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venerdì 30 novembre 2012

Neve

Cinque e mezza di mattina, le montagne innevate sembrano corpi di ragazzi nudi presi a bastonate.







(le sale d'aspetto degli ospedali funzionano come i narcotici, intorno a me facce gonfie di persone che forse vivono da sempre su quelle sedie)


(ascolto con grandissima frequenza gli Epic45 e in questi giorni è il turno di Slides)

(proprio oggi ho ascoltato due donne che parlavano di questa delicata questione: http://www.glialtrionline.it/2012/11/30/eutanasia-liberi-di-scegliere-spot-per-una-proposta-di-legge/ )

mercoledì 28 novembre 2012

"Blocco 52 - Una storia scomparsa, una città perduta" di Lou Palanca (Rubbettino)


Qualche informazione qui e in Lou Palanca vive anche una persona che qualcuno di voi conosce e del quale avevo recensito questo libro.

(Tutte le mattine alle 5 e mezza sulla strada che mi porta al lavoro incrocio prima una signora con una borsa nera e poi un uomo con le scarpe antinfortunistiche. Loro salutano me, io saluto loro. Alla domenica li sostituisce un vecchio che mi augura sempre buon lavoro. Anche le luci accese nei palazzi sono sempre le stesse. Camminare nel silenzio è straordinario e le montagne attorno sembrano palizzate mobili capaci di tenere lontani i mostri.)

martedì 27 novembre 2012

Autunnali


L’Associazione Non Solo Parole ospiterà, venerdì 30 novembre, ore 19, un incontro con lo scrittore Gianfranco Franchi: si parlerà del suo libro di narrativa “Monteverde” [Castelvecchi, 2009], di questioni editoriali, di lettera­tura e letterati, di fiere del libro, dei segreti dell’ottavo colle, della dignità del racconto nella tradizione letteraria italiana. Presenta e modera Cristina Kropp.

Appuntamento al di qua di Porta San Pancrazio, oltre Donna Olimpia: ci si vede nella sede di Non Solo Parole, in via Revoltella, 91. Seguirà ricco rinfresco.

IL LIBRO: Terzo e ultimo pannello di un trittico, dopo “Disorder” e “Pagano”, “Monteverde” (titolo originario: “New Order”) è una raccolta di 47 racconti (dove 47 sta per: “morto che parla”), inframezzati da interludi, suddi­visa in cinque sezioni (“Casa”, “Lavoro”, “Donne”, “Musica”, “As Roma”), concepita per rappresentare, con fedeltà, amarezza e ironia, il disastro generazionale dei letterati, e degli umani­sti, nati in Italia negli anni Settanta. Chiude il libro una sezione dedicata alle patrie lettere, completa di una dichia­razione dei diritti del letterato e del piccolo manifesto “Frontiere”, scritto per raccontare quanto tempestosa, vera e commovente sia stata l’eredità culturale dei nonni materni, esuli istriani.


L’AUTORE: Gianfranco Franchi, detto “Lankelot” (Trieste, 1978), letterato sanguemisto istriano, triestino, romano e austriaco. Laureato in Lettere Moderne a Roma III nel 2002, ha fondato il portale letterario indipen­dente Lankelot nel 2003. Ha pubblicato: in narrativa, “Monteverde” (Castelvecchi, 2009); “Pagano” (Il Foglio Let­terario, 2007); “Disorder” (Il Foglio Letterario, 2006); in saggistica, “L’arte del Piano B. Un libro strate­gico” (Piano B, 2011); “Radiohead. A Kid. Testi commentati” (Arcana, 2009); in poesia, “L’inadempienza” (Il Foglio Letterario, 2008).

Per una biobibliografia completa: http://www.gianfrancofranchi.com/?page_id=101 

L’ASSOCIAZIONE NON SOLO PAROLE: Chi siamo, dove siamo, storia, iniziative, progetti e sogni: http://www.associazionenonsoloparole.com/


(...domanda che mi è stata rivolta oggi "Lei è un cittadino statunitense?"...ah ah ah ah)


lunedì 26 novembre 2012

Berlino val bene un raggio di sole

"Metti fuori la testa, non crollare, reagisci, perchè ha bisogno di te..." è più o meno è ciò che la mia testa mi ha detto dopo aver letto la mail di un ragazzo veneto che non ho mai visto dal vivo ma al quale un giorno offrirò vino, birra e cibo a volontà. Grazie a te, per sempre. E sempre parlando di belle persone sulle quali si fonda la mia vita nei prossimi giorni ci saranno delle presentazioni di questo libro a Roma e Bologna:


Giovedì 6 dicembre, ore 16:

Palazzo dei Congressi, Roma EUR, Sala Turchese. Gianfranco Franchi e Claudio Morici presentano “Tutti a Berlino. Guida pratica per italiani in fuga” [Quodlibet, 2012] – un saggio di Simone Buttazzi e Gabriella Di Cagno.

venerdì 7 dicembre, ore 21.00

Libreria minimum fax, via della Lungaretta, 90/e, 00153 Roma (Trastevere). Interviene Stefano Ciavatta

giovedì 13 dicembre, ore 21.00

MODO infoshop Interno 4, via Mascarella 24/b, 40126 Bologna. Intervengono Davide Turrini e Marco Marcello Lupoi

E questa mia recensione se vi interessa e poi questo a Chiasso (Canton Ticino, Svizzera):

8ª Biennale dell'immagine  "OGNI SGUARDO UN PASSO" - (25 11 2012 - 31 01 2013)
Fotografie di Sabrina Biro, Barbara Lehnhof, Giovanna Silva

(Sono giorni molto duri, la pioggia è uno schifo, l'inverno alle porte toglie il fiato ma si combatte, la parola giusta è questa per tutta questa situazione: combattere contro le situazioni avverse e tenere stretta la mano di chi ti sta al tuo fianco.)

venerdì 23 novembre 2012

comunicato di servizio

A causa di alcuni problemi vi dico che questo sarà l'ultimo post per un bel po' di tempo magari anche l'ultimo. Pensiero del giorno: meglio parlare con un gatto che con un dottore. Un invito spassionato: non andate a votare alle primarie. Dieta consigliata: birra e alcolici del discount ma quelli veramente a basso costo. Ciao!

mercoledì 21 novembre 2012

Appuntamenti di venerdì e sabato: Camilla Sparksss e archeologia "L'Egitto di Francesco Ballerini"

Con qualche giorno d'anticipo vi segnalo due appuntamenti che cadranno uno venerdì e l'altro sabato:  venerdì al Living Room di Lugano concerto di Camilla Sparksss mentre sabato sera a Como ci sarà una conferenza che vede coinvolta mia sorella e di cui trascrivo la presentazione che trovate su questo sito "Sabato 24 novembre 2012, in occasione della conferenza del dott. Angelo Sesana dal titolo “Alla riscoperta della tomba di Tutankhamon, novant’anni dopo”, che si terrà presso il Collegio Gallio alle ore 20.45, verrà presentato in anteprima il volume: “L’Egitto di Francesco Ballerini. Un egittologo comasco agli inizi del Novecento”. Il testo, curato dallo stesso Angelo Sesana, insieme ad Anna Consonni e a Tommaso Quirino, ospita gli atti della Giornata di studi dedicata proprio a Ballerini e organizzata dal CEFB nell’ottobre del 2010. Insieme ai contributi dei relatori, il volume raccoglie anche i testi di oltre 100 lettere inviate da Francesco Ballerini ai famigliari durante le campagne di scavo in Egitto, cui partecipò agli inizi del Novecento, nonché oltre 80 fotografie da lui scattate in quelle occasioni: uno sguardo personale, emozionante, affascinante e assolutamente privilegiato sull’Egitto di oltre cento anni fa. Un volume da non perdere, sia per studiosi che per appassionati. Un motivo in più per non mancare alla serata del 24 novembre!"



lunedì 19 novembre 2012

Scavare fosse e ricordare Mademoiselle Anne


Leggendo “Lavori di scavo – Sulla letteratura 2000-2005” di J.M.Coetzee ho segnato alcuni passaggi, ne ho trascritti altri, ho appuntato dei titoli da leggere, intanto ci sono degli spunti che mi hanno colpito: nel brano dedicato a Robert Walser Coetzee riporta questo commento di Elias Canetti: “Mi chiedo”, scrisse Elias Canetti nel 1973, “se tra coloro che costruiscono la loro carriera accademica comoda, sicura, e perfettamente regolare sulla vita di uno scrittore che ha vissuto nella miseria e nella disperazione, ce ne sia almeno uno che si vergogna di sé”. (pag. 19) e più in generale questo di Coetzee su Walser è un gran bel modo per avvicinarsi allo scrittore svizzero e poi più avanti l’autore sudafricano commenta il romanzo di Gunter Grass “Il passo del gambero” che non mi piacque un granché (come d'altronde mi succede sempre con le opere dell'autore tedesco...le comincio e le finisco con immensa fatico) però questo brano che riporto si colloca perfettamente nel mio attuale stato d’animo e nel percorso di riflessioni che ho intrapreso (tutto ciò anche per colpa del libro che ho appena cominciato a scrivere): “Dunque né Gustloff né la Gustloff sono stati dimenticati, nel senso che non sono stati cancellati dagli archivi. Ma una cosa è essere registrati negli archivi storici, un’altra è far parte della memoria storica collettiva. La rabbia e il risentimento di persone come Tulla Pokriefke derivano dall’impressione di non aver visto riconosciute le loro sofferenze, di essere state costrette a piangere in privato un episodio catastrofico che avrebbe dovuto rappresentare un lutto pubblico. La sua difficoltà e quella di migliaia di persone come lei è espressa nel modo più efficace quando, volendo commemorare i morti, Tulla non trova altro luogo in cui deporre i fiori se non nel sito del vecchio monumento nazista. La domanda che Tulla si pone nella forma più emotiva è questa: perché non abbiamo il diritto di piangere, insieme e in pubblico, la morte di quelle migliaia di bambini annegati? Forse perché erano bambini tedeschi?” (pag. 148) e intanto mentre sto quasi finendo “Magma” di Lars Iyer (Meridiano Zero) mi sono accorto di aver trascritto su un quaderno a righe (fate conto che io trascrivo su quaderni di ogni genere i brani o citazioni che mi interessano anche se i libri sono miei) questi due passaggi: “Che accadrebbe se precipitassimo? Sotto di noi c’è un bel dirupo. Ma io e W. non pensiamo mai alla nostra morte o a cose del genere. Sarebbe puro melodramma. Tra l’altro, se morissimo, altri verrebbero a rimpiazzarci. La nostra è una posizione strutturale, ne siamo sempre stati convinti. Siamo solo segni o sindromi di un qualche grande collasso, e le nostre morti non avranno più senso di quelle di una mosca estiva in una stanza vuota.” (pp. 48-49) e quest'altro (amo la parola idiozia così come idiota, mia nonna me lo diceva spesso da piccolo “Sei un idiota nipote mio” e la stessa identica frase me la sentii ripetere spesso in collegio qualche anno dopo): “Siamo sempre stati coscienti dei nostri limiti, io e W. ne conveniamo, che è cosa ben diversa dall’accettarli. Al contrario, la nostra intera esistenza è stata caratterizzata da questa incapacità di accettare i nostri limiti, e dall’infierire ottusamente contro di essi come falene contro una finestra. I nostri limiti ci affascinano, concordiamo. Fin dall’inizio, li abbiamo presi di mira, sprezzanti non tanto del mondo che si aspettava qualcosa da noi, quanto dalle nostre aspettativie. Di cosa ci credevamo capaci? Da dove veniva quella speranza indomita? La nostra è forse la varietà più pura di idiozia. Siamo idioti, concordiamo, idioti che non afferrano fino in fondo la profondità della loro stessa idiozia. Siamo dei mistici dell’idioia, ecco cosa siamo, degli idioti mistici, persi nella nostra grande nebulosa di inconsapevolezza. L’idiozia, ecco cosa abbiamo in comune. La nostra amicizia si fonda sui nostri limiti, ne conveniamo, e non va molto più in là di essi. Siamo pieni di gioia, torna a dire W. mentre rientriamo dal supermercato, è questo che ci salva. Cosa ci troviamo di così divertente nei nostri insuccessi? Ma è davvero questo che ci salva, su questo concordiamo; è il dono che facciamo al mondo. Ci accontentiamo di molto poco: guardaci, mentre con un pollo surgelato nel sacchetto, qualche odore e qualche spezia, c’incamminiamo verso casa sotto il solo. Il dono della risata, dico io. – Il dono dell’idiozia – mi fa eco W." (pp- 86-87)

E sopra potete vedere un immagine di Mademoiselle Anne che mi ricorda i momenti migliori della mia infanzia non troppo felice e mia sorella, Anna, che stravedeva per questo cartone animato e visto che si sta parlando di tempi andati c'è questo brano che adoro ma quanti anni ha? Oddio...

sabato 17 novembre 2012

Crystal Castles


Potete pensarne ciò che volete ma a me questi due fanno impazzire da tempo e se dovessi mai un giorno presentare qualche libro o altro mi piacerebbe farmi accompagnare da loro o comunque creare qualcosa di simile a ciò che vedete nei video qui sotto. Follia? Lo so ma sicuramente non ci dovranno essere un tavolo, scrivanie, robe così, nemmeno microfoni o tantomeno registratori, macchine fotografiche, computer, tablet, iphone, lasciate fuori tutto, allo stereo/gruppo, alcolici (o acqua) e cibo ci penserò io. (Notizia di servizio: il 30 novembre avrei dovuto presenziare alla presentazione del romanzo di Nicola Pezzoli "Quattro soli a motore" (Neo Edizioni) alla Feltrinelli di Varese ma al 99% non ci sarò ma non sarà una grande mancanza. Voi comunque andateci e leggete il libro di Nicola)

Ex Jugoslavia

Oggi su due balconi di un palazzo che vedo ogni giorno sono comparse improvvisamente due bandiere croate. Non c'erano ieri e in passato erano state esposte solo durante i campionati europei di calcio. Credo di non sbagliare di molto nel ritenere quelle bandiere legate a questa notizia, ovvero all'assoluzione di Ante Gotovina e Mladen Markac, due ex generali croati chiamati a rispondere della loro condotta di vent'anni fa. In queste ore si stanno consumando terribili massacri in Medio Oriente ma ogni volta che arrivano notizie dalla ex Jugoslavia o più in generale dai Balcani io mi blocco e cerco sempre di seguirli, perchè sono lì a due passi da noi, perchè quei territori sono quell'Europa dimenticata e di cui si continua a blaterare da una parte e dall'altra (ci ritornerò un giorno sulla questione dell'Europa: basta con sta storia dell'Erasmus!). Sono molto legato a quei luoghi: mio nonno ha combattuto prima come militare e poi come partigiano nei Balcani e ci è rimase sempre legato e provò un dolore immenso quando scoppiò la guerra civile e crollò l'Albania perchè da quelle parti ci abitavano persone che conosceva beme; ho due amici che vivono in Serbia, uno è italiano e ha realizzato la copertina di Wrong mentre sua moglie è una straordinaria donna serba. Ancora una volta questa sentenza, su cui non entro nel merito, mi ha ribadito ancora di più come il Tribunale Penale Internazionale sia una farsa, uno strumento inutile, in questo caso come in tanti altri di condanna o assoluzione. Ho sempre considerato una follia questo genere di tribunali (non ho il tempo per spiegarvi perché giudico come qualcosa di osceno e decisamente parziale anche il processo di Norimberga a carico dei nazisti) perchè giudicare la Storia a colpi di sentenze è per me una vera e propria stupidaggine. In una maniera o nell'altra sono sempre i vincitori o i più forti a giudicare e per piacere non parlatemi di democrazia, regole, leggi, eccetera, eccetera. Ho sempre pensato che questi tribunali servano a lavarsi la coscienza, a sentirsi migliori, a schematizzare la Storia e con questo non sto dicendo che non ci siano persone responsabili di massacri, eccetera, ma se uno osserva con attenzione cosa è stato il conflitto nella ex-Jugoslavia e come inserirlo nel contesto storico di allora quanti processi si dovrebbe aprire? Prendi dieci, venti, cento persone, le chiudi in gabbia, ci si sente migliori ma intanto non si è capito un cavolo di quello che è sucesso e del ruolo che ciascuno di noi ha avuto in quel frangente. Perchè questa sentenza dice una cosa, uno ci può non credere, ritenerla sbagliata, ma intanto dice qualcosa che poi arriva alle orecchie e al cuore delle persone. Un'ultima cosa lo so, credetemi, lo so che ci sono delle vittime che chiedono giustizia, lo so, e questo è legittimo e allora ancora una volta la situazione si confonde ancora di più e tutte le parole sembrano essere inutili perchè lavoro con una donna croata che è scappata via dalla sua terra per colpa del conflitto, ho un amico serbo che mi rifornisce di birra che ha perso tutta la sua famiglia, non ha più nessuno, e cosa dici? Stai zitto e basta.

(Chiusura: tutto ciò che riguarda Oscar Farinetti mi fa venire l'orticaria, quasi meglio Oscar Giannino, se proprio son costretto a scegliere...come mi è successo..ehi, tu, grazie per queste robe!)

giovedì 15 novembre 2012

"L'inverno della paura" di Dan Simmons (Gargoyle)


Se vi interessa Simmons qui potete trovare la recensione de "L'inverno della paura". Onestamente non un grande romanzo.

Gli animali in gabbia fanno schifo, quelli impiegati nei circhi idem, però oggi mi è capitato di camminare in mezzo ai carri/caravan/case viaggianti/tir di un circo appena arrivato ed è stato decisamente strano sentirsi osservato e poi voltarsi e scoprire che c'erano dei lama (o animali simili), un elefante e una zebra che mi stavano fissando confabulando fra di loro con la sigaretta in bocca.

mercoledì 14 novembre 2012

Camilla Sparksss / Peter Kernel


Camilla Sparksss is the fantasy ego of Barbara Lehnhoff from Swiss Canadian art punk band Peter Kernel. She loves rap, drum machines, tutorials, thermal baths and traveling. Camilla Sparksss grew up amongst indian reserves on the Great Lakes of Northwestern Ontario, Canada. To be precise: Kenora.

She was born at -27 C° on the 17th of December 1983. At the time radios were playing Michael Jackson, The Police, Bonnie Tyler, Culture Club and "Sweet dreams" by Eurythmics. Music that went straight through the umbilical cord. Hot on the inside and cold on the outside.

This is Camilla Sparksss. She built piece by piece an Austin Healey, she grew up with two brown bears, she moved by boat or floatplane. Then she moved to Switzerland. She studied economy and graphic design, ending up filmmaker.
This is Camilla Sparksss.

I'LL TEACH YOU TO HUNT
SINGLE - OUT 07.01.2013

"I'll teach you to hunt" is the first of a series of 7" singles published by Camilla Sparksss to be released in the upcoming year and a half. On side A, "I'll teach you to hunt", is a declaration of love for pop and on side B, "For you the wild", reveals her passion for noise.

"I'll teach you to hunt" is available on 7'' limited edition picture disc (500 copies) and as limited edition of ''1 unique polaroid + 1 digital download code'' (only 15 copies!). All polaroids were taken during the shooting of the official video for "I'll teach you to hunt". After these 15 copies the album will not be sold digitally.


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martedì 13 novembre 2012

Dormire

Apro i siti dei giornali e non solo e tutti che scrivono e commentano la seduta spiritica svoltasi ieri sera su Sky. Erano titoli e articoli così interessanti che mi hanno messo addosso un tale sonno che appena tornato dal lavoro (decisamente distrutto e sporco) sono riuscito a dormire per un'oretta, cosa che non faccio mai....ma un nome, dico un nome migliore di Giovanni XXIII o del Cardinal Martini non ce l'avevano? Ridotti davvero male questi morti viventi.

Un disco incredibile:


- L'ultimo eroe di mia madre:



Un brano che mi viene in mente ogni giorno: The Birth and Death of the Day (Live from Bonnaroo 2011)

lunedì 12 novembre 2012

Gli ultimi eretici

   
In realtà, tutti noi vogliamo una stabilità imposta da un determinato standard, e quella a cui aneliamo è, in fin dei conti, una certezza. Tutti vogliamo avere la certezza di una vita decent, la certezza della nostra salute, del successo, della salvezza se siamo cristiani e così via. Va da sé che un’altra istituzione senza la quale non possiamo immaginare la nostra vita è l’Assicurazione, divenuta importante proprio per il diffuso bisogno di sicurezza. Nulla di negativo in tutto ciò, ma visto che siamo vissuti nel comunismo e nello spazio sovietico e che lo conosciamo meglio, dovremmo imparare una lezione elementare. L’aumento del grado di sicurezza corrisponde a una diminuzione del grado di libertà. Una società che ti organizza la vita dall’asilo nido alla scuola, e dall’assunzione alla pensione ti offre senz’altro una sicurezza massima, ma una libertà minima. L’unica dimensione priva di certezza di quella società era quella ideologica, il che poteva significare non pochi problemi. Per continuare sulla stessa nota cinica, vi dico che il segmento di popolazione che si inquadrava normalmente in quel livello era piuttosto ridotto. Gran parte delle persone viveva una vita relativamente ordinaria, pagando giorno per giorno la sicurezza che lo stato le offriva rinunciando alla propria libertà. Un determinato tipo di libertà. Perché oggi aumentiamo i controlli e mettiamo telecamere dappertutto? Perché un dato nemico, che chiamiamo terrorista, può mettere a repentaglio la sicurezza delle nostre vite. Ed ecco che rinunciamo ad alcune libertà per godere di una certa sicurezza. In definitiva, organizziamo il nostro progetto di vita in modo che sia sicuro, e il risultato è che esso si svolge secondo regole e restrizioni prestabilite. In altre parole, il nostro progetto non è più così “nostro”, ma diviene piuttosto il “loro” progetto. Vi darò un esempio. Ho un amico, un pensatore importante, al quale piace sperimentare le idee più strane. Il suo progetto di vita è un po’ più ambizioso di quello degli altri. Le case, le automobili e simili non gli interessano: il suo desiderio è diventare un eroe o costruire una piramide, proprio come gli egiziani. Sono le sole cose che lo renderebbero felice. Come ci insegnano i saggi, essere un eroe significa riuscire a costruire i propri strumenti d’azione, la propria storia eccezionale: per costruire una piramide le cose si complicano maggiormente, trattandosi di qualcosa di tangibile. La prima barriera nella realizzazione del progetto, l’unico che avesse mai desiderato in vita sua, è stato il sistema burocratico. Il mio amico ha avuto d’un tratto un’illuminazione spicciola: non c’è modo di diventare un eroe né di fare una piramide, se il primo passo da fare per realizzare progetti del genere è presentare una domanda in Comune. Un eroe non presenta domanda in Comune. È aberrante. Pur insistendo e trovando infine un’amministrazione comunale che gli desse l’autorizzazione a costruire la piramide, sarebbe comunque arrivato a dipendere da chi gliel’avrebbe concessa. In parole povere, non sarebbe stato libero di impostare il progetto a suo piacimento. Se ricordo bene, il primo ad affermare una cosa del genere fu quel filosofo tedesco che sapeva tutto e che noi chiamiamo “Gheghel”: il sistema economico moderno e lo stato di diritto non ti permettono più di essere un eroe. Ora il mio amico ha rinunciato al suo progetto e sta scrivendo un libro sui dittatori, su quelli come Hitler, Stalin o Ceausescu. Dalle sue tesi, infatti, emerge che costoro sono stati gli unici uomini liberi del mondo moderno, perché hanno potuto realizzare i loro progetti di vita. È anche vero che il resto della popolazione era stato ridotto in sudditanza e aspirava a un libello di sicurezza troppo elevato. E sembra che anche noi stiamo ripetendo la stessa storia, senza esserne molto coscienti. A quel tempo c’era un pugno di uomini liberi e un mare di sudditi. Oggi siamo tutti dei sudditi, ma ci siamo liberati dei “grandi uomini liberi”. I miei amici hanno subito stappato una vodka e mi hanno dichiarato anarchico. Con idee del genere, mi hanno assicurato, in America non puoi fare molta carriera. Li ho assicurati a mia volta che non aspiravo a chissà quale carriera, perché mi avrebbero tolto quell’ultimo barlume di libertà che ancora avevo. Magari ho voluto solo fare un esercizio mentale, però un giorno forse vorrò diventare un eroe, ho detto. Purtroppo dovrò farmene una ragione, perché non ho alcune possibilità. Persino Ostap Bender ci ha rinunciato e ha cambiato occupazione, divenendo amministratore di condominio. Uno che legge la stampa la mattina presto e beve il suo caffettino nel bistrot all’angolo della strada non ha alcuna chance di diventare un eroe. Specie se ci lascia anche la mancia. Gli eroi non possono compromettersi con gesti del genere: dunque, non sarò un eroe. Mi fermo qui. Alla prossima lettera.
Saluti dalle americane contrade da un uomo che lotta per le idee.
Tuo,
Vasilij Andreevic"

(tratto da "Gli ultimi eretici dell'Impero" di Vasile Ernu (Hacca Edizioni), pp. 189-193)



Explosions In The Sky - "Postcard From 1952"

domenica 11 novembre 2012

The fan


Trovate qui la mia recensione del romanzo di Peter Abrahams "The fan" (66thand2nd). Peccato non avere la possibilità di seguire qualche partita della Major League.

venerdì 9 novembre 2012

Venerdì ma domani ancora...

- Ho ascoltato su internet la predica iniziale di Santoro e ho cliccato altrove dopo che l'ho sentito dire, per portare acqua al proprio evanescente discorso, una roba del tipo che negli Stati Uniti si eleggono i migliori. I migliori? Davvero pensa quello? Romney e Obama sono davvero migliori dei politici italiani? Avete provato a seguire un loro dibattito, perché io ci ho provato e sono rimasto sbigottito dalla pochezza di quanto stavo ascoltando. Retorica, sorrisi, slogan, niente e lasciamo pure stare il sistema elettorale statunitense perchè ci vuole un manuale per capire come funziona ed è meglio non infilarsi nel capitolo riguardante lobby, banche, impero perché ci si perderebbe.

- Un commento di Paolo Zardi su Beppe Grillo & Co.: "Olio di ricino"

- La conosco e mi dispiace sempre ogni volta che arrestano o interrogano o trattengono Yoani Sanchez ma anche in Italia accadono spesso le stesse cose.

- L'avete mai ascoltato questo disco dimenticato dai più? Altrimenti cercatelo perchè è veramente bello:


- Due libri che mi sono arrivati e che recensirò: "Magma" di Lars Iyer (Meridiano Zero) e "Gli ultimi eretici dell'impero" di Vasile Ernu (Hacca Edizioni) che tra l'altro si apre parlando proprio di un problema che sto vivendo in questi giorni e che nel Blocco era quasi assente (almeno così sembra).





⌁ ✞ S A N L U P O ✞ ⌁


SABATO 17 NOVEMBRE H.21:00 ex oratorio di San Lupo Via San Tomaso 13 Bergamo - POSTI LIMITATI - info e prenotazioni > onivatto@yahoo.it \ 349 88 30 539

⌁ ✞ S A N L U P O ✞ ⌁
ϟ for chorus, cello & electronics ϟ
“dimensione in tre movimenti per coro, violoncello ed elettronica”

un progetto di  INVISIBLE°SHOW e Alberto Boccardi con Matteo Bennici \ Alberto Boccardi \ Attilio Novellino \ Nicola Ratti  e  il Coro Antonio Lamotta diretto da Davide Mainetti

MATTEO BENNICI
http://matteobennici.org/
http://soundcloud.com/matteobennici
http://vimeo.com/37097441
Violoncellista, bassista, compositore e sound designer. Dal 1991 ad oggi ha collaborato come musicista, compositore e improvvisatore ad oltre 40 progetti e formazioni, dal metal estremo all’elettronica. Attualmente suona nei Motociclica Tellacci e negli Squarcicatrici. Ha pubblicato per etichette come SGR Musiche (di cui è co-fondatore) e Burp (Ita), Esp-Disk ed Edgetone (Usa), Saravah (Fr) e altre. Dal 1998 realizza e produce colonne sonore musicali per teatro, cinema e documentari, come pure installazioni sonore e sonorizzazioni dal vivo.

ALBERTO BOCCARDI

http://www.albertoboccardi.com/
http://soundcloud.com/alberto-boccardi-1
http://www.youtube.com/watch?v=HUZph2hUuTU
Ingegnere e musicista elettronico, è diplomato al Conservatorio di Milano e laureato in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano. Tra i fondatori di anyBetterPlace, ha composto musica per spettacoli di danza (Compagnia Cinzia Delorenzi, Schuko, Le molecole), videoartisti (Yuri Ancarani, Francesca Amati), film (Icaro Project), reading e pièce teatrali (Survival - Siamo Tutti Uno, Compagnia dei Giulllalli, Eterefolli –Festival del Ticino prize 2007).

ATTILIO NOVELLINO
http://uvdbp.bigcartel.com/
http://soundcloud.com/uvdbp
http://www.youtube.com/watch?v=N6vw_AJIwWc
Catanzarese, classe 1983. La sua ricerca musicale parte dallo shoegaze per approdare all'elettroacustica, tra evanescenti trame di chitarra, field recordings sognanti e distorsioni inclini all'ambient. Per l'etichetta austriaca Valeot ha da poco pubblicato Through Glass.

NICOLA RATTI
http://www.nicolaratti.com/
http://soundcloud.com/nicola-ratti
http://vimeo.com/32412227
Nato a Milano nel 1978. Membro dei Ronin, collabora con Giuseppe Ielasi nel progetto “Bellows”, con Attila Faravelli come "Faravelliratti" e insieme a Fatima Bianchi in diverse opere di sperimentazione audiovisiva. I suoi dischi sono usciti per etichette come Die Schachtel, Entr'acte, Anticipate, Preservation, Megaplomb e Boring Machines.


giovedì 8 novembre 2012

Wilson lo Svitato e i Gemelli Straordinari


Trovate qui la mia recensione del romanzo di Mark Twain "Wilson lo Svitato e i Gemelli Straordinari" (Mattioli 1885). (La foto di Twain in copertina è bellissima)

mercoledì 7 novembre 2012

Case

Ieri ascoltavo due ragazzi seduti davanti a me sull'autobus che parlavano dei tassi del mutuo sulla casa e io pensavo alle case in affitto della mia famiglia, quella dove sono cresciuto e dove vivono ancora i miei genitori, quella dove vive mia sorella col suo compagno e quella dove sto io con la mia ragazza e sono scoppiato a ridere al pensiero dei miei genitori che accennano alle poche cose materiali che ci lasceranno quando non ci saranno più, ai pochissimi soldi che troveremo sul conto, alla quasi assoluta mancanza di oggetti di valore, alle macchine di famiglia che  non hanno mai superato il 1100 di cilindrata . Ho pensato a come quella casa al secondo piano di un palazzone in stile milanese sia di proprietà di un anziano e ricco industriale che un tempo viveva/lavorava nello stesso cortile dei miei nonni e che era molto amico di mio zio e poi ho pensato all'appartamento nella periferia milanese di mia sorella di proprietà di una cooperativa con affitti accettabili e infine ho materializzato nella mia mente il mio due locali e mezzo in un palazzo altissimo dove la lingua italiana è assoluta minoranza e dove per poter fare la lavatrice bisogna rispettare i turni (un giorno ogni tre settimane e tre domeniche al mese condivise con tutti gli altri inquilini) e ancora una volta mi son detto che mi va bene così, anzi che mi è andata davvero di lusso ad avere due genitori che hanno impostato la loro vita in una certa maniera e che la casa di proprietà non rientra per niente fra le priorità della mia vita. Mio padre mi dice spesso quando s'immalinconisce un po' troppo: "Quando io e la mamma non ci saremo più voglio che bruci tutto in cortile. Hai capito? Voglio che distruggi tutto, mobili, sedie, armadi, letto e che poi li bruci in cortile." Sarà fatto. "Ma la moquette della mia stanza no, quella no" e a quel punto mia madre mi prende per i capelli e cercando di non scoppiare subito a piangere mi bacia sulla guancia e mi dice "No, quella la puoi portare via, ti è sempre piaciuta!".

P J Harvey Forever! (E qui un suo pezzo che mi ricorda mio zio)

lunedì 5 novembre 2012

Two years at sea


Fatico a trovare nelle sale film che mi interessino, una fatica boia, devo cercare di qua e di là, aspettare link, rassegne, appuntamenti, micro festival, ospitalità, amici, pazzoidi pieni di passione che puntualmente ci rimettono soldi e Ben Rivers è uno di quegli autori che mi piacciono tantissimo e che mi deve sempre far sbattere un casino per farmi vedere i suoi "film" e "Two years at sea" è splendido.

E poi visto che fra non molto sapremo qualcosa da oltre oceano, lascio un articolo che mi fa pensare alla coppia di anziani che verso mezzogiorno mi ha fermato mettendomi in mano un opuscolo sull'Armageddon. ho sorriso, sembravano usciti da Star Trek.





"Altro che mobilità sociale
vorrei venire su quel seno al silicone che una ragazzina
mostra ballando in mezzo al locale, mi pare di avere una
collana di orecchie umane, vorrei fare il kamikaze per mettermi
in evidenza, dimostrare quanto valgo, e già la vedo dileguarsi
nei bagni a spompinare a più non posso dei suoi bastardi coetanei,
sono troppo vecchio anche per questo. Esco dal locale, compro in un
supermercato una scatola di tonno e creo una sicura lama affilata.
 Aspetto il primo maiale che passa."

sabato 3 novembre 2012

Sabato alle 5

Da qualche giorno ho delle colleghe che arrivano tutte da paesi dove negli ultimi trenta, quarant'anni ci sono stati conflitti, dittature, carestie, stermini. Da anni si alzano all'alba e lavorano senza sosta per poter garantire un futuro a se stesse e ai propri figli. Siamo e saremo sempre mondi lontani ma la dignità dei loro sguardi è il respiro della terra fertile.

E mentre lavoravo ricordavo e canticchiavo queste quattro canzoni: "The Future Is Blinding" degli Epic45, "Feel The Pain" dei Dinosaur Jr, "Waiting Around to Die" di Townes Van Zandt (qui nella versione di Evan Dando) e "Roses" dei dEus. Quest'ultima canzone tratta da "In a Bar, Under the Sea" mi fu registrata su una cassettina da un amico che non vedo da tantissimo tempo ma è una di quelle persone che mi ha salvato la vita e continua a farlo, anche se non ci sentiamo mai, e suona, lavora in una radio e magari scrive anche qui.

venerdì 2 novembre 2012

I morti viventi

L'ipotesi che Antonio Di Pietro stia per scomparire dalla scena politica mi riempie di gioia. Probabilmente a tenerlo in vita ci penserà quell'altro suo compagno di merende Beppe Grillo con al seguito un carrozzone di anime candide e approfittatori. Condivido questa antipatia per l'ex magistrato (che risale ai tempi di Manipulite) con mio padre e mia madre e non mi va di spiegare perché, quella per Grillo invece è maturata negli anni e adesso davvero appena lo vedo vorrei spaccare lo schermo del pc. 

giovedì 1 novembre 2012

Makhno, Super Joint Varedo All Star, My Silver Booster



Makhno (improdronoise con la makhnovicina che commuove)

Super Joint Varedo All Star (from blasè to hell, 3 eternal zio & friends) (ultrapsychodroneverending)

My Silver Booster (electro noise impro con krauti)

Venerdì 2 novembre
Arci Blob Arcore
via Casati 31
dalle 21.30

Makhno è il one man project di Paolo Cantù , musicista autodidatta, chitarra elettrica e qualsiasi altra cosa gli capiti tra le mani. Le sue prime esperienze sono nella storica band brianzola Tasaday, dopo la quale è membro fondatore di Afterhours, Six Minute War Madness, A Short Apnea (semplicemente un pezzo di storia della scena underground italiana) fino all'ultimo gruppo con Xabier Iriondo, Uncode Duello. Dopo il suo esordio come solista con 4 brani sul vinile Phonometak 10, Silo Thinking è la sua prima prova sulla lunga distanza. Dalla Newsletter della Wallace Records: “…Qui Paolo condensa la trentennale frequentazione nelle musiche altre, e lo fa da solo in un album che appare tutt'altro che il progetto di un chitarrista che si dedica composizioni intimiste con il proprio strumento eletto: qui dentro ci sono industrial e post-punk, ci sono i Throbbing Gristle, i Butthole Surfers ed i Big Black, ma soprattutto c'è il tocco, l'anima e la composizione di un chitarrista e polistrumentista unico e personalissimo, che per la Wallace Records rappresenta una carta d'identità. Suonato, registrato e mixato in completa autonomia, Silo Thinking è un vinile 12" ed è una coproduzione Wallace, Hysm?, Brigadisco e Neon Paralleli, e vede come unico contributo esterno la presenza di Federico Ciappini (Six Minute War Madness) alla voce nel brano Custer.”

http://neonparalleli.blogspot.it/p/makhno.html

Il tutto con tessera arci, se avete intenzione di venire per la serata compilate qui la richiesta online:
http://www.arciblob.it/blob-news/153-tesseramento-online-