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martedì 31 gennaio 2012

La curiosa scomparsa di Leone Guerrino - (Giovanni Aprile – Francesco Ficarra, Area51 Editore)


Leone Guerrino è scomparso. È sparito molti anni fa, oppure ieri. Sulla base di una labile traccia i suoi fratelli di sangue, Assergio e Orso, decidono di abbandonare la Pregiata Compagnia degli Aperitivi e si mettono in viaggio sulla rotta del mistero per eccellenza: il ramo della Transiberiana che conduce al cuore perduto dell'Asia Centrale. Più si vanno avvicinando alla meta, infatti, più i contorni del paesaggio si fanno metafisici e sfuggenti. Progressivamente il mondo si smaterializza, il tempo si sbriciola. Reciso ogni legame con la vita quotidiana e la sua fuorviante "normalità", Orso e Assergio sprofondano in una irrealtà liquida in cui ogni fantasma può prendere corpo: arruolati nell'Armata Rossa mongola, finiranno per battersi contro le truppe bianche del folle sanguinario barone Ungern-Sternberg. E proprio lì, sulla delicata linea di confine tra Oriente e Occidente, troveranno ciò che da tempo vanno cercando. Dieci anni dopo "L'improvvisa storia di Leone Guerrino", il cui manoscritto fu misteriosamente trafugato prima della pubblicazione, gli autori tornano alla ribalta con uno spumeggiante sequel di nessun prequel, riportando in scena Orso e Assergio mentre Leone, come nella miglior tradizione del genere, resta il convitato di pietra, protagonista silenzioso e invisibile. Inedito incrocio tra la narrazione generazionale, il road-movie e il romanzo d'avventure, "La curiosa scomparsa di Leone Guerrino" è animato da una ininterrotta tensione narrativa nonostante il montaggio frammentario e la decostruzione della sequenza temporale. Su uno scenario che si fa sempre più evanescente man mano che si allarga nello spazio e nel tempo, i personaggi si stagliano vividi sulla scena grazie all'uso spregiudicato di dialoghi serratissimi, dove esplode in tutta la sua forza l'irrisione dell'ironia come strumento di analisi.

BIO D'AUTORI

Dietro gli pseudonimi di Francesco Ficarra e Giovanni Aprile si nasconde, come è ormai noto a tutti, Leone Guerrino. Sbaglierebbe, tuttavia, chi volesse vedere in questa insolita forma di sdoppiamento un tributo alla schizofrenia dilagante: il cammino di Leone è fin da subito indirizzato al di là di simili tormenti verso nuove creazioni. Nella prima adolescenza si impadronisce di una mezza dozzina di accordi di chitarra, e brandendoli come un manubrio cerca di andarci in bicicletta nella vita. Il progetto, che taluni subito bocciano come velleitario, riesce in effetti solo parzialmente. Non sarebbe impossibile, sulla base di ciò che le sue opere ci dicono di lui, ricostruire età e destini di Leone; preferiamo lasciare ad altri quest’ardua fatica da archivisti. Ci sembra comunque di poter escludere che si sia laureato a Yale. Ci piace invece osservare che, nato nell'insalubre Padania, ma con le radici a mollo nel Mediterraneo, Leone aspira da sempre a fondare una città di pianura aperta sul mare. Tale fondazione avviene – come sempre – per germinazione spontanea di singoli luoghi che progressivamente si incontrano, si giustappongono, cercano il loro incastro, e finalmente si sciolgono l’uno nell’altro in un amplesso spirituale e urbanistico insieme. C'è qualcosa di oscuramente sessuale nel procedimento dialettico. Né, per quanto ne sappiamo, può nascere alcunché se non da un atto di amore carnale. E in questa nuova città, in questa "civitas nova" per usare espressioni pregnanti e allusive di cui ignoriamo il senso, lo spazio è nuovamente nella disponibilità dell'uomo, che lo abita tramite il Silenzio. Il Silenzio, questo bene prezioso che alberga in noi ma al quale non si provvede a educarci, talvolta è necessario cercarlo molto lontano: allora ci si mette in viaggio. È qui che Leone Guerrino ha l'intuizione fondamentale della sua vita di autore: inventa se stesso e i suoi amici come personaggi, attraverso i quali lascia che il viaggio si racconti. "La curiosa scomparsa di Leone Guerrino" è l'ultima – la più recente – tappa del cammino.

Tutte le informazioni qui:


About Today


C'è una canzone inserita nell'ep "Virginia" dei The National che quando la ascolto mi fa pensare a me stesso o meglio è come se fossi io che la cantassi a me stesso...perché c'è quella frase How close am I to losing you che io me la sento dentro tutti i giorni ma da sempre però e allora quando mi guardo allo specchio io me la ripeto in silenzio nella mia testa...e poi  la ripeto a quella persona nel vetro che mi guarda storto col dentifricio che gli esce dalle labbra...una persona nella quale sono le più volte che non mi riconosco che quelle che mi riconosco...è una frase che ha quasi il sapore di una preghiera laica...e non potete immaginare lo shock che ho subito quando ho ascoltato per la prima volta questa canzone....mi sono seduto sul divano e mi sono venute le lacrime...e che cos'è il rapporto con se stessi se non qualcosa di molto simile a un rapporto d'amore con un uomo o con una donna?...un rapporto che può durare una vita ma che può anche spezzarsi e finire per un numero infinito di motivazioni...e allora forse a un certo punto il patto con se stessi si spezza e non è più possibile recuperarlo e l'unica soluzione è chiudere tutto, dire addio, andarsene..ma poi davvero sono simili questi due rapporti? Davvero il rapporto con noi stessi è simile ad un rapporto d'amore? E davvero uno influenza l'altro? E questo vale per tutti? E vale nello stesso modo? E non sono tutte stronzate quelle che sto sparando? Me lo sto chiedendo dopo una lunga discussione con una persona di una trentina d'anni più di me che dovrebbe quantomeno darmi delle dritte e che invece mi ha detto "Tu credi davvero che quando si rompe il patto di fiducia con se stessi l'unica soluzione sia quella di togliersi la vita o abbandonare il mondo e le persone?" e la mia risposta è stata "Sì. Anche se l'attuale patto di fiducia con se stessi è stato fondato su un precedente patto di fiducia infranto." e lui ha sorriso e ha detto "La tua sembra una contrattazione sindacale" e l'uomo attempato, prima di cacciarmi, non ha potuto fare a meno di scoppiare a ridere. Mi auguro che uno dei tuoi nipoti ti sottragga qualche pezzo del tuo puzzle barocco impedendoti di finirlo. 


 

lunedì 30 gennaio 2012

Bloody Sunday 1972-2012

40 anni fa esatti il Bloody Sunday. Quel giorno i soldati britannici uccisero 14 persone durante una manifestazione pacifica a Derry, nell'Irlanda del Nord. Mi andava di ricordarlo, tutto qui. (Derry è uno dei posti più assurdi, insieme a Belfast, dove mi sia capitato di stare)


La semplice verità. I diari inediti


"Con La semplice verità. I diari inediti, si porta per la prima volta all’attenzione dei lettori italiani una selezione dei diari inediti dei due maggiori filosofi e pensatori statunitensi: Ralph Waldo Emerson ed Henry David Thoreau. Amici e concittadini, maestro e discepolo, uomini e pensatori il cui pensiero e le cui parole restano ancora oggi la migliore e più vivida testimonianza del più autentico spirito americano, anti intellettualistico e anticonformista. Grazie all’attenta curatela di Stefano Paolucci – massimo esperto italiano delle opere di Thoreau ed Emerson – il volume alterna sapientemente i due diari, riuscendo a creare un vero e proprio dialogo, un’autentica struttura narrativa e letteraria, coinvolgente e appassionante, caratterizzata dal ritmo incalzante dell’autobiografia e impreziosita dallo stile inconfondibile del diario, aforistico e profondo. Pagine semplici e potenti, in cui si svelano i nuclei fondamentali ed essenziali delle opere che hanno reso celebri in tutto il mondo i nomi di Thoreau ed Emerson; scritti inediti che riportano alla luce pagine mirabili di letteratura e filosofia, dove i due autori, dalla giovinezza dei vent’anni fino alla piena maturità, s’interrogano con profondità e chiarezza sull’esistenza e la filosofia, la politica e la natura, la religione e la società."

Henry D. Thoreau - Ralph Waldo Emerson "La semplice verità. I diari inediti" (Piano B Edizioni)
(Collana: La Mala Parte; Genere: Saggistica; pag. 336; 18 euro)

Qualcosina qui:

domenica 29 gennaio 2012

Dannazione

Amo i primi tre romanzi di Chuck Palahniuk, dal quarto in poi ho cominciato invece a storcere il naso e a trovarli sempre più ripetitivi, stanchi, noiosi e "Pigmeo" e "Senza veli" li ho abbandonati dopo poche pagine perché erano insostenibili. "Dannazione" pubblicato qualche mese fa da Mondadori non fa che confermare definitivamente il trend negativo dell'autore di Fight Club e a mio avviso la fine di un autore rimasto senza inventiva e che produce a ritmo forsennato libretti scadenti dalle trame debolissime e infarciti dai soliti "argomenti" che contraddistinguono il resto della sua sterminata produzione. Spreco due parole per "Dannazione" perchè quando è uscito un fratello e una sorella mi scrissero che dopo averne fatto leggere alla madre un brano avevano ricevuto da lei più o meno una risposta del genere "Che schifo questi genitori! E poveretti questi bambini!" senza nemmeno rendersi conto che quei genitori erano parecchio simili a  lei, a suo marito e alla sua cerchia di scoppiati che fanno sempre la cosa giusta. Conoscendoli molto bene non posso che confermare il giudizio espresso da fratello e sorella. Il brano in questione è il seguente:

"Il mio sospetto è che i miei genitori abbiano tanto cari i loro sordidi ricordi di Woodstock e del Burning Man non perché quei passatempi gli abbiano procurato la saggezza, ma perché quelle pazzie sono inseparabili da un periodo delle loro vite in cui erano giovani e sgravati da obblighi. Avevano tempo libero, tono muscolare, e il futuro sembrava ancora una grande, trionfale avventura. Come se non bastasse, sia mia madre sia mio padre erano all'epoca privi di status sociale, e non avevano quindi nulla da perdere se saltellavano in giro nudi con i genitali gonfi imbrattati di lerciume. E così, avendo loro ingerito droghe e rischiato danni cerebrali, volevano a tutti i costi che io facessi lo stesso. Non conto nemmeno le volte in cui a scuola, aprendo il sacchettino del pranzo portato a casa, al suo interno trovavo un panino al formagio, un cartoncino di succo di mela, dei bastoncini di carote e un Percocet da cinquecento milligrammi. Nella calza dei regali di Natale - non che da noi il Natale si festeggiasse - c'erano tre arance, un topolino di zucchero, un'armonica e alcuni Quaalude. Nel cestino di Pasqua - non che da noi quella ricorrenza venisse chiamata Pasqua - anziché caramelle trovavo palline di hashish. Magari potessi scordare quel che accadde durante la festa per il mio dodicesimo compleanno, quando con il bastone di una scopa colpii una pentolaccia davanti ai miei coetanei e ai loro rispettivi genitori ex hippy, ex rasta, ex anarchici. Il momento in cui la cartapesta colorata esplose, e invece che da gomme da masticare e cioccolatini tutti i presenti furono ricoperti da una pioggia di Vicodin, Darvon, Percodan, boccette di popper, francobolli all'LSD e barbiturici assortiti. Tutti i genitori - ora ricchi, ora di mezz'età - ne furono entusiasti, mentre io e i miei piccoli amici non potemmo evitare di sentirci un tantino ingannati. E poi non bisogna essere un premio Nobel per capire che ben pochi dodicenni si godrebbero una festa di compleanno in cui essere vestiti è un optional. Alcune delle scene più raccapricianti che si vedono qui all'inferno sono perfettamente risibili, se paragonate al vedere un'intera generazione di adulti nudi che si accapiglia per terra, sbracciandosi e ansimando, nel tentativo di mettere le mani su qualche manciata di capsule di codeina. Stiamo parlando delle stesse persone spaventate dall'idea che, crescendo, io diventassi una specie di Miss Ninfetta Ninfomanheimer." (pag. 54-55)

Due nuovi video: "AHAB" dei Mauve e "FIGLI DEGLI HAMBURGER" degli Ex-Otago


"Ahab" dei Mauve

e

"Figli degli hamburger" degli Ex-Otago

sabato 28 gennaio 2012

La Vigna Dischi - "Separations" - Giampiero Riggio

In questi giorni è nata una piccola etichetta siciliana: La Vigna Dischi e se vi interessa scoprire chi sono e cosa fanno potete fare un salto qui e la loro prima uscita è il disco di Giampiero Riggio"Separations" che potete ascoltare e scaricare qui e ho cominciato ad ascoltarlo ed è una bella scoperta.

venerdì 27 gennaio 2012

Sleep Party People

Il 9 aprile uscirà il nuovo disco degli Sleep Party People "We Were Drifting On A Sad Song" e intanto potete ascoltare/vedervi il primo video della canzone "A Dark God Heart" qui:

giovedì 26 gennaio 2012

Una recensione del mio "La maledizione degli affetti" a firma di Andrea Brancolini.

mercoledì 25 gennaio 2012

Non ho visto e credo che non avrò mai la possibilità di vedere lo spettacolo teatrale "Sul concetto di volto nel figlio di Dio" di cui si è tanto parlato in questi anni. Non entro nel merito dello spettacolo proprio perché non l'ho visto e nemmeno nelle presunte motivazioni dei contestatori ma mi preme solo esprimere un mio parere personale e laterale che riguarda questo spettacolo, altre opere "forti" e anche il sottoscritto: cosa ci si aspetta quando si realizzano opere d'arte che turbano, che fanno o faranno discutere, che sfidano le chiusure mentali, le ritrosie, i pregiudizi, la morale costituita? Sta nell'ordine delle cose che ci saranno delle reazioni, che qualcuno lo vorrà proibire, che qualcuno lo attaccherà, che qualcuno lo vorrà bruciare, proibire, mettere all'indice. L'importante è non giustificarsi, non piegarsi e se qualcuno si ritiene offeso, turbato, vilipeso, disgustato si affronteranno i problemi che scaturiranno, senza piegarsi, mai, costi quel che costi, pagando anche con la vita quello che si fa. Altrimenti non ha senso scrivere, dipingere, suonare, filmare, fotografare, disegnare. Non ha senso vivere.

E qui la recensione del disco dei Soul Of The Cave.

martedì 24 gennaio 2012

Viaggio nella vertigine


Quando passo davanto alle 700 pagine di "Viaggio nella vertigine" in cui Evgenija Ginzburg racconta tutto l'orrore che visse nelle prigioni e gulag oppure lo sfoglio e comincio a rileggerne le sue dolorose pagine, i miei foglietti, i miei appunti scritti a matita non posso non ricordarmi la persona che mi consigliò di leggerlo, o meglio che me ne parlò prima che fosse pubblicato nella versione integrale, e che poi mi scrisse di comprarlo e anche di guardare il film che ne fu tratto con Emily Watson nelle vesti della scrittrice e quella persona è M., una ragazza israeliana di origini lituane, con due trecce biondissime che un giorno le arriveranno fino ai piedi. La notte in cui lei mi scrisse su un fazzoletto di carta il nome dell'autrice (vide nel mio zaino I racconti della Kolyma) stavamo parlando di Tel Aviv, delle sue notti bollenti, dell'esistenza di una scena indipendente israeliana, di letteratura, di bambini e coppie e di tante altre cose di cui si può parlare con degli amici e in compagnia di un bel po' di alcolici e sigarette (ma anche cibo/dolci/animali scodinzolanti) e tutto sembrava scorrere in maniera molto tranquilla fino a quando la ragazza del mio amico tirò fuori la storia della Shoah aspettandosi che M. cominciasse a parlarne e invece M. accese una sigaretta bevve tutto d'un fiato il suo boccale di birra e disse "No, non ho voglia di parlarne e non vedo perché dovrei farlo...." e poi cominciò a dire che ne aveva piene le scatole che tutti volessero sentire da lei storie sul genocidio, sui suoi parenti morti o sopravvissuti e che nessuno poteva immaginarsi cosa significasse vivere questa situazione e che era una vera e propria maledizione e quella sera lei voleva parlare di un concerto, del suo lavoro coi bambini disabili, del suo ex fidanzato stronzo che le aveva spaccato lo stereo e il computer e invece ancora una volta doveva star lì a parlare della Shoah e del nazismo e della guerra fra israeliani e palestinesi e non ce la faceva più e che questa cosa la stava facendo impazzire. Mi ricordo le lacrime quando disse Sì, sono stata nei campi, sì nove decimi della mia famiglia non esistono più, sì, fa schifo quello che sta facendo Israele, etc, etc e voi non potete immaginarvi la sua furia. In quegli occhi rividi mio nonno e tutti gli altri miei parenti che non ne potevano più di raccontare, non ne avevano quasi più voglia, non ne avevano mai avuto e lo facevano solo con le persone che volevano loro, solo con quelle che non volevano specularci sopra, che non volevano applaudire o dire altro, solo con quelle che stringevano con loro un rapporto diverso (mio nonno a quelli che gli chiedevano "Mi racconta della lotta partigiana?" lui rispondeva "Preferirei raccontarti delle prostitute che ho nascosto nell'albergo per salvarle" e la maggior parte se ne andavano). La prima volta che mio nonno mi raccontò della guerra nei Balcani volle che spegnessi la luce e l'unica cosa che vedevo nella stanza erano la sigarette che bruciavano e nient'altro. In questi giorni penso a te M., perchè ho ricominciato a sfogliare quel libro e perché, cavolo, ho comprato quel disco che mi avevi detto di comprare e quando lo faccio suonare a tutto volume io vedo il tuo volto da europea dell'est segnato dalle lacrime ma soprattutto vedo quel diavolo di un sorriso coraggioso e un po' strafottente come il mio che  nessuno mai ti potrà togliere. Ciao e non mollare mai, mi raccomando.

"Ancora oggi, se socchiudo gli occhi, riesco a ricordare la più piccola irregolarità di quelle pareti, verniciate nella metà inferiore di rosso sangue (il colore più diffuso nelle prigioni) e per il resto di un bianchiccio sporco. Talvolta riesco ancora a sentire sotto i piedi le irregolarità del pavimento di pietra di quella cella: la numero 3, al terzo piano, sul lato nord. E ricordo ancora la tristezza e la delusione che provavo ogni volta che misuravo con i passi la superficie riservatami per esistere. Cinque passi in lungo, e tre in largo. A farli proprio corti potevano diventare cinque e un quarto. Uno-due-tre-quattro-cinque, un breve dietro-front, poi di nuovo uno-due-tre-quattro-cinque...La porta di ferro, con lo sportello ribaltabile e lo spioncino. Una cuccetta di ferro fissata a una parete e, appoggiato alla parete opposta, un tavolino di ferro e uno sgabello pieghevole estremamente scomodo, ma piazzato in modo da essere ben visibile dallo spioncino. Nient'altro: solo ferro e pietra." (pag. 145)


(nota conclusiva: la ragazza del mio amico e M. sono diventate molto ma molto amiche dopo che per un paio di mesi progettarono ogni tipo di omicidio...sorridete sorridete)

lunedì 23 gennaio 2012

Fine Before You Came - Ormai

Esce il nuovo disco dei Fine Before You Came "Ormai" e lo potete scaricare gratuitamente da mediafire.


Maggiori informazioni le potete trovare sul loro blog
Nei giorni scorsi sfogliando per caso un giornale che la mia compagna ha portato a casa dal lavoro ho scoperto un fotografo, Charles Fréger, del quale a breve uscirà un libro molto interessante "Wilder Mann" ("l'uomo selvatico") con una serie di scatti realizzati incontrando una cinquantina di comunità in diciotto paesi europei. Provate a digitare Wilder Mann e il nome del fotografo e guardate cosa esce. Io mi sono innamorato all'istante. Di che cosa? Provate a guardare.

domenica 22 gennaio 2012

Potete trovare qui la recensione del libro "La macchina della morte - Notizie da un mondo in cui le persone sanno di che morte morire"

sabato 21 gennaio 2012


(magari potessi abitare in una casa del genere)
Mi capita, in passato mi capitava più spesso, di visitare ospedali, case di cura, centri di riabilitazione, ospizi, etc, etc. e una delle ultime volte ero seduto nella affollatissima sala d'aspetto di un pronto soccorso e una ragazza, che come me stava aspettando da ore notizie possibilmente positive dai medici (non fu così per nessuno dei due e alla persona che stava aspettando andò veramente male come seppi il giorno dopo), a un certo punto si voltò verso di me e puntandomi l'indice addosso mi disse "Non è certo come in Er!" e non ebbi nemmeno il tempo di risponderle qualcosa  che un uomo che da mezz'ora mi stava facendo innervosire con i suoi continui sbuffi e lamentele gratuite (seppur giustificate dalle circostanze) pensò bene di condividere con tutta la sala la sua perla di saggezza "Molto meglio Grey's Anatomy" e tutto questo, ma non c'entra nulla (se non che anche lei era un'assidua frequentatrice di ospedali & co.) va di pari passo con quell'altra tipetta simpatica che tornata dagli Stati Uniti mi disse che gli indiani l'avevano delusa perché non erano come quelli di Balla coi Lupi e se la prese con me perché non glielo avevo detto prima e ricordo che anche il suo bull terrier non sapeva che "gatti" (battutona) pigliare ascoltando le sue stupidaggini. 

[perdonatemi per il siparietto ma è una specie di reazione comica alla servitù volontaria/complice di gran parte dei mezzi d'informazione sulle presunte liberalizzazioni (e cosa significa liberalizzare? ma anche modernità?)...e non c'entra se una cosa cambia ma perché cambiarla e quale progetto e modello di vita si ha in testa per il presente e il futuro e il mio non è catastrofismo o semplificazione o tirarsi indietro...anzi la mia è la richiesta di maggiore disponibilità a discutere seriamente di altre alternative, forse ancora più difficili e faticose di quelle che vengono sventolate furbescamente e che non fanno che aderire alle solite ricette...e ogni volta mi ostino a ripetere che dietro, per esempio, la comodità di avere il supermercato aperto tutti i giorni c'è un sistema che non si ferma mai e che grava sulla testa di qualcun altro e a proposito del mondo della distribuzione e di quello che succede nei centri di smistamento si veda il caso Esselunga e le lotte di questi mesi...e sorrido pensando che lo pseudo artista Tornatore ha pure confezionato un bel dvd celebrativo per la catena di supermercati che si dice molto amata dai radical chic...scherzo...e chiudo dicendo che tristezza ma che tristezza che fanno Santoro/Vauro/Travaglio e compagnia bella...imbarazzante davvero l'intervista al guru ce l'hanno tutti con me e io sono la Rai e tutte ste stronzate da Fazio]


E se vi interessa vi ricordo che è uscito il libro del grande Luca Martello "Harpo coniglio e il mistero di Facebook" (Piano B Edizioni)  e qui potete ascoltare una sua recentissima intervista radio e sempre se vi interessa qualche informazione in più la trovate sul sito di quel gioiellino di casa editrice che è la Piano B.

venerdì 20 gennaio 2012

La macchina della morte


Prossimamente su Lankelot la recensione di questo libro che dovrebbe arrivare nelle librerie il 26 gennaio.
"Il più forte di tutti non ha mai il tempo per battersi, passa troppo tempo ad allenarsi. Invece io non mi alleno mai e mi batto sempre." (Roger Nimier)

mercoledì 18 gennaio 2012

A breve:

A breve per Lankelot ne usciranno le recensioni:



E segnalo un articolo su una questione che mi sta molto a cuore: "40 anni dopo Wounded Knee, un giudice riflette". Lo potete leggere qui:

Si stanno sprecando tante ore e tanta carta per parlare di quanto accaduto alla nave da crociera, mi limito a dire che mi piacerebbe che i mezzi d'informazione si comportassero nella stessa maniera, almeno per una volta, quando affonda (o viene affondato) un barcone colmo di uomini, donne e bambini che cercano un futuro in Italia e nel resto dell'Europa. 

Paolo Stefi - Como sotto scacco


"Como sotto scacco": la prima reality fiction italiana si colora di giallo
Nel nuovo thriller in ebook di Paolo Stefi tutti i protagonisti sono persone reali

È inverno. Un uomo viene trovato riverso nel lago a Cernobbio. Basta un'occhiata per riconoscere un viso ben noto a tutti: si tratta di Andrea Ardito, centrocampista del Como scomparso da più di 5 giorni. Purtroppo questo non sarà l'unico ritrovamento di un cadavere, sarà seguito da altri efferati delitti. Tutti con un unico modus operandi. Il significato è chiaro: c'è un serial killer che si aggira per le strade di Como. Rudi e Pat, i due investigatori protagonisti del primo romanzo di Paolo Stefi, Allarme al Lariano, attraversano gli angoli più noti e caratteristici della città, e le loro indagini si sviluppano fra un pranzo all'Armilla di Anzano del Parco e una chiacchierata per le vie di Erba, mentre cadaveri continuano a essere ritrovati nei luoghi più impensati. Un thriller d'azione avvincente, appassionato, ricco di colpi di scena e di personaggi.

Reality fiction: persone reali protagoniste della finzione narrativa
In "Como sotto scacco" tutto è reale. Tutti i personaggi sono persone realmente esistenti, nella straordinaria interpretazione di... sé stessi. Un famoso calciatore di calcio, un noto imprenditore lariano, l'ex presidente di Confindustria di Como e ancora un avvocato, una psicologa, un frontaliere... Soltanto persone reali, immerse nella loro vita vera ma anche in una storia da brivido, protagoniste della prima reality fiction italiana.

L'autore:
Paolo Stefi è nato a Milano nel 1976 e vive a Erba da tempo. Prima che nascessero Marta e Alice pensava di poter essere un "motociclista da sempre e per sempre". Oggi invece è un felice papà che guida la macchina. Ha fondato e suonato nei BlueSky e nella Charleston Blues Band ed è autore e regista degli spettacoli teatrali The Blues Brothers Musical e The Commitments Musical. Ha collaborato con l'Autunno Musicale di Como e il Comune di Erba per cui ha ideato e diretto spettacoli teatrali. Oggi è responsabile editoriale alla Hobby & Work Publishing. È ferrarista da parte di madre. Como sotto scacco, dopo Allarme al Lariano, anch'esso pubblicato in ebook da Area51 Publishing, è il suo secondo romanzo.

In vendita al prezzo eccezionale di 2.99 euro su tutti i principali store digitali e su Ultima Books. Kindle Store di Amazon (2.68 euro).

Area51 Publishing

È una casa editrice digitale che reinventa i libri sperimentando i linguaggi della tecnologia digitale e trasformandoli in contenuti ed emozioni, per rendere viva l'esperienza del libro e liberare l'immaginazione dei lettori.
Sito: www.area51publishing.com
Blog: area51publishing.wordpress.com
Blog: evoluzionedellecredenze.com
Facebook: Facebook.com/area51editore
Mail: info@area51editore.com
Enjoy and free your mind

domenica 15 gennaio 2012

Ema "Past Life Martyred Saints" - Gowns "Red State"

Già mi piacevano i Gowns, la formazione in cui militava in passato:


ma devo confessare che Ema mi ha stupito davvero tanto col suo album "Past Life Martyred Saints" a tal punto che da un po' di tempo a questa parte non smetto praticamente mai di ascoltarlo.


"California" live on KEXP.


(una recensione di questo libro qui:)



(e si può dire tutto quello che si vuole, di ovvio su quanto accaduto in questi giorni, ma ancora una volta la pochezza del paese, dei politici, impedisce di aprire discussioni serie sulla magistratura, sulle carceri, sull'immigrazione, sulle spese di guerra, etc, etc.)

venerdì 13 gennaio 2012

Potete leggere la recensione del libro di Alessandro Cascio "Splatter Baby" qui:

Appunti

- su quanto accaduto ieri non c'è nulla da dire, nulla di cui stupirsi ma sorrido sempre quando poi leggo e seguo servizi a proposito di case vista Colosseo % Co...vivo in affitto, la mia famiglia dal 1974 paga l'affitto di un appartamento, etc, etc, mia sorella idem e conosco persone che per pagarsi un mutuo o un affitto devono fare sacrifici bestiali...qualche giorno fa mia madre davanti agli orribili palazzoni che si stanno alzando davanti al palazzo dove abita mi ha detto "Ma perché non hanno costruito case popolari?"

- dovrò scriverne fra qualche giorno, forse, ma intanto vi chiedo cosa ne pensate voi di Maria Antonietta ?

- oltre a motivi puramente politici, ovvi dai ed è inutile tirarli fuori, ma nessuno ci trova nulla da dire che la fede mormone del candidato repubblicano Romney è una stupidaggine? E che solo per questo fatto uno non dovrebbe votarlo o quantomeno dubitare di lui? Ok anche le altre religioni sono delle stupidaggini ma accidenti la storia dei mormoni è veramente assurda. Ciascuno è libero di fare quello che vuole ma non scandalizzatevi se poi uno s'affilia a Scientology o dice di essere stato rapito dagli alieni.


  


giovedì 12 gennaio 2012

Nelle discussioni con mia cugina che vive in Africa spesso lei lancia strali contro gli Occidentali (ma ormai anche Orientali) che le capita di incontrare sugli aerei da e per l'Europa. Il ribrezzo che prova per loro è qualcosa che difficilmente riesce a nascondere. Il pezzo sotto, tratto da "Viaggio al termine della notte" le piacque molto quando glielo spedii tempo fa. Come potete ben sapere ormai LFC fa parte della mia vita da quasi ormai ven'tanni e da non smetto mai di rileggere le sue opere e tutte quelle escono su di lui. E devo anche dire che ho una cugina che non accetta minimamente che i suoi parenti la vadano a trovare per una vacanza e nemmeno per restare lì qualche giorno o settimana a fingere di dare una mano. "Se vuoi, impara una lingua, impara a fare qualcosa e poi vedi cosa fare" ha sempre risposto.

"Ma, passate le coste del Portogallo, le cose si sono messe al peggio. Irresistibilmente, un certo mattino sveglianoci, fummo come dominati da un'atmosfera da sauna infinitamente tiepida, inquietante. L'acqua nei bicchieri, il mare, l'aria, le lenzuola, il nostro sudore, tutto, tiepido, caldo, Ormai impossibile di notte, di giorno, avere qualcosa di fresco sotto le mani, sotto il sedere, in gola, salvo il ghiaccio del bar col whisky. Allora una disperazione meschina s'è abbattuta sui passeggeri dell'Admiral-Bragueton condannati a non allontanarsi più dal bar, stregati, inchiodati ai ventilatori, incollati ai cubetti del ghiaccio, a scambiarsi minacce tra carte e rimpianti in cadenze incoerenti. Non è andata per le lunghe. Nella stabilità disperante del calore tutto il contenuto umano del naviglio s'è coagulato in una ubriachezza di massa. Ci si muoveva mollemente tra i ponti, come polipi in fondo a una tinozza d'acqua sciapa. E' da quel momento che abbiamo visto squadernarsi a fior di pelle l'angosciante natura dei Bianchi, provocata, liberata, bella sguaiata insomma, la loro vera natura, proprio come in guerra. Stufa tropicale per istinti da rospo o da vipera che vengono a sbocciare al mese d'agosto, sui fianchi screpolati delle prigioni. Nel freddo dell'Europa, sotto i grigiori pudichi del Nord, si può solo, macelli a parte, sospettare la brulicante crudeltà dei nostri fratelli, ma il loro marciume invade la superficie appena li punzecchia la febbre ignobile dei Tropici. E' allora che sbraghi da disperato e la maialaggine trionfa e ci ricopre per intero. E' la confessione biologica. Quando il lavoro e il freddo non ti fanno più da astringente, allentano un momento la morsa, si può scorgere dei Bianchi quel che si scopre su una spiaggia ridente, quando il mare si ritira: la verità, stagni dalle grevi puzze, granchi, carogne e stronzi." (pag. 128-129)


mercoledì 11 gennaio 2012

martedì 10 gennaio 2012

Christina Vantzou - Adversary

Guardate qui:

Dal 20 gennaio: "HARPO CONIGLIO E IL MISTERO DI FACEBOOK" di Luca Martello (Piano B edizioni)


LUCA MARTELLO. "Harpo coniglio e il mistero di facebook". Piano B edizioni.
Un mistero firmato Luc Marteau. La copertina è un Ceccato.
In prenotazione qui: http://www.libreriauniversitaria.it/harpo-coniglio-mistero-facebook-martello/libro/9788896665435

TRAMA. In una città senza nome sonnecchia un coniglietto bianco. Ha il pelo arruffato e gli occhi socchiusi. Sembra un cucciolo, ma non lo è: Harpo Coniglio ha una lunga vita alle spalle, avventurosa e raffinata, e se ora riposa sul tappeto è per via d'un meritato periodo di relax. Un giorno, però, accade qualcosa di sconvolgente e terribile: la sua giovane padrona scompare. Offeso in primo luogo per non aver ricevuto il regalo di compleanno, il saggio Harpo suppone che la poverina sia rimasta coinvolta in quel vortice assoluto e devastante che risponde al nome di Facebook. Con l’aiuto di Bauman, “il sociologo più famoso del mondo”, si dà da fare per risolvere l’enigma e ritrovare la ragazza scomparsa, scontrandosi con la varia umanità che popola i social network. 
Tra omicidi e incontri inaspettati, battibecchi e donne fatali, questa coppia svampita e un po’ acciaccata non si lascerà fermare: i due giungeranno a un’incredibile conclusione.

LUCA MARTELLO: Luca Martello è nato a Sassari nel 1983. Ha sperimentato la strada dell’arte pittorica con un diploma al Liceo artistico cittadino, compiuto un’escursione nella critica cinematografica al Dams di Roma III per poi virare verso Lettere Moderne, nuovamente a Sassari. Nel frattempo ha pubblicato il saggio biografico Groucho e i suoi fratelli (Castelvecchi, 2010) e collabora con riviste web e cartacee, tra cui il portale Lankelot e il periodico Turismo Culturale. Aspira a diventare vegetariano e buddista ma pecca di discontinuità.

domenica 8 gennaio 2012

CHRISTINA VANTZOU - N°1 (e altro)



(...quanto mi fanno pensare le code per i saldi...ma lasciamo stare...lasciamo stare...qualche giorno fa ho visto una coda di chilometri per entrare in un outlet...lasciamo stare...lasciamo stare...)

Notti

"Spesso, la sera, spegnevano tutte le luci e restavano seduti al buio, a chiacchierare. Chi passava, non vedendo la luce, avrebbe potuto credere che guardassero la televisione. Ma loro non avevano il televisore, perché né Boyd né Alma avevano il minimo desiderio di guardare o di ascoltare qualcosa che, in fondo, li riguardava molto poco. Una volta seduti al buio, il vuoto e la povertà del presente si allontanavano un poco. In quel buio voluto, la loro età si faceva indefinita e avevano l'impressione di vivere nuovamente in un periodo di vigore. Anzi, parlando così nel buio, all'improvviso pareva loro di rivivere tutta la vita, si sentivano pieni padroni della loro esistenza. Amici e parenti morti da tempo entravano nella loro conversazione, e il vuoto duro e implacabile del presente si dissipava. Era come toccare terra, respirare aria. La notte si sollevava dalla notte."

...è un piccolissimo passo tratto dal romanzo "Il nipote" di James Purdy nella versione pubblicata da Einaudi nel 1963 di cui sono in possesso, con la traduzione di Floriana Bossi, romanzo che è poi stato ripubblicato da Minimum Fax nel 2005 sempre con la traduzione della Bossi ma non so con quali cambiamenti e con questa copertina:



venerdì 6 gennaio 2012


...è morto da qualche giorno ed è una lettura ideale per queste giornate...mi ritrovo totalmente in queste pagine, nelle sue considerazioni, nel suo atteggiamento verso tutte quante le religioni ma nello stesso tempo la sua eccessiva fiducia nella razionalità mi spaventa e mi allontana...come spesso mi hanno allontanato gli scienziati e tutta quella gente simile...

mercoledì 4 gennaio 2012


DREKKA + CANID
6 gennaio || ca' blasè
ore 21.30

DREKKA
Michael Anderson aka Drekka (Bloomington,IN)
Sonorità ovattate, eteree, ambientali, industrial.
 Gestisce l’etichetta Bluesanct (http://www.bluesanct.com/), dalla quale ha lanciato gruppi come Low, Pantaleimon e Cindytalk.
http://youtu.be/ds2j3E0G1NA?t=7m56s



CANID
Colin aka CANID (Bloomington,IN).

Specializzato in lo-fi electronics, manipolazioni vocali, live looping, improvvisazione e drone.
http://youtu.be/U-jRzC0Q
mzI



Prima dei concerti proiezione diy del film/documentario "Il cuore d'Europa" di Roberto Festa. Girato in presa diretta, racconta di una settimana passata da Roberto insieme a militani nazi fascisti, dai giovani delle curve, al partito Jobbik, al suo braccio "violento", la Guardia Magiara. Tutto ruota attorno a un brutto fatto di cronaca, la scomparsa di Nora, un’adolescente violentata e uccisa nel novembre 2008 in un villaggio a cinquanta chilometri da Budapest. Il suo assassinio fu utilizzato per imbastire una campagna contro i Rom. La realtà è quello che vogliamo credere sia accaduto o è quello che accadde davvero?

cablase.noblogs.org

martedì 3 gennaio 2012

"Europeana - Breve storia del XX secolo" - Patrick Ourednik - (secondo estratto)



"Gli zigani e gli slavi erano anche loro razze inferiori. Gli zigani avevano lo sguardo torvo e un quoziente d'intelligenza limitato e una propensione congenita al furto e all'omicidio. Gli slavi avevano ugualmente un quoziente d'intelligenza limitato e si distinguevano per la loro propensione alla servitù e alla sottomissione ma al tempo stesso erano pigri e incapaci di dedicarsi alle mansioni più semplici. I nazisti chiamarono gli slavi UNTERMENSCHEN il che significava che erano a uno stadio evolutivo più basso dei MENSCHEN cioè degli uomini ma c'era un certo numero di slavi dolicocefali che potevano fregiarsi di avere sangue tedesco ai quali venivano portati via i figli per affidarli a famiglie adottive tedesche. I nazisti stimavano che gli slavi dolicocefali costituissero all'incirca il 12% della popolazione in Polonia e il 25% in Russia a sud dei Carpazi e il 35% in Ucraina e addirittura il 50% in Boemia e in Moravia. Gli zigani e gli ebrei erano LEBENSUNWERT il che significava che indegni di vivere e mezzo milione di zingari e tre milioni di ebrei sono morti nei campi di concentramento e oltre due milioni e mezzo di ebrei sono morti nei ghetti e nei rastrellamenti e nelle esecuzioni di massa e durante il trasporto verso i campi di concentramento. E nel 1941 delle unità militari speciali chiamate EINSATZGRUPPEN hanno ricevuto l'ordine di eliminare il numero più alto possibile di ebrei dai territori occupati e in sei mesi riuscirono a eliminarne 800 000. I saponi distribuiti ai soldati tedeschi portavano impresse le lettere RJF e alcuni storici dicevano che si trattava di una sigla per REINES JUDENFETT cioè pura materia grassa di ebreo mentre altri dicevano che si trattava dell'abbreviazione di CENTRO INDUSTRIALE DI MATERIE GRASSE E DETERGENTI e nel 1905 l'Istituto tedesco per la questione zigana pubblicò lo ZIGEUNERBUCH cioè il libro zigano in cui psichiatri e antropologi e biologi spiegavano le cause dell'inferiorità degli zigani e come questi avrebbero potuto nuocere alla società. E nel 1922 i tedeschi inventarono per gli zigani un libretto antropometrico che sostituiva l'estratto di nascita e nel 1939 decisero di riunire gli zigani nei campi di concentramento e procedere alla soluzione finale che si sarebbe chiamata eutanasia globale. E un polacco dolicocefalo inventò nel 1941 una nuova lingua universale chiamata global-german. E nel 1936 i nazisti fondarono un'istituzione chiamata LEBENSBORN cioè fonte di vita dove venivano fecondate le donne tedesche che desideravano offrire un figlio alla patria. L'organizzazione amministrava otto centri di fecondazione con quattordici reparti maternità e sei asili per bambini dove insieme ai bambini di donne tedesche fecondate da uomini selezionati nei ranghi delle SCHUTZSTAFFEL venivano allevati anche i figli degli slavi dolicocefali. E sull'ingresso dei centri di fecondazione c'era uno stemma con una fonte e la costellazione dell'Orsa minore in cui la stella polare rappresentava il sangue nordico. E nel 1944 la direzione dei campi di concentramento ricevette l'ordine di inviare tutti gli zigani rimasti nelle camere a gas e allora la direzione dei campi di concentramento organizzò squadre speciali notturne chiamate ZIGEUNERNACHTE cioè notti zigane. E nel frattempo erano state create nuove lingue universali come il cosmolinguo e il latinulus e il mundial e il cosman e il komun e il neutral e il simplino. E nel 1985 il Consiglio ebraico mondiale dichiarò la propria solidarietà con il popolo zigano e la propria compassione e pubblicò uno studio sull'eutanasia degli zigani in cui si sosteneva che non si era trattato di un vero e proprio genocidio perché i criteri non erano etnici ma ispirati all'eugenetica sociale." (pag. 129-131)


Qualche informazione qui:

"Europeana - Breve storia del XX secolo" - Patrik Ourednik - (primo estratto)


"I pentecostali dicevano che a forza di preghiere e meditazioni si poteva riuscire a comunicare con lo Spirito Santo e parlavano lingue sconosciute e immemorabili e dicevano frasi in queste lingue MOKRI  HEROKHORA  SHMETKHANA e KHARI  SAHANAENTROPIKHO KESHEHER e REVDED  LIEONOTEM MOC ELLITNIC SEGEILED ERIONGI ABAM e gli psicolinguisti dicevano che in questo modo esercitavano un'attività metalinguistica inconscia che è presente in ogni coscienza umana e i sociolinguisti dicevano che era una reazione al discredito del discorso religioso e politico che portava da sé al discredito delle convenzioni linguistiche e alla perdita della fede nel senso della vita e della storia e alla necessità di un cambiamento radicale che si sarebbe espresso appunto in una lingua nuova o sconosciuta. Il bisogno di una lingua nuova era stato avvertito in modo pressante da quando il mondo industriale aveva stravolto i valori religiosi e sociali tradizionale e certuni hanno proposto di inventare una lingua universale e dicevano che nel momento in cui tutti avessero parlato la stessa lingue la pace avrebbe regnato nel mondo e allora inventavano lingue di questo genere. Durante la Prima Guerra Mondiale capitava a volte che i soldati delle minoranze o delle regioni in cui si parlava soltanto il dialetto non capissero la lingua in cui i superiori trasmettevano gli ordini e questo portò a diversi malintesi ed errori strategici. E nel 1916 un soldato bretone perse un dito a causa di una pallottola nemica e il luogotenente lo mandò all'infermeria ma il medico ritenne che fosse antipatriottico marcare visita per una ferita tanto insignificante e denunciò il soldato al tribunale militare che lo fece fucilare perché nel frattempo l'interprete che avrebbe potuto spiegare al tribunale militare che il soldato bretone era stato mandato all'infermeria dal suo superiore era in licenza. E tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX erano state proposte quasi trecento lingue universali e la più nota era l'esperanto e i suoi propugnatori dicevano che l'esperanto era come il telegrafo e anche meglio perché legava gli spiriti con un filo invisibile. E i cristiani dicevano che l'esperanto avrebbe accelerato l'avvento del regno celeste sulla Terra e gli anticlericali e gli anarchici dicevano che l'esperanto era espressione di una presa di coscienza sociale e un primo passo verso la rivoluzione mondiale. E nel 1937 il governo sovietico accusò i propugnatori dell'esperanto di cosmopolitismo e cospirazione contro lo Stato sovietico e 5 500 propugnatori dell'esperanto furono condannati a morte o ai lavori forzati nei campi di concentramento. E un linguista sovietico aveva previsto che quando il comunismo avesse trionfato nel mondo intero la società nuova avrebbe fatto a meno delle lingue perché la simbiosi dei lavoratori sarebbe stata tanto profonda che parlare sarebbe diventato inutile e la gente avrebbe dimenticato gradualmente le lingue e avrebbe comunicato grazie al solo potere del pensiero rivoluzionario." (pag. 111-112)


Qualche informazione qui:

lunedì 2 gennaio 2012

Fucked Up - David Comes To Life

Nella mia classifica dischi dell'anno compaiono Birds Of Passage, Rachel Grimes, Balmorhea, Tim Hecker, Pj Harvey, Peter Kernel, This Will Destroy You e qualcos'altro ma c'è un disco che da tanto tempo mi sta dando una mano, una grossa mano davvero, per scrivere qualcosa di nuovo, sbattendomene di tutto e tutti e come andrà andrà e forse allora è questo il disco 2011-2012 ma più che un disco è qualcosa che mi sento dentro, in profondità, e che nessuno potrà mai togliermi.



e poi qui sotto c'è Rachel Grimes mentre suona dal vivo un brano estratto da "Book Of Leaves" e che quest'anno mi ha regalato "Marion County 1938" lasciandomi letteralmente senza parole.

L'ascensione di Roberto Baggio


Trovate la recensione qui: