota' e chi piu' ne ha piu' ne metta e ovviamente la distanza e' anche dal resto delle liste, partiti, pseudomovimenti, eccetera...contenti loro, del tutto indifferente io.

lunedì 24 marzo 2014

Perfect Pussy - Say Yes To Love

Comprato, letto, o meglio divorato. 900 pagine volate via in un baleno.

"Il cardellino" di Donna Tartt è stato un romanzo devastante per il sottoscritto. Adesso tutti i suoi tre romanzi sono uno accanto all'altro in libreria.



Intanto c'è un bel disco uscito da poco: "Say Yes To Love" dei Perfect Pussy.

Al link sotto c'è il primo singolo:

https://www.youtube.com/watch?v=XyVrZfyfeZw

E un articolo sul Il Giornale di Marcello Veneziani su Cioran: "Cioran, l'allegro cantore dell'apocalisse"

domenica 23 marzo 2014

Il ritorno del freddo


Il pc in ristrutturazione fino a quando so. Funziona male ma m'importa poco. Qui su blogger uso html e non riesco a inserire immagini e link. Va bene così. Rimane l'essenziale. Potrebbe restare a questo modo e non mi cambierebbe un cavolo. Non m'interessa imparare qualcosa in questo settore.

Intanto ci sono alcuni libri interessanti in circolazione:

- "Memorandum. La mia autodifesa" di Robert Brasillach, a cura di Riccardo De Benedetti (Medusa). Brasillach è uno dei miei sogni ricorrenti.

- "Tutti dicono che sono un bastardo. Vita di Charles Bukowski" di Roberto Alfatti Appetiti (Bietti). Roberto è una gran bella persona e questo è il suo blog: http://www.robertoalfattiappetiti.blogspot.ch/

- "L'estate del coniglio nero" di Kevin Brooks (Piemme)

- "Giorni perduti" di Charles Jackson (Nutrimenti) da cui Billy Wilder trasse un gran bel film seppur edulcorando alcuni passaggi del romanzo. Se come il sottoscritto sapete cosa significa "Bere" allora dovete leggerlo assolutamente.

- "Oltre il giardino" di Jerzy Kosinki (Minimum Fax)

Ho sentito che Napolitano ha parlato di eutanasia. Per esaudire un desiderio di mia madre, ma che fa parte anche del mio percorso, farò di tutto per sostenere questa campagna. Intanto qualche informazione qui:

giovedì 20 marzo 2014

Ai funerali

Questo caldo permette di godere dello spettacolo offerto di una coppia di diciottenni che si spogliano rimanendo in completo intimo nero e con lo splendente viso di Putin tatuato sulla spalla e poi scivolano nell'acqua gelida del lago rimanendoci per almeno venti minuti coi loro genitori che le fotogravano dalla riva. Quando sono uscite dal lago si sono sedute vicino a noi per asciugarsi al sole. Parlavano bene l'italiano e ci abbiamo parlato insieme per una mezz'ora. La mia ragazza chiedeva loro della steppa e se gli piaceva la Svizzera e dov'erano dirette. Como, Milano, Bergamo, Verona, Venezia, Firenze, Roma. Erano gentili ed educate, cosi' come i loro genitori. Mi sono sempre piaciuti i russi. Un giorno ci vorremmo andare in Russia.


Qualcuno forse avra' visto giocare Ryan Giggs ieri sera in Champions. Intono allo scrittore gallese Rodge Glass ci ha scritto: "Voglio la testa di Ryan Giggs" (66than2nd) che prossimamente recensiro' su Lankelot. 

Di Berlinguer me ne sono sempre sbattuto e di questi tempi ne stanno parlando tanto perche' le mummie fanno sempre audience e scatenano lacrime facili. Ricorda che quando ero piccolo se a tavola qualcuno tirava fuori Berlinguer mio nonno non gli versava piu' da bere. Fulvio Abbate su CaneCattivo ci ha scritto sopra questo pezzo: "Ai funerali del PCI" e lo posto con la speranza che Tu faccia un salto da queste parti e lo possa leggere. (Ci siamo intesi vero?)

E in questa descrizione di una donna tratta da "Il cardellino" di Donna Tartt ci sono mia madre, mia sorella, mia zia, mia cugina, mia nonna.

"La signora Barbour proveniva da una facoltosa famiglia di antiche origini olandese, era talmente glaciale, bionada e incolore da sembrare dissanguata. Era l'immagine stessa del contegno, niente la scuoteva e niente la turbava, e anche se non era bella, la sua calma possedeva il magnetismo della bellezza, una staticita' cos potente che quando entrava in una stanza le molecole si riallineavano tutte intorno a lei. Come il bozzetto di uno stilista nel quale fosse stata insufflata la vita, attirava gli sguardi ovunque andasse, apparentemente ignara della turbolenza che destava al suo passaggio; gli occhi erano ben distanziati e le orecchie piccole, aderenti alla testa, il corpo lungo e longilineo, elegante come quello di una donnola.

martedì 18 marzo 2014

Le parole

Ieri sera ho incrociato la trasmissione di Iacona dedicata al Made in Italy. Niente di nuovo per chi e' un poco informato e avendo avuto un padre che ha lavorato da sempre nel tessile/chimico i racconti di questo genere erano all'ordine del giorno. Poi un signor Benetton te lo ricordi ospite riverito e accarezzato dalla Bignardi o dall'idolo della sinistra salottiera Dandini e penso agli uomini e donne e bambine e bambini che ho visto in quei filmati e penso ai Mapuche e alle lotte per difendere le loro terre ancestrali. Poi penso alle liste elettorali, alle raccolte firme e a tutta questa carta sprecata. Poi penso a mia nonna con la sigaretta in bocca che malediceva i bigotti. Poi vedo in tv la fila per entrare nel negozio che il Farinetti ha aperto a Milano. Poi vedo le strette di mano fra Renzi e Merkel. Poi ascolto parlare della proposta di ristabilire i contingenti. Poi penso alla fortuna di avere una responsabile thailandese simpatica e aperta mentalmente. Poi ascolto storie di uomini che viaggiano per tredici ore e spendono un sacco di soldi per scopare. Poi sento del padre di un compagno di classe morto d'ictus. Poi della madre di due ragazzi del mio paese che sta morendo di un tumore al pancreas. Poi di un'amica che e' ripiombata nell'anoressia ed e' la quarta volta negli ultimi dodici anni. Poi del prezzo al grammo dell'eroina. Poi telefono a mio padre e ci ricordiamo che domani e' la festa del papa' e che il 19 di marzo mia madre cucinava sempre prelibatezze per lui. E che ne cucinava ancora di piatti incredibili il giorno del suo compleanno e ancora ancora piu' buoni nel loro anniversario di matrimonio. E penso che mia madre era una cuoca incredibile e una donna silenziosa, severa, feroce, testarda, implacabile. Poi penso che senza mia madre le settimane scorrono con un vuoto impressionante nel cuore. Poi penso alle rose che mio padre porta ogni domenica sulla tomba di sua moglie. Poi chiudo gli occhi e cerco d'immaginare un modo per sopravvivere a tutto cio'. E non lo trovo. Perche' se chiudo gli occhi vedo gli occhi di mia madre durante la sua agonia. Occhi che mi guardano nel profondo. Che si riempiono di lacrime. Di tempo sprecato. Di parole che non abbiamo mai saputo dirci. Del riflesso del mio senso di colpa. E nemmeno gli alcolici offrono una soluzione. Niente. Proprio niente trovo per resistere a questo stato d'animo che mi accompagna sin dall'infanzia. Poi infilo l'ultimo disco dei Sun Kil Moon nello stereo. Poi conto il tempo che resta a che la mia compagna torni dal lavoro. E allora resuscito quel poco di forze che mi restano per resistere alla depressione e allo sconforto che mi avvolgono quotidianamente. E aspetto. Aspetto. 

"Olive aveva gli occhi chiusi, e la sua anima stanca era attraversata da ondate di gratitudine, e rimpianto. Immagino' la stanza piena di sole, le pareti accarezzate dai raggi, i cespugli la' fuori. Il mondo la confondeva. Non voleva ancora lasciarlo.
(Elizabeth Strout, Olive Kitteridge)

lunedì 17 marzo 2014

Occhi pesti

Ci sono alcune settimane di lavoro interminabile. I passati sei giorni sono stati una tirata infernale, anche a causa degli strascichi del virus che mi portavo dentro. Oggi un riposo con l'animo cupo e pieno di pensieri non molto positivi e senza sonno. E poi ieri ho partecipato in silenzio a una discussione in famiglia sull'edificazione di moschee, legge 194. Non bastavano gia' i campanili, le sinagoghe, i templi delle varie confessioni protestanti, orientali, adesso ci beccheremo ovunque anche i minareti. Ci mancava solo questo. E se i medici vogliono fare gli obiettori e non praticare aborti che se ne vadano a lavorare negli istituti religiosi.



E chissa' com'e' questo "Gesu' lava piu' bianco" di Bruno Ballardini (Minimum Fax)



"Oltre/Dentro" e' il disco del gruppo hard-core degli Occhi Pesti (perche' quando si hanno dei cugini adolescenti punksolitari arrivano consigli di questo genere). Lo potete scaricare qui. E sempre su Punk4Free potete leggere la lunga intervista a Marco Pandin autore del libro "Crass. No Love, No Peace" precedentemente uscita su A-Rivista Anarchica.


Bernard Malamud e' uno degli scrittori amati da mio padre e "L'uomo di Kiev" che ad aprile riesce per Minimum Fa vive nella vecchia edizione accanto al suo letto matrimoniale.


Alain Resnais e' morto lo scorso primo marzo e il sempre fascinoso, misterioso, fichissimo Simone Buttazzi ha scritto su Indie-Eye di lui e del suo "Aimer, boire et chanter" presentato allo scorso festival di Berlino. E intanto sto sviluppando una certa fissa per il regista francese Jean-Pierre Melville.


sabato 15 marzo 2014

Evelyn Waugh


Aveva ragione quasi vent'anni fa la mia professoressa d'inglese in collegio a dirmi che dopo aver letto qualche pagina Evelyn Waugh avrei perso la testa per lui. Lentamente sto leggendo e rileggendo tutte le opere dello scrittore inglese e il piacere che ne deriva e' qualcosa di indescrivibile. Questa e' stata la volta di "Sempre piu' bandiere" (Bompiani). Fu pubblicato nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, e solo un grande scrittore poteva scrivere e far uscire un romanzo del genere mentre tutto intorno impazzava la guerra. Waugh scrisse di quella guerra ma ne scrisse in un modo talmente tutto suo che vi stupira' assai quando comincerete a leggerlo. Non c'e' traccia di epica, di trionfalismo, di patriottismo, di guerra giusta, di parte buona o parte cattiva e i comunisti vengono sbeffeggiati continuamente. Ma ci troverete tutte le contraddizioni dell'essere umano e riderete assai vivendo le (sis)avventure (statiche) dei suoi protagonisti. E cosa volete di piu' da un romanzo?

E a proposito di contraddizioni un articolo:

venerdì 14 marzo 2014

Ciclismo


Sono un vero fanatico del ciclismo (la stagione e' appena entrata nel vivo) e intanto ho scritto la recensione del libro: "Marco era un dio" di Marco Pastonesi (66than2nd). Prossimamente scrivero' anche la recensione del romanzo di Juan Pablo Villalobos "Se vivessimo in un paese normale" (gran via).


Poi mi sono messo sul divano e ho riguardato questo film. Ed e' sempre un'emozione.


E se vi piace l'emo: The Hotelier "Home, Like Noplace Is There" (Tiny Engines) e lo potete ascoltare qui.


giovedì 13 marzo 2014

Conferenza

Sabato 15 marzo, alle ore 20 e 45, presso l'Aula Magna del Collegio Gallio, a Como ci sara' una conferenza dedicata all'Egitto. Fra i relatori figura anche mia sorella, la dottoressa Anna Consonni.


Il sito del CEFB e la pagina facebook.

mercoledì 12 marzo 2014

Il cardellino


Finalmente e' uscito. Monumentale come al solito. Vi sapro' dire fra qualche tempo. E io tutte le volte che guardo una foto di Donna Tartt penso che somigli tantissimo a un'altra straordinaria scrittrice, diversissima nello stile, Fleur Jaeggy. Questione di sguardi forse.



Un disco di cui ho letto oggi la recensione su Ondarock e che mi sembra molto interessante:



Su cio' che sta accadendo in Parlamento non me ne frega assolutamente nulla e se proprio devo esprimere un pensiero sull'attualita' mi viene solo da ridere al pensiero della Lista Tsipras e scuotere il capo di fronte allo sconforto delle deputate del PD verso le quali non provo nessuna vicinanza. Preferisco sapere che finalmente si sta facendo luce sul caso Uva, sempre chiarendo che non mi interessano minimamente le sentenze di condanna o assoluzione emesse nei tribunali.

"Gli immigrati, lungi dall'essere carne sociale passiva, materia nuda da contrabbandare, sono soggetti che decidono di prendere atto della "non collocazione" a cui li destina l'Europa. Si inventano un ulteriore paese in cui emigrare, quello della marginalita' o della delinquenza, del sottobosco urbano e se possibile della latitanza. Pensiamo a questa situazione su larga scale, a cio' che comporta a livello di destabilizzazione delle societa', e poi chiediamoci se non sarebbe molto piu' intelligente ampliare lo spazio della cittadinanza europea. A meno che, ovviamente, in una visione negriana e delle sorti progressive degli sfruttati non si veda nella marginalita' e nelle tragedie umane che ne conseguono la strada per la coscienza politica di un nuovo soggetto rivoluzionario Tutte analisi magnifiche, che non tengono pero' in conto i costi umani che comportano ne' il fatto che i protagonisti di questa storia non vogliono essere eroi della nuova rivoluzione, ma pensano di avere semplicemente diritto a una vita decente. Leggendo le pagine di questo libro viene spesso da pensare al dibattito che proviene a noi da Hanna Arendt sulla cittadinanza e alle intuizioni di Giorgio Agamben sulla "nuda vita". E' vero, questi nuovi "non cittadini" sono gettati nello spaio indifferenziato del corpo nudo di chi non rappresenta che se stesso. E' un corpo dolorante, affogato, riemerso a volte, un corpo che si mutila, che fugge, che cerca uno spazio dove nascondersi e proteggersi. Ma insistere sulla "nuda vita", come osserva Lila Abu-Lughod (lo fa nell'ultimo libro, "Do Muslim Women Need Saving?"), porta anche a degli equivoci. Perche' questi protagonisti e protagoniste dell'emigrazione non sono totalmente "tabula rasa", portano con se' una storia e una dignita', una identita' che non e' solo "d'origine". Le loro strategie di sopravvivenza, la loro tattica di re-insediamento e di nascondimento, il loro scegliere lo spazio della marginalita', avviene dentro a una appartenenza culturale e a un orizzonte di rapporti. Lo loro stessa possibilita' di fuga dai centri lager e' legata alla capacita' di fare rete e di avere reti di solidarieta' Credo che il valore de "I dannati della metropoli" stia proprio in questo, nel mostrare molte di queste storie di vita, nel raccontare talmente da vicino il presente non aver bisogno di un'ideologia di lettura; e avere la possibilita', invece, di tentare di capire entrando nella carne del mondo, nel suo essere cosi' com'e' e non come vorremmo che fosse. E' la vocazione dell'antropologia, quella di privilegiare il "capire il mondo" sulla pretesa veloce di "cambiare il mondo", o meglio, di mettere l'accento sui troppi errori di un transfert che operiamo "politicamente" sulle vite degli altri come materiale per il nostro desiderio di rivoluzione." (dalla prefazione di Franco La Cecla a "I dannati della metropoli" di Andrea Staid)

lunedì 10 marzo 2014

Il buio del riposo

Fuori c'e' il caldo, il sole, io sono a riposo e in balia di qualche linea di febbre, vomito e diarrea (con i vicini ieri sera che tutte le volte che mi piegavo sul water sghignazzavano platealmente). Quando ero un ragazzino ero in balia di virus di ogni genere e crescendo non e' che la situazione sia migliorata. Ho una grande esperienza in fatto di conati. 


"Questo buio feroce" di Harold Brodkey (Fandango) e' un'opera dolorosissima di uno scrittore che sta morendo di Aids. Tommaso Pincio ci ha scritto sopra questo articolo.


Sono piu' o meno a meta' di questo durissimo romanzo di Philip Meyer "Il figlio" (Einaudi).


De "L'ultimo comunista" di Matthis Frings (Voland) ho letto invece ieri una bella recensione su Il Foglio. Su Alias ne hanno scritto cosi'.


"Ida" di Pawel Pawlikowski e' un invece un film che cerchero' di vedere. Ne scrivono su Indie-Eye.

venerdì 7 marzo 2014

Rocky Wood - Shimmer


Il 26 marzo esce "Shimmer" l'album d'esordio dei Rocky Wood per le due etichette Sangue Disken (Italia) e Il Domani (Svizzera). 


"Il primo album del quintetto svizzero-americano e' come un sogno caldo e profondo che lentamente prende forma. Ogni canzone diventa un'onda che si scioglie sulla sabbia e sprofonda di nuovo verso il centro della terra. Distance Without” e' una ballata ferocemente morbida mentre “Blind Hawaii” mostra l'abilità della band nello scrivere classici. Il suono a volte e' quasi primitivo (“The Dawn” e “Run Away”), alcune canzoni suonano come dei segreti nebulosi; ipnotiche cantilene (“Sulfur Seed”) fino alla conclusiva “Beautiful”, i quali toni e riverberi ci riportano all'immaginario delle maree, del ciclo continuo, dell'infinito. E' l'album perfetto per accogliere la bellezza della primavera che sta per arrivare."

Ascolta i primi 2 singoli:
1. Blind Hawaii 2. Run Away 

Guarda i video musicali:
1. Blind Hawaii 2. Blind Hawaii (live) 

CONCERTI

Marzo 26 | Lugano - CH | RSI Rete3 Showcase
Marzo 27 | Varese - IT | La Sauna
Marzo 28 | Verona - IT | Le Cantine dell'Arena
Marzo 29 | Bologna - IT | Barazzo
Marzo 30 | Brescia - IT | Officina da Camera
Marzo 31 | Winterthur - CH | Portier / Monomontag
Aprile 01 | Lausanne - CH | Couleur 3 Showcase
Aprile 03 | Arosio - CH | San Michele
Aprile 11 | Lugano - CH | Living Room
Aprile 12 | Le Locle - CH | Le Lux
Settembre 25 | Zurich - CH | La Catrina
Ottobre 02 | Zurich - CH | Kafi für Dich

La stanchezza

Certe volte quando esco dal lavoro stanchissimo ho bisogno di camminare e camminare per ritornare a respirare. Lago, fiumi e la vista dei boschi aiutano. Aiutano a non pensare che questo era il clima preferito da mia madre. I prati che si riempiono di fiori, gli uccellini che cantano, le gemme sugli alberi, il vento di un calore rinfrescante.

E per cancellare la tristezza riflettevo nuovamente su questa frase di Raymond Aron tratta da "L'oppio degli intellettuali" che ho ritrovato in "Aristodem" di Luisa Ranieri, che per certi versi a leggerla ad alta voce sembra quasi di sentir parlare mia madre.

"Quando la maggioranza del proletariato obbedisce a capi convertiti alla liberazione reale, gli intellettuali di sinistra ignorano i casi di coscienza Sono forse inconsapevolmente delusi dall'atteggiamento degli operai, piu' sensibili ai vantaggi immediati che ai progetti grandiosi a lunga scadenza."

Due libri che partendo dalla stesso periodo storico parlano direttamente a noi: "Noi figli di Eichmann" di Gunther Anders (Giuntina) e "La gemella H" di Giorgio Falco (Einaudi)


"Oggi non si puo' dire che tecnica e raffigurazione procedano parallelamente, anzi sono "inversamente proporzionali" e quindi: quanto e' piu' incalzante il ritmo del progresso, quanto maggiori sono gli effetti della nostra produzione e quanto piu' e' intricata la struttura dei nostri apparati, tanto piu' rapidamente la nostra rappresentazione e la nostra percezione non riescono a stargli dietro, tanto piu' rapidamente cala la nostra "chiarezza" e tanto piu' diventiamo ciechi"


E ve lo ricordate Larry Yuma? La piccola casa editrice torinese Allagalla lo sta ristampando:


giovedì 6 marzo 2014

Le carcasse

Un giornale di destra che esce con una prima pagina del genere fa sorridere ma in fin dei conti descrive perfettamente la situazione attuale. Fra un po' me lo sfoglio. Sorrido al pensiero della foto di mio zio nella tenuta da Balilla che cerca di togliersi con la lingua qualcosa dalla bocca. Mio zio non mi volle mai spiegare cosa gli accadde quando la foto fu sviluppata.


Nella mia vita (fino alla prima adolescenza) ho partecipato a mattinate di caccia, ho visto scuoiare animali, spellarli, scuoiarli, disossarli, dissanguarli. Da ragazzino ho ucciso anche un paio di galline con un taglio da zorro. Mia nonna era un'artista nel trasformare una bestia intera in carne da mangiare. Non buttava via niente. Ma quando misi piede in un mattatoio vomitai l'anima. Pim, il protagonista dello splendido (l'altro ieri ho scritto un "bello" che mi risuona troppo freddo nelle orecchie) romanzo di Joy Sorman "Come una bestia", sviene quando ci mette piede. E' un'esperienza davvero tosta che mi auguro di non ripetere mai piu'.

"Per la prima volta Pim si considera un borghese, un benestante fra i proletari. Potrebbe pensare: l'operaio e io siamo sulla stessa barca, forzati tutti e due, con le mani nella stessa carne, nelle stessa merda. E invece si dice: sono un privilegiato, sto dalla parte giusta della carne e del destino. Non prova solidarieta'. Simpatia, empatia si', ma solidarieta' no. Conosce il legame, e' grato, ma tutto questo gli sembra lontano, il rumore stridente della sega a lama che taglia la carcassa in due gli sembra lontano. Eppure, alla fine della catena, dove si egegue l'ultimissima procedura della mezzenatura, ormai Pim ha sotto gli occhi due pezzi che somigliano molto alle carcasse che ogni settimana vengono consegnate divise a meta' o in quarti alla macelleria Morel. Mentalmente e a gran velocita', ripercorre l'insieme dei gesti che, dall'arrivo delle bestie al mattatoio, ha portato all'istante in cui finalmente riconosce la carne. Un insieme di gesti che ha reso possibile una straordinaria metamorfosi: una mucca diventa una bistecca, a me gli occhi. Alla catena di montaggio della Renault si fabbricano automobili con parti di lamiera. Qui avviene il contrario, si producono pezzi con macchine vive. Si sminuzza, si smonta e non si monta, si smembra e non si assembla. Gli operai hanno fatto voto di poverta', insanguinati e lividi sotto la luce industriale, nutrono tutta la Francia - e non si da' da mangiare al paese con tre scrofe per ogni allevatore e senza fabbriche. Al mattatoio tutto e' sospeso, tempo, vita e bestie. Pim guarda le carcasse che si allontanano, centinaia di bestie a meta' appese culo contro culo, pesate, etichettate, lavate, e gli si stringe il cuore come sotto il brutale effetto di un liquido di raffreddamento, una dose di emozione e adrenalina, le carcasse che avanzano fino alle aree di essiccazione in cui spunteranno l'umidita', la loro temperatura infatti scendera' progressivamente e i muscoli a contatto con l'ossigeno si ammorbidiranno Presto la loro fibra tenera si lascera' schiacciare fra le dita degli esperti, fra le dita di Pim il macellaio. La visita e' finita, gli stomachi brontolano, gli occhi sono arrossati dalla fatica e da cio' che hanno visto, i corpi prosciugati, gli apprendisti stravolti. Lasciare lo stabilimento, il rumore, il freddo, i neon e gli odori, ritrovare il cielo chiaro e immenso, la vegetazione, uno choc, un'improvvisa iperventilazione, un accecamento, la bellezza dolorosa, quella della natura ritrovata, dell'aria aperta. E' come se avessero vissuto giorni e notti chiusi in una scatola urlante e umida, a soffocare ed esultare sotto l'effetto di violenti psicotropi. Gli apprendisti si sparpagliano sui prati che circondano lo stabilimento, dagli zaini tirano fuori i panini al prosciutto che osservano con occhi diversi: aprono con discrezione le mezze baguette per guardare negli occhi il maiale affettato, poi affondano i denti, affamati, con lo sguardo perso all'orizzonte." (pp. 64-65-66)

martedì 4 marzo 2014

Come una bestia - Un cuore intelligente


"Come una bestia" di Joy Sorman (Nottetempo) e' un romanzo molto bello.


"Un cuore intelligente" di Alain Finkielkraut (Adelphi) l'ho invece appena cominciato. Ma sono molto curioso di leggere, quando e se verra' tradotto, anche il suo "L'identite' malheureuse" che tanto ha fatto discutere e storcere il naso.


lunedì 3 marzo 2014

Di alberghi 3 stelle


Sono un grandissimo appassionato di ciclismo e anche se non sono mai stato innamorato di Marco Pantani prossimamente recensiro' su Lankelot il libro di Marco Pastonesi "Pantani era un dio" (66tha2nd). Il mio eroe rimarra' sempre Gianni Bugno e poi, per questioni che un giorno spieghero', Ivan Basso. Attualmente sono alla ricerca di qualche altro ciclista che sappia entusiasmarmi, anche se le gare di ciclismo, se posso, le seguo sempre tutte.


Ho notato che ultimamente si sta utilizzando la figura di Margaret Tatcher come esempio che i politici dovrebbero seguire per rivoluzionare lo stato di cose attuale. A tutti loro, comprese alcune persone che amo e stimo, mi preme solo dire che questo "GB84" di David Peace (e tutti gli altri suoi libri) mette KO Margaret pagina dopo pagina.

Cercate magliette? Guardate cos'hanno combinato Cristina Portolano e Pigmenti.

Avete mai sentito il rumore degli spari mentre state parlando con qualcuno al telefono? A me e' successo ieri mentre ero in comunicazione su Skype con la mia cugina africana. La tranquillita' di mia cugina con tutto quel frastuono come colonna sonora era disarmante. Dsiarmante e' anche il silenzio totale sull'Africa. Ha piu' importanza l'incidendente di Fiorello.

(andare a prendere mio padre in una sala colazione di un albergo a tre stelle e trovarlo che discute amabilmente con un vecchio professore zurighese di estati al mare sull'Adriatico)

sabato 1 marzo 2014

Io sono Red Baker, Mulele Maji, Attack The Block, Snowpiercer, Annalisa Chirico


Di "Io sono Red Baker" di Robert Ward ne diffidavo per motivi miei ma alla fine l'ho acquistato e l'ho letto in in una serata con tre di bicchieri di vino scadente a farmi compagnia. E' scritto da dio, la storia e' tesa, vibrante, l'io narrante ti prende alla gola, allo stomaco, al cuore e non ti molla piu' anche una volta che il romanzo e' finito. Un romanzo duro, vero, che evita moralismo e messaggi consolatori o educativi ed e' dotato di una sottilissima e velenosa psicologia muscolare. Splendidi sono il protagonista, l'ambientazione, i comprimari, le tante storie di decadenza umana e industriale nell'era reaganiana. Se come il sottoscritto avete un padre che e' rimasto senza lavoro qualche volta nella sua vita e l'avete visto, quando eravate dei ragazzini, seduto perso sul divano, con la sigaretta in bocca e la birra in mano senza riuscire a trovare la soluzione per uscire dal casino in cui e' piombato, questo libro fa per voi ma attenti, perche' soffrirete parecchio. E starete male ancora di piu', se, come e' successo tante volte anche me, avete vissuto anche voi l'esperienza di rimanere senza lavoro e il finire a girovagare per agenzie interinali, uffici del lavoro, sportelli, sedi sindacali con sindacalisti di merda che avreste voluto prendere a calci nel culo, a spulciare sui giornali liste di annunci truffa e intanto il tempo passa e state scivolando sempre piu' in basso con un fiume di menzogne che vi escono dalla bocca e vi state incasinando la vita da morire e state soffrendo voi, state facendo soffrire le persone a voi care e fate robe che forse mai avreste immaginato di fare, bevete troppo, fumate troppe sigarette, vi sballate con ogni tipo di sostanza per evadere dalla situazione che state vivendo. E non si puo' tornare indietro anche se le cose poi possono prendere una piega migliore, perche' per un motivo o l'altro prima o poi crollerete nuovamente di schianto. A questo punto aspetto le prossime uscite della collana I Fuorilegge della Barney Edizioni , curata da Nicola Manuppelli che e' anche il traduttore di questo romanzo.

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"Mulele Maji (le pallottole si scioglieranno come acqua)" di Andrea Valcamonica (Stamperia della Frontiera,1985) e' invece un altro tassello della mia ricerca/studio sul mondo dei mercenari e che ho trovato in una libreria dell'usato. A trovarmelo e' stata, ironia della sorte, una ex profuga africana. E' praticamente la cronistoria delle avventure di un mercenario italiano nella guerra civile congolese. 

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A me "Attack the Block" di Joe Cornish e' piaciuto un sacco. E' il tipico film per staccare la spina e che troverete memorabile se avete vissuto nei cortili, se amate la periferia, se amate Londra e siete usciti intrigati dalle sue periferie, se vi piaccciono i palazzoni, se le bande giovanili vi hanno sempre attirato anche se vi avrebbero mangiato vivi, se avete amato i Goonies. E se avete figli regalateglielo, fateglielo vedere, poi pero' non lamentatevi se cominciano a fare casini. (E meno male che combinano casini)

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Anche se il film ammorbidisce parecchio il messaggio del fumetto originario, "Snowpiercer" di Bong Joon-Ho e' una bella esperienza, appassionante, entusiasmamente, lividamente cruenta.

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A firma di Annalisa Chirico una visione dissonante sulla questione Ventimiglia/baby prostitute: "La liberta' delle "baby squillo" di Ventimiglia"