- A causa di alcuni fastidiosi problemi fisici mi sto tenendo alla larga dagli alcolici (anche dal caffè e da molto altro) e ho assaggiato una birra analcolica di "qualità". Esperienza terribile.
- Mi è stato chiesto: anche se il matrimonio non m'interessa più di tanto come questione in sè, ribadisco di essere favorevole al matrimonio fra persone dello stesso sesso e all'adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso.
- Alle prossime elezioni i giornalisti si presenteranno a frotte. Fra quelli che conosco, quello che mi piace di meno è Corradino Mineo, ex direttore di Rai News e che correrà per il Partito Democratico. Dopo l'ultima tornata ce ne saranno così tanti in Parlmento di ex giornalisti che è facile prevedere che a quasi nessuno verrà in mente di abolire il vetusto e fastidioso Ordine dei Giornalisti.
- Appena uscito il nuovo disco di Esma che recensirò anche questa volta su Lankelot. Qua sotto copertina, informazioni e contatti:
ESMA - ENERGOMASH (2013)
Venticinquesimo
disco del poliartista Eugenio Squarcia, in arte ESMA. Musica elettronica, classica contemporanea, minimalista –
ambient. Energomash:
energia e luce tradotti in musica. Un album che sfida profondi concetti di
spiritualità e fisica quantistica.
"Energomash è un esagono. Da ciò deriva un concetto musicale
che tenta di oltrepassare le barriere di ogni genere. Una composizione
trasversale. Energomash è un compendio di energie narrative. Energomash è
musica, poesia, viaggio interiore, ricerca di un dove. Dove sia
"dove" è il fine del viaggio. Comprendere. E poi, divenire
consapevoli della comprensione di ogni cosa. Dell'inizio e della fine. Del qui
e dell'altrove. Dell'energia. Energia che attraversa l'album muovendosi in
forme geometriche, in forma di luce e ombra, riflessi di primordialità. Tutto è
collegato. Tutto è uno. Da un Adagio per una civiltà ormai astratta, il vento
del nord trasporta colui che cammina e ascolta verso voci, suoni, rumori e
canti, verso i Giardini Perduti di Heligan, verso la maestosa criniera sabbiosa
della Dune du Pilhar, verso le congetture poetiche racchiuse in una bottiglia
elettronica lanciata nell'oceano in direzione di Roanoke, la prima colonia
occidentale nelle Americhe selvagge. Margaret Lee fa la sua esplosiva comparsa
nei nove minuti che dettano le "istruzioni del Vaudeville per un quieto
vivere". Follia, che muove le menti creative. Rompere il silenzio.
Significato della vita. Un collegamento. E proprio perché tutto è collegato,
passato presente futuro attraverso molteplici vite, si approda al concetto di
Entanglement Quantistico. Facile. Difficile. Chi può dirlo. È sufficiente
ascoltare. Partecipare al viaggio. In fondo alla via, l'Esagono è in attesa.
Una casa, forse. Dio, forse. Meditazione. Verso l'alba. L'ultima alba. Oppure,
la prima di un nuovo mondo."
- Rilettura terminata di "Ritorno a Brideshead" e come al solito ne sono uscito commosso e invidioso:
"C'era una parte della casa che non avevo ancora visitato e ora ci andai. La cappella non mostrava danni causati dal lungo abbandono; i colori liberty eran freschi e luminosi come sempre; la lampada liberty ardeva una volta ancora davanti all'altare. Recitai una preghiera, un'antica formula, di recente appresa, e uscii, dirigendomi al campo; e mentre tornavo, e la tromba richiamava al rancio, pensai:
"I costruttori non sapevano a quali usi il loro lavoro si sarebbe prestato; fecero una nuova casa con le pietre del vecchio castello; di anno in anno, una generazione dopo l'altra, la abbellirono e la ampliarono; di anno in anno la grande mese d'alberi nel parco giunse a maturazione; finché, con un'improvvisa gelata, venne l'era di Hooper; il posto era desolato e tutto il lavoro ridotto a niente; Quomodo sedet sola civitas. Vanità della vanità, tutto è vanità.
"Eppure", pensai, allungando il passo verso il campo, dove le trombe dopo una pausa effettuavano la seconda chiamata e suonavano: "Andiamo, andiamo, andiamo a mangiar", "eppure non è detta l'ultima parola; non è neppure la parola adatta; è una parola morta di dieci anni fa.
"Qualcosa di quanto mai remoto dalle eventuali intenzioni dei costruttori era venuto fuori dal loro lavoro, e dalla piccola feroce tragedia umana nella quale avevo recitato; qualcosa a cui nessuno di noi all'epoca aveva pensato; una fiammella rossa - una lampada di rame battuto di pessima fattura riaccesa davanti agli sportelli in rame battuto di un tabernacolo; la fiamma che gli antichi cavalieri vedevano dalla loro tomba, che avevan visto spegnere; la fiamme arde di nuovo per altri soldati lontani da casa, più lontani, in cuor loro, di Acri o di Gerusalemme. Non sarebbe stata accesa se non fosse stato per i costruttori e gli attori tragici, e lì l'avevo trovata quel mattino, di nuovo ardente tra le antiche pietre."
Affrettai il passo e raggiunsi la baracca che ci serviva da anticamera.
"Oggi ha un'aria insolitamente allegra", disse il comandante in seconda."